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”Leggere è capire il mondo”, Alicia Giménez Bartlett presenta il suo ultimo noir ‘Gli onori di casa’

''Il giallista è il principale testimone della realtà, la mia letteratura nasce dalla gente: ha bisogno di osservare la gente dentro'' con queste parole la scrittrice castigliana Alicia Giménez Bartlett ha condensato la propria concezione del fare letteratura ieri sera, al Chiostro del Piccolo Teatro Grassi di Milano, in occasione della presentazione del suo romanzo, ''Gli onori di casa'', ultimo libro della serie dedicata alle indagini poliziesche di Petra Delicado...
“Gli onori di casa” è l’ultimo giallo della serie poliziesca di successo dell’autrice spagnola, presentato ieri a Milano al Chiostro del Piccolo Teatro Grassi
 

MILANO – “Il giallista è il principale testimone della realtà, la mia letteratura nasce dalla gente: ha bisogno di osservare la gente dentro” con queste parole la scrittrice castigliana Alicia Giménez Bartlett ha condensato la propria concezione del fare letteratura mercoledì scorso, al Chiostro del Piccolo Teatro Grassi di Milano, in occasione della presentazione del suo romanzo, “Gli onori di casa”, ultimo libro della serie dedicata alle indagini poliziesche di Petra Delicado edito dalla casa editrice Sellerio. Alla presentazione è intervenuto l’autore di gialli Marco Malvaldi.

“GLI ONORI DI CASA” –Giunta al decimo volume della serie che vede protagonisti gli ormai celebri investigatori Petra e Fermín, Alicia Giménez Bartlett ha scelto di ambientare la vicenda in Italia, a Roma, poiché è stata riaperta una vecchia indagine le cui tracce portano proprio qui:  l’omicidio dell’affermato imprenditore tessile Adolfo Siguán. Cinque anni prima, la sentenza era stata sbrigativa, ma ai due investigatori basta togliere un poco di polvere dalle vecchie carte per rendersi conto di alcune incongruenze. E come sempre l’ispettrice Delicado e il suo vice si muovono con intelligenza e ironia e giocare fuori casa dà alla coppia, conquistata dalla vacanza romana, una marcia in più. Molti i dettagli curiosi su cui si è soffermato Malvaldi alla presentazione, ad esempio, proprio la profondità e la ricchezza di dettagli e di atmosfere italiane che pervadono il libro: “Io conosco Roma da turista -ha spiegato l’autrice-  per questo devo molto alla mia traduttrice Maria Nicola che ha fatto indagini e ricerche sui quartieri, sui ristoranti, locali e negozi romani in modo da arricchire il mio libro, cambiando anche i nomi, per rendere l’ambientazione più credibile e verisimile”. Un’altra particolarità è che il libro è già uscito in Italia ma non ancora nella lingua originale, ossia il castigliano.

IL LIBRO SPECCHIO DEL REALE – “La mia letteratura nasce dalla gente, sono sempre tra la gente –ha detto Giménez Bartelett- non smette di incuriosirmi la varietà delle persone. Il giallista soprattutto ha questa azione testimoniale: ha bisogno di osservare la gente ‘dentro’, non come uno scienziato osserva gli insetti in laboratorio, ma scavando in profondità”. Molto delineata e apprezzata dai lettori, come ha fatto notare più volte Malvaldi nel corso della serata, è infatti la caratterizzazione dei protagonisti, Petra e Firmin. “C’è una lotta continua, in Petra, tra libertà e amore- dice Malvaldi- lei non vuole essere legata obbligatoriamente alle persone a cui vuol bene”. Così commenta l’autrice: “Petra mi rispecchia, anch’io, come credo chiunque, vivo questo problema complicatissimo: l’amore toglie libertà, entrambi hanno bisogno di spazio totale. È una contraddizione difficilissima da risolvere. Per questo voglio che Petra, che ormai è una mia amica, mi conosce da tanti anni e mi aiuta a evadere dall’altra mia carriera- quella di scrittrice più impegnata- non sia intrappolata nei sensi di colpa, in amore, nel lavoro, voglio che sia libera di seguire il suo istinto, di concedersi i piccoli piaceri che assomigliano a piccole libertà dalla vita. È un personaggio molto più complicato di Firmin, che rappresenta il maschio tipo: quando c’è da mangiare mangia, quando c’è da vedere la partita la guarda…”

RIFLESSIONE SULLA LETTURA
– La provocazione lanciata da Malvaldi “la cultura non si mangia” sull’utilità della lettura, ha suscitato, alla fine della presentazione, una riflessione sul valore della lettura: “Ho letto tantissimi libri, –ha detto la scrittrice spagnola- i classici in un periodo giovanile della mia vita, poi anche qualsiasi altra cosa. Riesco a riconoscere la genialità di ogni dettaglio che per me vale, anche in libri mediocri. La mia felicità è prendere un libro e godermelo alla sera, magari con una birra e la compagnia dei miei due cani. È fondamentale educare i ragazzi al piacere della lettura, non per forza imponendo loro dei programmi accademici, ma lasciando che scoprano con il tempo i propri gusti e perché no, anche i classici. Leggere cambia se stessi, ed è un modo importantissimo per conoscere la realtà, per impossessarsene. E questo è fondamentale nella vita, per ottenere un lavoro, per conquistare una persona, per far funzionare un rapporto umano e tantissime altre cose. Com’è possibile che ancora ci sia qualcuno che crede che leggere non sia utile?”

1 febbraio 2013

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