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L’intimo delle donne: omaggio a Christine de Pizan, la scrittrice che nel Medioevo introdusse il punto di vista femminile.

L’uscita del libro ''L’Intimo delle donne'' (Libreriamo Publishing), che nasce e vive per dire basta alla violenza sulle donne, coincide con un incontro “fortuito”, un personaggio femminile rivoluzionario, che ci ha conquistato e intrigato...

In occasione del lancio del libro ”L’intimo delle donne”, il fondatore di Libreriamo, Saro Trovato, introduce la figura di Christine de Pisan (1362-1430), che già in epoca medioevale mise in evidenza le problematiche della donna. Con questo articolo, Saro Trovato, offre un approfondimento su una delle tante figure femminili che hanno messo in risalto i problemi della condizione femminile nella società, un punto di partenza per raccontare e conoscere le donne che, dal passato ad oggi, hanno combatutto per far valere il loro ruolo in società.

 

L’uscita del libro “L’Intimo delle donne” (Libreriamo Publishing), che nasce e vive per dire basta alla violenza sulle donne, coincide con un incontro “fortuito”, un personaggio femminile rivoluzionario, che mi ha conquistato e intrigato. Si tratta di Christine de Pizan o anche Christine de Pisan (Venezia, 1362 – Monastero di Poissy, 1430 circa), scrittrice e poetessa francese di origini italiane, che può essere per certi versi considerata come una delle figure femminili che più hanno rivoluzionato la letteratura mondiale.

L’incontro è nato grazie a Gianrico Carofiglio, ne parla e ne racconta brevemente la vita e le gesta  nel  suo “Il bordo vertiginoso delle cose” (ed. Rizzoli), un romanzo che sto rileggendo in questi giorni. Immediatamente, mi sono messo alla ricerca delle informazioni su questo personaggio scoprendo la grandezza di una donna che ha saputo dimostrare tutta la forza del gentil sesso. Christine de Pizan è stata poetessa, filosofa, autrice di numerosi scritti, ma, è nota soprattutto per “La Città delle Dame” (esiste una edizione in italiano da Luni editrice, 1997 – 526 pagine), scritto tra il 1404 e il 1405, e viene riconosciuta come la prima scrittrice europea di professione, che trae spunto dalla sua esperienza di vita e non da una tradizione religiosa o mitologica.

Per la vita e i temi trattati nelle sue opere, in cui combatte strenuamente la imperante misoginia, è spesso stata considerata un’antesignana del femminismo. Christine sposò a quindici anni Etienne Castel, che le diede due figli maschi e una femmina, ma rimase vedova nel 1390. Iniziò così per lei un periodo molto duro durante il quale dovette far fronte ad innumerevoli problemi per sovvenire alle necessità della sua famiglia. Decise quindi di iniziare a guadagnare con la penna.

A partire dai primissimi anni del Quattrocento si impegnò in tutte le lotte sociali e culturali del tempo. Ciò che colpisce è che la sua formazione è dovuta al padre, contro il volere della madre, la quale avrebbe preferito che la figlia seguisse il percorso di vita già segnato per ogni femmina. Molti sono infatti gli accenni nelle opere di Christine a questo strano gioco delle parti fra un padre che, seppur maschio, desidera un’istruzione per la figlia, e una madre che la preferirebbe moglie e madre alla stregua delle sue contemporanee.

Tra il 1390 e il 1410 si può individuare la parte essenziale della sua imponente produzione letteraria. La sua produzione poetica è di carattere lirico, morale e allegorico-didattico e comprende: le Cent ballades, i Virelais, le Ballades d’estrage façon, i Lais, Rondeaux, Jeux a vendre, le Autres ballades, le Complaintes amoureuses, l’Espistre au dieu d’amours (1399), il Dit de la Rose (1402), il Debat de deux amans (1400), il Livre de trois jugemens, il Livre du dit de Poissy (1400), il Dit de la pastoure (1403), l’Epistre a Eustache Morel (1404), le Oroysons a Nostre Dame ed a Nostre Seigneur, gli Enseignemens e Proverbes moraux, il Livre du duc des vrais amans (1405), le Cent ballades d’amant et de dame, Livre du chemin de long estude, il Livre de la mutation de Fortune.

Uno dei motivi dominanti della sua opera poetica è la lamentazione per il suo stato vedovile accompagnato dal rimpianto per la felice gioventù. Le opere in prosa comprendono: le Epistres du Debat sur le Roman de la Rose, il Livre des fais et bonnes meurs du sage roy Charles V, il Livre de la Citè des dames, il Livre de trois Vertus, l’Avision Christine, Livre du corp de Policie. Strettamente legate alle vicissitudini del tempo la Lamentation, il Livre de Paix.

Per capire la rivoluzione letteraria di Christine bisogna comprendere l’epoca in cui è vissuta, dove la figura femminile nelle arti e nella letteratura era pressoché inesistente. Fu la prima ad affermare solennemente l’ingresso nel campo delle lettere, osando “un nuovo punto di vista dal quale scrivere, quello delle donne”. A differenza di un qualsiasi scrittore uomo del suo tempo, ha dovuto, proprio tramite la scrittura, costruirsi un’identità di donna in un contesto sociale e culturale affatto pronto ad accoglierla.

Christine de Pizan è una “donna virile” che non antepone a se stessa alcuna maschera, ma che, al contrario, fa della sua femminilità una causa da difendere. Accusa e tenta di correggere la fragilità delle donne ne Le livre des trois vertus (1405), all’interno del quale fa una vera e propria classificazione dei ruoli delle donne nella società contemporanea, assumendo quello di pedagoga nei confronti delle altre rappresentanti del suo sesso, le quali ancora devono prendere consapevolezza della loro condizione e della eventuale possibilità di modificarla. Si tratta forse della prima femminista della letteratura francese, visto anche il tentativo di conquistare il suo ruolo nella società.

All’interno del suo lavoro più celebre, Le livre de la Citè des Dames (La città delle dame),  Christine introduce le reali comunità femminili storiche nell’allegoria di una città immaginaria, intendendo così creare uno spazio di autonomia e libertà per donne virtuose; spazio che lei non riesce a trovare altrove, neppure fra le mura dei conventi; spazio, inoltre, all’interno del quale le donne saranno protette dalla misoginia. Dai dialoghi che Christine instaura con le tre Dame che incontra, Ragione, Rettitudine e Giustizia, si ricava sia il pensiero dell’autrice rispetto alla svilente condizione della donna, sia la sua profonda riflessione sulle posizioni che la scolastica assume riguardo all’unità della Creazione, alla natura della virtù, alla libertà.

In questo libro rivoluzionario l’autrice espone problemi che risuonano come molto attuali: l’accesso all’educazione per le donne, il disappunto che talvolta provano le donne alla nascita di un figlio, l’idea che le donne possano essere carine e ben vestite senza venire meno al loro “voto di castità”, la violenza nel matrimonio. Christine cerca di esplorare i motivi dell’oppressione delle donne discutendo le ragioni della misoginia maschile, facendo leva sulla molteplicità di figure femminili che hanno portato importanti contributi alla civilizzazione e per farlo produce una lista di donne famose, mitologiche, donne dell’antichità e contemporanee, nei vari campi della giurisprudenza, della scienza e della filosofia.

Christine de Pizan, fa molti esempi di donne che hanno avuto un altissimo senso morale accompagnato da sentimenti di pietà, saggia devozione, integrità, generosità. “La città delle dame” è popolata dalle donne migliori, cominciando dalla Vergine Maria, con Maria Maddalena e una lunga lista di Sante e Martiri. L’intento è chiaro: quello di andare alla ricerca di una genealogia al femminile che unisca in un unico percorso il suo pensiero con quello delle donne del passato e ponga le basi per quelle del futuro. Christine de Pizan fu la prima scrittrice di professione nel senso moderno del termine, che visse del suo lavoro e scrisse per committenti, in un contesto sociale e politico molto preciso, al di fuori delle mura del convento. Forse proprio per questo la sua scrittura è fortemente segnata dal proprio vissuto personale, storico e reale.

Saro Trovato

17 luglio 2014

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