“Leggere Ortese”: l’universo affettivo di una scrittrice planetaria

4 Novembre 2025

“Leggere Ortese” di Monica Farnetti (Carocci editore) esplora con profondità e visione l’opera di Anna Maria Ortese, rivelandone la ricchezza poetica, la forza ecologica e la profonda attualità.

"Leggere Ortese": l’universo affettivo di una scrittrice planetaria

Cosa significa leggere Anna Maria Ortese, oggi? Cosa resta, davvero, di una scrittrice che ha fatto della parola un atto d’amore verso la vita intera, verso il visibile e l’invisibile, verso l’umano e il non-umano?

Il saggio “Leggere Ortese” di Monica Farnetti, pubblicato da Carocci nella collana Bussole, risponde a queste domande con delicatezza, rigore e visione, offrendo un itinerario colto e coinvolgente nell’opera di una delle voci più singolari della letteratura del Novecento.

“Leggere Ortese” una scrittrice straordinaria da leggere e riscoprire

Leggere Ortese oggi significa imparare a leggere il mondo con occhi nuovi. Non solo gli esseri umani, ma anche gli animali, le piante, le pietre, le città e i sogni: tutto nella sua scrittura è parte di una cosmogonia dolente ma luminosa. Farnetti ci offre una mappa per non smarrirci nei labirinti ortesiani, ma anche per perderci felicemente, alla ricerca di un nuovo alfabeto per nominare l’universo.

Un libro agile, prezioso, necessario, che va dritto al cuore dell’opera e ci insegna che ogni parola può essere cura, ogni frase può aprire un varco, ogni racconto può diventare un rifugio. E che “leggere Ortese” non è mai un esercizio accademico, ma un’esperienza trasformativa.

Anna Maria Ortese, molte vite in una

Nel libro, Farnetti ricostruisce con cura e passione i molteplici volti di Ortese: non solo novelliera e romanziera, ma anche poetessa, saggista, autrice di teatro, scrittrice di viaggio ed epistolografa. Un’artista che ha attraversato generi e forme senza mai cedere alla frammentazione, inseguendo con ostinazione una visione totalizzante dell’esistenza.

La Ortese che emerge da questo volume è tutt’altro che prigioniera dei dualismi canonici che spesso le sono stati attribuiti, realismo magico o realismo sociale, gioia o malinconia, onirico o documentario. È una figura pienamente ecologica, nel senso più ampio e affettivo del termine: una scrittrice capace di riconoscere legami tra tutte le cose viventi, tra il mondo visibile e le sue zone d’ombra, tra i paesaggi terrestri e quelli stellari.

Un’ecologia affettiva per leggere il mondo

Ciò che Farnetti definisce “un’unica e grandiosa ecologia affettiva” è il cuore teorico e poetico del libro. Leggere Ortese significa leggere il mondo con uno sguardo che abbraccia, include, ascolta. Le sue opere sono, secondo Farnetti, archivi celesti e terrestri, pieni di “piccole persone”, animali, bambini, esseri marginali, paesaggi feriti, che la scrittura salva dalla cancellazione.

La ricerca di un posto per sé, e per chi non ha mai avuto un posto nella grande narrazione del potere, è la costante della sua scrittura. Ogni libro, ogni racconto, ogni saggio di Ortese si fa luogo di accoglienza, spazio di relazioni, teatro di visioni. Monica Farnetti ci invita a percorrere questi sentieri non come visitatori distratti, ma come pellegrini dell’immaginazione.

Una guida viva e necessaria

Lungi dall’essere un semplice manuale introduttivo, Leggere Ortese è una guida attiva, vivente, che dialoga con l’opera e la moltiplica, invitando chi legge a farsi partecipe, a sua volta, di questo grande movimento ecologico e simbolico. Farnetti non si limita a riassumere la biografia o a catalogare le opere, ma propone una rilettura fertile, aperta, profondamente contemporanea, capace di restituire all’opera ortesiana tutta la sua potenza visionaria, un’incredibile scrittrice ancora troppo poco conosciuta, che merita di essere riscoperta e conosciuta a fondo, questo saggio è il libro perfetto per iniziare a comprendere il suo mondo e iniziare a leggere tutta la sua opera letteraria.

Ortese in breve

Anna Maria Ortese (1914–1998) è stata una delle voci più indipendenti e poetiche della narrativa italiana del Novecento.

Tra i suoi libri più noti: “Il mare non bagna Napoli”, “L’iguana”, “Il cardillo addolorato”, “La lente scura”.

Ha scritto anche reportage, prose poetiche, lettere, testi teatrali e interventi civili.

Ortese rifiutava l’etichetta di “realista magica” e rivendicava una scrittura “visionaria e morale”.

È stata riletta negli ultimi anni come una pioniera di una sensibilità ecologista, proto-femminista e anti-antropocentrica.

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