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Libreriamo Book Camp – Paolo Latini, il copywriter che scrive per smentire chi non credeva in lui

In quarta elementare, la maestra le disse “non vedo in te un scrittore in erba”. Oggi, Paolo Latini vanta un'esperienza di tutto rispetto: da 25 anni fa il copywriter...

Continua il viaggio alla scoperta dei protagonisti della prima community dedicata a chi ama scrivere creata da Libreriamo. Oggi conosciamo Paolo Latini, copywriter da 25 con la passione per la scrittura

MILANO – In quarta elementare, la maestra le disse “non vedo in te un scrittore in erba”. Oggi, Paolo Latini vanta un’esperienza di tutto rispetto: da 25 anni fa il copywriter, nel 2011 è arrivato semifinalista allo Scriptapaloosa TV Writing Competition di Hollywood, nel 2012 il suo romanzo è stato segnalato dal Premio Calvino, nel 2013 è stato premiato al Festival della Letteratura di Alessandria e ha vinto il Premio Tiziano Terzani. Paolo Latini parla della sua esperienza come scrittore e sottolinea l’improtanza di realtà come il Libreriamo Book Camp , nella speranza che  ‘abbia ancora maggiore visibilità. Anche fuori dal web, in mezzo alla gente’.
 
Come nasce la sua passione per la scrittura? Lo fa di mestiere o è una seconda attività?
Un giorno, mentre ero in quarta elementare, la maestra mi disse “non vedo in te un scrittore in erba”. In realtà non le aveva chiesto nulla, mi ero limitato a trascrivere sul diario il voto del mio pensierino e lei, colta da un irrefrenabile impulso divinatorio, aveva oracolato. Ora, che da 25 anni faccio il copywriter; che nel 2011 sono arrivato semifinalista allo Scriptapaloosa TV Writing Competition di Hollywood, che nel 2012 il mio romanzo è stato segnalato dal Premio Calvino, che nel 2013 sono stato premiato al Festival della Letteratura di Alessandria e ho vinto il Premio Tiziano Terzani.

Di cosa tratta il suo libro? È stato editato da Lei?
Il movimento dei meli gemelli, Lettere animate editore, è la storia di una rivoluzione tra due guerre; una dimensione dove incontri vincitori senza trovare però perdenti. Ho giocato con la fantasia e mi sono immaginato che un pittore surrealista osservasse le vicende di una palude a nord di Venezia, dove il Piave smette di essere fiume e diventa delta. Nel 1914 un giovane ingegnere con teorie forse troppo moderne, forse troppo audaci, prova a trasformare quella enorme palude in terra di bonifica e sembra riuscirci, perché sa ascoltare il fiume quando gli parla. Deve però fare in fretta, perché la guerra ha le gambe lunghe, allora insieme all’Ammiraglio proprietario della palude, assume un grande numero di braccianti. Arriva gente dappertutto, da sud, da nord, dal mare dalla montagna… Si forma così una bislacca comunità che forse ha più problemi ad andare d’accordo, che a suscitare terra  dall’acqua. Nemmeno il tempo di raggiungere un’armonia stabile ed ecco la palude raggiunta dalla prima guerra mondiale. Da quella guerra non tornerà quasi nessuno in paese. I lavori di bonifica per altro sono terminati, ma non quelli di consolidamento e così in qualche anno tutto torna come prima. O quasi come prima, perché invece, sulla sponda più alta del fiume presso la curva dei meli gemelli, rimane all’asciutto, erto nella sua magnificenza, il brefotrofio che accoglie gli orfani di guerra. Lì dentro un giovane tutore che ha studiato arte a Parigi insegna ai ragazzini la reattività creativa e per farlo si ispira alle teorie del Bauhaus, ai rovelli di Brancusi, alle intuizioni di Bruno Munari… Cresce così una fanciulleria scatenata da dove emergono il salta pozzanghere Griso, il campione di sollevamento pesi dallo stomaco Sanco, la piccola Sosta, che si trasforma in bambola per far giocare le sue amiche e la saggia Tecla, che per tenere unito il gruppo redige pugnaci comunicati invocando armonia, equilibrio e giustizia. Ma anche questo riscatto deraglia seriamente, spintonato da una crisi epilettica su scala mondiale che gli altri hanno chiamato “seconda guerra”. I meli gemelli hanno disperato bisogno di aiuto, sono assediati dalla guerra e dalla palude. In loro soccorso solo un ex gerarca afflitto da un’inopportuna autonomia intellettuale, un  prelato ispirato ed un ebanista filantropo. Tutti insieme dovranno trovare la via del riscatto e della ripartenza.
Una vicenda per certi aspetti epica che racconta la guerra, la rivoluzione, la lotta contra la natura, contro gli eventi. Soprattutto parte dal punto zero della famiglia (un gruppo di orfanelli isolati in una palude e assediati dalla guerra) per raccontare l’evoluzione da branco a comunità. Avrebbe potuto essere tragico, invece il libro accende un lumino sulla differenza tra guerra e rivoluzione e scopre una compatibilità tra perdono e punizione. Tratta in modo serio ma brillante temi come la famiglia, la convivenza sociale e propone contributi al dibattito sul ruolo dell’arte nella vita di tutti i giorni.

Quali sono le difficoltà che ha incontrato nella pubblicazione e promozione dell’opera?
Dopo averlo terminato, ho sottoposto il manoscritto ad un’agenzia letteraria (Tempi Irregolari) la quale ha subito creduto nel progetto e mi ha suggerito di partecipare al Premio Calvino. In seguito alla segnalazione ricevuta dal Premio diversi editori si sono dimostrati interessati a valutarlo. Lettere Animate è stato il primo ad offrirmi un contratto, ho accettato e ne sono felice. Davvero molto più complicata invece è la situazione relativa alla promozione e distribuzione. I piccoli editori faticano a diffondere le loro opere al di fuori di una dimensione regionale e soprattutto le librerie non sono entusiaste di assortire titoli di autori emergenti che non garantiscono risultati economici nel breve periodo. Al momento sto sperimentando con soddisfacenti risultati la strategia delle presentazioni, che mi organizzo personalmente talvolta supportato da distributori locali. In questo modo ho coperto diverse regioni e qualche piccolo ma gratificante risultato lo sto raccogliendo.

Come è venuto a conoscenza di Libreriamo Book Camp?
Oltre ad essere uno scrittore sono anche un discreto lettore, cercando recensioni di nuovi autori mi sono imbattuto in questa interessante, lodevole iniziativa.

Cosa ne pensa di questo spazio dedicato agli autori emergenti?
Trovo svolga un ruolo di importanza vitale per la nostra cultura. Spero che in futuro abbia ancora maggiore visibilità. Anche fuori dal web, in mezzo alla gente.

Ha in progetto una nuova opera?
Dopo Il movimento dei meli gemelli ho scritto 3 pièce teatrali, un linguaggio ed una dimensione che mi affascina da sempre quella della ribalta con davanti il pubblico. Ora sono a metà di un nuovo romanzo incentrato sul natale più socialmente distopico che si possa immaginare. Ma non così tanto da non sembrare vero!

14 luglio 2014
 
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