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Leggere buona narrativa migliora le relazioni con gli altri

Leggere libri di fiction che ci coinvolgano emotivamente ci rende persone migliori, perché aiuta a sviluppare la nostra capacità di provare empatia: lo rivela uno studio condotto alla VU University Medical Centre di Amsterdam, pubblicato su PLOS ONE e segnalato dallo scrittore americano Brian Krans in un articolo apparso il 30 gennaio su Healthline.com, sito di informazione medica...
Una ricerca della VU University Medical Centre di Amsterdam dimostra che i libri di fiction possono favorire la nostra capacità di provare empatia
 

MILANO – Leggere libri di fiction che ci coinvolgano emotivamente ci rende persone migliori, perché aiuta a sviluppare la nostra capacità di provare empatia: lo rivela uno studio condotto alla VU University Medical Centre di Amsterdam, pubblicato su PLOS ONE e segnalato dallo scrittore americano Brian Krans in un articolo apparso il 30 gennaio su Healthline.com, sito di informazione medica.

IL POTERE DEI LIBRI DI FICTION – Un romanzo, spiega Krans, ha il potere di trasportarci oltre i limiti dello spazio e del tempo, conducendoci ad affrontare insieme ai personaggi tutte le loro prove e traversie. Quando ci sentiamo coinvolti nella vicenda raccontata da un libro di fiction possiamo perdere completamente il senso del tempo, e prima di arrivare alla fine ci sentiamo cambiati, anche se la storia che abbiamo letto è completamente inventata. La ricerca scientifica spiega che questo avviene perché quando leggiamo fiction – a differenza di quando leggiamo libri di non-fiction – ci mettiamo in gioco in un’arena protetta, dove possiamo far crollare i nostri meccanismi di autodifesa e permetterci di provare liberamente emozioni forti, che nella vita reale avremmo paura di affrontare. Questo è quanto rivelato dallo studio condotto in Olanda su come le abitudini di lettura possano influenzare la psiche delle persone. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati recentemente su PLOS ONE, la rivista di letteratura medica e scientifica a libero accesso edita da PLOS, organizzazione no-profit di medici e scienziati.

GLI EFFETTI DELLA LETTURA SULLA CAPACITÀ DI EMPATIA
– Il parametro considerato dai ricercatori è il livello di coinvolgimento del lettore nella storia. Studi precedenti hanno infatti dimostrato che leggere storie in cui i personaggi provano certe emozioni o vivono certi eventi stimola la nostra attività cerebrale, come si ci trovassimo noi stessi nel mezzo dell’azione – attività più o meno intensa a seconda di quanto siamo coinvolti. Come affermato dall’autore Premio Pulitzer William Styron, infatti, “Un grande libro dovrebbe lasciarti con molte esperienze, e leggermente esausto una volta arrivato alla fine. Leggendo, vivi parecchie vite diverse.” E la ricerca olandese ha rilevato che un buon libro di fiction – quello che è in grado di scatenare un processo di identificazione nei personaggi – può avere effetti benevoli duraturi sulla capacità di una persona di provare ed esprimere empatia.  La fiction scadente, invece, quella in cui non ci si riesce a identificare, ha effetti esattamente opposti.

LA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ OLANDESE – I ricercatori hanno esaminato 163 studenti dell’università, sottoponendoli a due test separati. Il primo consisteva nel far leggere ad alcuni “The Adventure of the Six Napoleons”, uno dei racconti di Arthur Conan Doyle raccolti in “The Return of Sherlock Holmes” (“Il ritorno di Sherlock Holmes”), ad altri un capitolo di “Cecità” di José Saramago e ad altri ancora reportage sulla rivolta in Libia e sul disastro nucleare in Giappone. Per ciascun soggetto si classificava il livello di identificazione nella storia e di coinvolgimento negli argomenti letti, e si rilevava ogni sentimento di empatia sperimentato.  Nel secondo test i ricercatori esaminavano ulteriormente i soggetti dello studio.

I RISULTATI DELLA RICERCA – Gli studenti che avevano mostrato un forte coinvolgimento nelle storie di fiction che avevano letto erano quelli che mostravano la maggiore capacità empatica, manifestando il più alto livello di empatia una settimana dopo l’esperienza di lettura. “Il presente studio ha mostrato che gli effetti non si presentano immediatamente, ma dopo un periodo di latenza”, conclude il report della ricerca. “È più probabile che la narrativa possa far sentire la sua influenza sul comportamento umano dopo un periodo di una settimana piuttosto che subito dopo l’esperienza di lettura, perché il processo di trasformazione di un individuo impiega del tempo per compiersi.” Gli studenti che avevano letto articoli su fatti di cronaca, quindi non-fiction, non manifestavano invece cambiamenti nel loro livello di empatia. Ma il risultato più sorprendente è quello che riguarda gli studenti che avevano letto fiction ma non si erano sentiti coinvolti nella storia: questi erano quelli che manifestavano i minori livelli di empatia. Sembra infatti che l’esperienza di lettura li lasciasse amareggiati.

GLI EFFETTI DELLA LETTURA SULLA NOSTRA VITA – Se leggiamo un libro che non riusciamo proprio ad abbandonare, insomma, l’effetto che  questo avrà sulla nostra vita non sarà immediato, ma si farà sentire e sarà benefico, ci renderà persone migliori. L’empatia infatti, la capacità di identificarsi negli altri, è un carattere importante della persona: è provato che aumenti la creatività, aiuti a ottenere migliori risultati sul lavoro e favorisca comportamenti positivi e collaborativi.

4 febbraio 2013

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