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Lella Costa e Lidia Ravera, alla Versiliana un dialogo femminile sulla condizione delle donne

Trionfano a Pietrasanta Lidia Ravera e Lella Costa che nell'ambito del Caffè d'inverno della Versiliana hanno raccontato le ultime uscite editoriali e quelle che in programma nei prossimi mesi. Moderate dalla giornalista Flavia Piccini le due scrittrici...

PIETRASANTA – Trionfano a Pietrasanta Lidia Ravera e Lella Costa che nell’ambito del Caffè d’inverno della Versiliana hanno raccontato le ultime uscite editoriali e quelle che in programma nei prossimi mesi. Moderate dalla giornalista Flavia Piccini le due scrittrici, ma non solo e non soprattutto scrittici (Lidia Ravera è assessore alla cultura della Regione Lazio, Lella Costa è un vulcano di iniziative), hanno messo in scena un dialogo al femminile sulla donna. Il legame tra le due nasce da una analisi del mondo visto con gli occhi delle donne, a differenza di quello che accade, dicono le due autrici, solitamente quando la lettura di ciò che accade è essenzialmente maschile.

 
LE PAURE DELLA VECCHIAIA – ‘In Piangi Pure  ho voluto allontanarmi un po’ dai temi brillanti dei miei precedenti romanzi e confrontarmi con le paure che abbiamo tutti la vecchiaia e la morte. In una società che chiede agli anziani di essere invisibili, ho voluto scrivere un romanzo in cui la protagonista è una donna di 79 anni che si innamora del proprio psicanalista con cui da anni prende solo un caffè, un caffè che non vuole essere qualcos’altro perché la società ti impone che non possa esserlo perché l’amore a 79 anni non è concepito. Iris imparerà a non rassegnarsi ad un amore che può essere solo esteriore negli anni della bellezza e della freschezza. Voglio affermare che quando si procede negli anni viene meno la necessità di essere guardati e diventa più importante guardare. Il vantaggio è dipendere meno dal giudizio degli altri e essere notati dai migliori, dagli ‘intenditori’ che vanno oltre uno sguardo superficiale e penetrano oltre l’apparenza. Affermò con forza che la vecchiaia è un incubo che tutti noi abbiamo, ma che c’é una speranza’. 

 
LA VIOLENZA SULLE DONNE – Piangi pure è diventato uno spettacolo teatrale dal titolo ‘Nuda Proprietà’ con 150 repliche in cui il personaggio principale è interpretato da Lella Costa che racconta: ‘Avevo già letto il libro, poi sul treno del ritorno da una iniziativa sulla violenza sulle donne ho letto la riduzione teatrale che mi aveva dato Lidia Ravera durante quell’incontro e non ho potuto che accettare perché ho trovato i personaggi straordinari. In questo spettacolo ci sono tutti gli elementi che ritrovo anche nei miei testi. Viviamo in una società, che è sbagliato definire maschilista, ma che preferisco chiamare misogina, in cui abbiamo bisogno delle quote rose per esserci. Amo ripetere ogni volta che l’unica vera globalizzazione riuscita è quella della violenza sulle donne. In qualsiasi Stato del mondo una donna viene uccisa ogni due o tre giorni dall’Africa, all’Asia e nel nostro Paese. Abbiamo dovuto anche coniare una parola orribile, ma che raccontasse questa realtà che è femminicidio per cercare di mettere l’attenzione su un fenomeno esplosivo. Le donne sono vittime di una  escalation di violenza fisica psicologica, verbale, discriminatoria. Lo spettacolo di Serena Dandini ‘Ferite a morte’ parte dalla vicenda nella scuola di Palermo della diciassettenne uccisa dal fidanzato della sorella che ha ferito anche quest’ultima. Non è un problema di informazione: di notizie ne abbiamo anche troppe, tutto ci viene detto, ma le storie perché divengano nostre devono succedere a noi. In molti miei scritti c’è il problema della prostituzione, che va detto è prima di tutto un problema di sfruttamento della prostituzione.  Ancora nonostante nessuno lo ammetta, le statistiche dicono che in Italia ci sono 9 milioni di clienti, quasi tutti gli adulti se si escludono quelli troppo giovani, maquelli troppo vecchi, gli omosessuali, quelli che si sono placati. Eppure nessuno lo ammette, non conosco nessun che si dichiari cliente, ma neanche nessuno che dichiari di avere un amico che si dichiari cliente. Come quando in Italia vinceva la DC e nessuno l’aveva votata. Poi mi chiedono se sono favorevole al quartiere a luci rosse all’EUR: si da per scontato che è qualcosa che debba esistere la prostituzione, nessuno pensa che si debbano cambiare le persone. Ogni giorno a  Milano vi sono 150 mila incontri a pagamento , ma quando lavorano i milanesi? Certo che c’è il rischio di non chiudere i cantieri dell’Expo. I maschi non stanno tanto bene e bisogna parlarne…si fa finta che problema che sia imbarazzo dei bambini..’. ‘La Prostituzione – le fa eco Lidia Ravera – è una forma di potere dell’uomo sulla donna e del rifiuto del rischio. Nei secoli le donne sono state raccontate da occhi maschili, corteggiate fino al possesso. Da quando esercitano lo sguardo su una donna, l’uomo crede che sia cosa sua. Fino a pochi anni fa la donna non doveva far vedere vivacità intellettuale, non era conveniente’.

PROGETTI FUTURI – Progetti futuri di Lidia Ravera? ‘È pronto il nuovo libro che uscirà a breve e che Lella Costa ha già letto. Scrivo quando mi offendo: mi sono offesa quando ho sentito accostare la parola rottamazione agli esseri umani e alla fine una vocina mi ha raccontato una storia. E se i 30-40enni facessero un partito unico al potere, con delle regole per cui le donne devono fare forzatamente dei figli a 25 anni  e facessero un mondo a parte per gli ultra 60 enni magari separando uomini e donne. Voglio riflettere sul fatto che la giovinezza sia un valore come affermano i 30-40 enni del libro o se la vita abbia le sue età in cui magari ci si possa non sentire invisibili. Nel libro nuovo vi è un forzato ritorno alla natura in cui metto i miei eroi della terza età. Mi piace costruire personaggi maschili per confrontarmi anche con la componente maschile che è in me e credo sia utile identificarsi con un altro sguardo. Mi piace il suono della conversazione femminile.  E Lella Costa? ‘Ho altri progetti teatrali tra cui l’adattamento di questo nuovo libro di Lidia Ravera che ha  bellissime figure femminili. Si apre una discussione sul fatto che giovinezza sia un valore’.
 
Michele Morabito

 
2 marzo 2015
 
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