5 libri da leggere per conoscere la storia degli attentati ai presidenti americani

15 Luglio 2024

Vi consigliamo 5 libri che raccontano i principali attentati che hanno visto protagonisti i presidenti americani e che esplorano in dettaglio questi tragici eventi

5 libri da leggere per conoscere la storia degli attentati ai presidenti americani

Cinque libri da leggere per conoscere il lato oscuro degli USA. La storia americana è fatta di diversi momenti scuri: buona parte di essi riguardano gli attentati ai presidenti americani, o i tentativi andati fortunatamente a vuoto, come quello dell’altro giorno, che ha visto protagonista suo malgrado il candidato presidente Donald Trump, ferito ad un orecchio nel corso di un evento legato alla sua campagna elettorale.

Gli attentati ai presidenti americani

Non è la prima volta che ciò accade: infatti, la violenza politica negli Stati Uniti ha colpito diverse volte l’inquilino della Casa Bianca, inclusi i recenti attentati, come quello contro l’ex presidente Donald Trump, ai quali si aggiungono i quattro dei 46 presidenti americani che sono stati assassinati: Abramo Lincoln, James Garfield, William McKinley e John F. Kennedy.

Ogni assassinio ha lasciato un segno profondo nella storia americana, con Kennedy che rimane l’evento più traumatico e discusso.

La violenza politica ha profondamente segnato la storia americana, influenzando il corso degli eventi e le politiche di sicurezza.

Gli assassinii di Lincoln, Garfield, McKinley e Kennedy sono episodi che hanno lasciato cicatrici durature nella memoria collettiva del paese.

La protezione dei presidenti è stata rafforzata nel tempo, ma la minaccia persiste, come dimostrano i vari attentati falliti.

Questi tragici eventi ci ricordano la fragilità della leadership politica e l’importanza di preservare la stabilità e la sicurezza nelle democrazie.

L’assassinio dei presidenti americani è un tema che ha ispirato numerosi autori e ricercatori.

L’assassinio dei presidenti americani e i tentativi di omicidio che hanno segnato la storia del paese offrono una panoramica inquietante della vulnerabilità della leadership politica.

5 libri da leggere sugli attentati ai presidenti americani

Di seguito sono riportati i principali attentati ai presidenti americani, integrati con cinque libri consigliati che esplorano in dettaglio questi tragici eventi, offrendo una comprensione approfondita delle circostanze e delle conseguenze degli attentati e che trattano sia gli omicidi riusciti che i tentativi falliti.

Questi libri offrono una varietà di prospettive e approfondimenti sugli assassinii dei presidenti americani, combinando ricerca storica, narrazione coinvolgente e, in alcuni casi, illustrazioni grafiche, per fornire al lettore una comprensione completa e multidimensionale di questi eventi tragici.

Lincoln

Questa graphic novel ricostruisce in uno stile moderno ed incisivo uno degli episodi più sconvolgenti della storia americana: l’assassinio di Abramo Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti.

L’autore racconta con dovizia di particolari le vite del presidente, allora all’apice della sua popolarità, e del gruppo di cospiratori capitanato da John Wilkes Booth, dal giorno dell’attentato, avvenuto il 14 aprile 1865, fino al triste epilogo, due mesi dopo.

Il libro offre una prospettiva visiva unica e coinvolgente su uno degli eventi più importanti della storia americana.

Anatomia di un assassinio. Storia segreta dell’omicidio Kennedy

I proiettili che il 22 novembre 1963 assassinarono a Dallas John F. Kennedy colpirono al cuore l’America e sconvolsero il mondo intero.

Nel settembre 1964, al termine di dieci mesi di indagini, la commissione governativa istituita per far luce sulla morte di JFK giunse alla conclusione che Lee Harvey Oswald, l’uomo che aveva sparato a Kennedy ed era stato a sua volta ucciso due giorni dopo, era un individuo «disturbato» che aveva agito spinto dal «bisogno di guadagnarsi un posto nella storia» e che l’omicidio non poteva in alcun modo essere l’esito di un complotto ordito da potenze straniere.

È andata davvero così? Analizzando i resoconti di quella Commissione, il reporter investigativo Philip Shenon ha scoperto una vicenda di insabbiamenti e depistaggi qui raccontata con il ritmo avvincente di una spy story.

Tra foto scomparse, lettere distrutte e testimoni messi a tacere, a poco a poco emerge una scioccante verità, destinata a sovvertire tutto ciò che si sa – o si pensava di sapere – dell’omicidio Kennedy.

Reagan. Il presidente che cambiò la politica americana

Il 4 novembre 1980, con un risultato schiacciante, gli americani eleggono presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. È una valanga: Ronnie, come lo chiamano gli amici, vince in 45 Stati su 50; per il presidente uscente, il democratico Jimmy Carter, che chiedeva la rielezione, è un’umiliazione.

Nonostante i numeri, l’ascesa di Reagan alla Casa Bianca è stata accolta con stupore: un ex attore di Hollywood, molto noto al pubblico televisivo, che assumeva la guida della più grande superpotenza planetaria?

Si trattava di un azzardo pericoloso o di un evento in anticipo sui tempi? Quella di Ronald Wilson Reagan, in realtà, è una storia tutta americana.

Nato a Tampico nel 1911, all’epoca una minuscola cittadina dell’Illinois, il piccolo «Dutch» – come viene soprannominato in famiglia per le linee paffute del volto – cresce nella regione geografica che è il cuore pulsante della nazione a stelle e strisce, il Midwest.

Il padre è un cattolico irlandese senza un lavoro stabile e con il vizio dell’alcol, la madre una donna religiosissima, devota alla Chiesa dei discepoli di Cristo.

Dopo la laurea in economia, Reagan approda a Hollywood quasi per caso e fa una discreta carriera nel mondo del cinema, fino a quando non scopre l’importanza dell’impegno politico, prima in qualità di presidente del sindacato degli attori (Screen Actors Guild) e poi come governatore della California dal 1967 al 1975 nelle file del Partito repubblicano, lui che da giovane aveva avuto simpatie per il democratico Roosevelt. La scalata al Grand Old Party era ormai tracciata.

A quarant’anni dall’insediamento di Ronald Reagan alla Casa Bianca, Gennaro Sangiuliano dedica al presidente più popolare dell’America moderna una biografia dettagliata e avvincente, piena di informazioni, notizie e aneddoti.

Se oggi gli anni Ottanta del Novecento sono ricordati come una stagione felice di benessere e di prosperità economica, lo si deve proprio a quella spinta di ottimismo, di pragmatismo e di modernizzazione che Reagan seppe imprimere agli Stati Uniti e di conseguenza a tutte le nazioni industrializzate dell’Occidente.

Artefice, sul piano ideologico e culturale, della «rivoluzione conservatrice» e antistatalista che caratterizzò gli ultimi decenni del secolo breve, Reagan è anche il presidente degli Stati Uniti che ha sconfitto il comunismo sovietico – e vinto la Guerra fredda – «senza sparare un colpo», come dirà Margaret Thatcher.

Trump. Storia di un Presidente contro tutti

La sua vittoria ha spiazzato un po’ tutti: mass media, esperti di sondaggi, intellettuali, politologi. Ma l’America è la terra dove può accadere l’impensabile. E così nel gennaio 2017, contro ogni previsione, alla Casa Bianca è entrato Donald Trump.

La sua presidenza, tra annunci choc, azzardi diplomatici e tweet al vetriolo, riserva sempre nuovi colpi di scena. Ma chi è davvero Trump? Lo sprovveduto poco avvezzo alle regole della politica o l’eccentrico miliardario che dice le cose come stanno?

Per rispondere occorre partire da lontano. Il racconto, senza sconti e pregiudizi, delle vicissitudini personali, imprenditoriali e politiche di Donald Trump – dalle origini familiari fino alla seconda campagna elettorale segnata dalla pandemia del Covid-19 – diventa così la storia di un uomo in grado di cogliere il senso del suo tempo; una vicenda in cui le sorprese sono sempre dietro l’angolo e c’è una sola certezza: «The Donald» saprà ancora stupirci.

L’ultima campagna. Robert F. Kennedy e gli 82 giorni che ispirarono l’America

La notte fra il 4 e il 5 giugno del 1968 il senatore dello stato di New York Robert F. Kennedy fu colpito a morte nel corridoio delle cucine dell’Hotel Ambassador a Los Angeles. Aveva appena concluso il discorso di ringraziamento per la vittoria delle primarie in California.
 
Era a pochi passi dall’elezione alla presidenza degli Stati Uniti. La parola chiave della sua campagna era stata Hope, speranza. Per curare le ferite di un’America afflitta da tre anni di guerra in Vietnam, da discriminazioni e scontri razziali, da una povertà estrema tenuta nascosta.
 
Speranza in una nuova guida morale per tutto il pianeta. Attorno a Bob Kennedy si erano strette le minoranze etniche e le categorie sociali più povere: chicanos, nativi americani, coltivatori del delta del Mississippi… Per gli afroamericani era la promessa del riscatto.
 
Che cosa aveva fatto Kennedy negli 82 giorni della sua campagna elettorale? Chi era l’uomo a cui l’America guardava con speranza? Che cosa univa quella catena di persone in lutto che, per più di quattrocento chilometri, accompagnò il treno che trasportava la sua salma?
 
Nel rispondere a queste domande, Thurston Clarke ricostruisce le primarie americane del ’68, intervista amici, collaboratori, testimoni. Restituisce la figura di un uomo che in quei giorni diede il meglio di sé, che fu riconosciuto dagli elettori come un politico buono e onesto.
 
L’epigono che in sé racchiudeva i destini del fratello John e di Martin Luther King.
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