Letizia Pezzali torna con “Un animale innocente”, un libro a metà tra desiderio e potere

3 Ottobre 2025

“Un animale innocente” di Letizia Pezzali (Einaudi): desiderio, differenza d’età e potere in un romanzo teso come una tempesta. In uscita il 14 ottobre 2025.

Letizia Pezzali torna con “Un animale innocente”, un libro a metà tra desiderio e potere

Con “Un animale innocente” (Einaudi), Letizia Pezzali torna a interrogare il territorio dove i sentimenti diventano ossessioni e le relazioni si misurano con asimmetrie di potere. L’editore lo presenta come un libro pieno di “cupa vitalità del desiderio”, caratterizzato da una narrazione “ipnotica”, mentre le principali librerie indicano la pubblicazione per il 14 ottobre 2025 nelle versioni cartacea ed e-book.

La tempesta fuori e quella dentro

Vanda, 45 anni, vola a Fuerteventura per una breve fuga: un tentativo di alleggerire la stanchezza del corpo e l’opacità emotiva che i quarantacinque le hanno consegnato. Lì incontra Ben, 23 anni, massaggiatore dell’isola: bellezza luminosa, gesti attenti, una cura ferma e delicata. L’attrazione diventa urgenza, poi ossessione. Mentre una calima (tempesta di sabbia) trasfigura il paesaggio, i due intrecciano una relazione in cui il piacere si confonde con la paura di aver varcato un limite.

D’improvviso, “un senso di minaccia” cala sui protagonisti, l’ombra di un passato pericoloso che riguarda entrambi e che comincia a ricomporsi a scatti, tra omissioni e rivelazioni. È in questo spazio che la narratrice – “voce inquieta, ironica, perturbante” – gioca con il lettore, lo seduce e lo destabilizza.

Il romanzo prende di petto una domanda scomoda: che cosa rubiamo all’altro quando crediamo di “prenderci la felicità”?

Un libro che non vuole scandalizzare, ma che indaga con etica sul divario d’età e sulla gestione del potere nei rapporti intimi. Chi decide il confine? Che peso hanno soglia anagrafica, denaro, carriera, corpo?

“Per fare sesso con una persona che ha la metà dei tuoi anni ci vuole un certo carattere… Però lo stesso stavo rubando qualcosa. La bellezza”

Continuità nell’opera di Pezzali

Chi ha letto Pezzali riconoscerà il suo campo magnetico: desiderio, ossessione, lessico del controllo e dello scarto. In “Lealtà” (Einaudi, 2018) la protagonista era presa in una passione per un uomo molto più grande e in un milieu d’alta finanza descritto con precisione “feroce”; “Amare tutto” (2020) allargava l’angolo su identità e pericoli della vita borghese; “L’età lirica” (2012, finalista Premio Calvino) inaugurava lo sguardo introspezionale e la scrittura sorvegliata.

In “Un animale innocente” la dinamica si ribalta: una donna più adulta e un uomo molto giovane; il set non è la City ma un’isola “aperta”, porosa, dove il vento sposta la sabbia come metafora di memoria e corpi.

Tipicamente Pezzali

In “Un animale innocente” ritroviamo molte delle cifre stilistiche che hanno reso riconoscibile la scrittura di Letizia Pezzali. La narrazione in prima persona conserva quella voce affilata e a tratti razionalmente crudele, capace di avvicinarsi e allontanarsi dalle proprie confessioni con movimenti repentini che destabilizzano il lettore.

Rimane centrale anche il tema del desiderio inteso come forma di potere: chi stabilisce le regole? Chi detiene davvero il controllo? Chi possiede e chi viene posseduto? Non si tratta mai di ragionamenti teorici, ma di scene morali che costringono i personaggi a scegliere, assumendosi fino in fondo il prezzo delle loro decisioni.

Ciò che cambia, rispetto ai romanzi precedenti, è invece l’ambientazione e il registro sensoriale. Qui la fisicità si apre in maniera più solare e immediata: non ci sono uffici, aeroporti o interni rarefatti, ma un’isola atlantica fatta di vento, pelle, sale. L’asimmetria non si gioca più solo sul piano dello status sociale o del denaro, ma soprattutto sull’età, spostando il conflitto sul terreno della differenza generazionale.

A questo si aggiunge un elemento di suspense che sfiora il thriller psicologico: il passato che ritorna, insinuandosi tra eros e paura, trascina la vicenda oltre i confini del romanzo sentimentale per trasformarla in una storia dai contorni più inquieti e ambigui.

Vanda, Ben, la zona grigia

Vanda non chiede indulgenza: intuisce da subito che il piacere le costa qualcosa, soppesa la distanza anagrafica, la propria posizione nel mondo, la bellezza dell’altro come bene scarso. Ben non è una caricatura di ingenuità: l’isola gli appartiene, ha agency e tenerezza, ma anche falle che la relazione mette in evidenza. La zona grigia è tutto: tra consenso e potere, tra cura e appropriazione, tra amore e sfruttamento simbolico. In questo spazio Pezzali costruisce una dialettica mai pacificata: il lettore viene portato a desiderare e insieme a mettere in discussione ciò che desidera.

Lo stile

Chi segue Pezzali dalla stagione di “Lealtà” ne conosce il fraseggio pulito, la paratassi tesa, i tagli improvvisi che aprono abissi nella psicologia dei personaggi.

Qui la limpidezza si fa sfrontata: la voce nomina (corpi, fantasie, abitudini), ma non perde il nervo etico: il romanzo è una continua richiesta di responsabilità verso ciò che si prova e si fa. Su “Lealtà” la critica aveva sottolineato tanto l’introspezione quanto una certa “distanza vetrosa” come scelta di stile; “Un animale innocente” sembra spingere quella freddezza nel caldo del desiderio, come se il sole dell’isola rendesse ancora più netta la linea d’ombra.

Il paesaggio come specchio: la calima

La tempesta di sabbia non è solo sfondo: velare, graffiare, penetrare sono verbi della meteorologia che diventano verbi della narrazione. La calima sospende il tempo, toglie i contorni, cancella le distanze: è l’immagine esatta di un rapporto che brucia le tappe, si confonde, e poi deve fare i conti con ciò che ha rimosso.

Cosa aspettarsi

Non un “romanzo a tesi”, non un semplice scandalo “cougar”, non il moralismo di chi cerca colpevoli. “Un animale innocente” promette una storia a doppio fondo: il piacere come campo minato, la relazione come indagine, il passato come detonatore. Il lettore si troverà a riposizionarsi più volte: chi è l’“animale innocente”? Dove finisce l’innocenza quando entra il potere?

Letizia Pezzali

Nata a Pavia (1979), ha lavorato per anni nella finanza tra Milano e Londra prima di dedicarsi alla scrittura; vive in Lussemburgo. Ha pubblicato “L’età lirica” (Baldini & Castoldi, 2012, finalista Premio Calvino), “Lealtà” (Einaudi, 2018, tradotto in nove lingue) e “Amare tutto” (Einaudi, 2020).

© Riproduzione Riservata