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”Le biblioteche carcerarie devono essere gestite da un bibliotecario professionista, alla pari di qualsiasi altra struttura pubblica”

Il carcere è il luogo nel quale ogni uomo si pone domande importanti, le classiche domande 'ultime', e occorre garantire ai carcerati un servizio bibliotecario uguale a quello pubblico. E' quanto dichiarato da Emanuela Costanzo e Amelia Brambilla, del Gruppo di studio nazionale AIB sui servizi bibliotecari per le utenze speciali...

Emanuela Costanzo e Amelia Brambilla, del Gruppo di studio nazionale AIB sui servizi bibliotecari per le utenze speciali, spiegano perché all’interno delle carceri sia importante garantire un servizio uguale a quello fornito dalle biblioteche pubbliche

MILANO – Il carcere è il luogo nel quale ogni uomo si pone domande importanti, le classiche domande "ultime", e occorre garantire ai carcerati un servizio bibliotecario uguale a quello pubblico. E’ quanto dichiarato da Emanuela Costanzo e Amelia Brambilla, del Gruppo di studio nazionale AIB sui servizi bibliotecari per le utenze speciali, in merito al Convegno sulle biblioteche carcerarie di domani organizzato da AIB Lombardia che parte oggi presso la Sala di Rappresentanza dell’Università degli Studi di Milano. Emanuela Costanzo e Amelia Brambilla spiegano perché sia importante promuovere i servizi di biblioteca negli istituti penitenziari, dove la richiesta di lettura comprende soprattutto testi di filosofia e religione.

Come si presenta la situazione delle biblioteche carcerarie italiane?
In base all’Ordinamento Penitenziario italiano ogni carcere deve essere dotato di una biblioteca, la quale viene affidata all’educatore. E’ prassi che l’educatore metta a lavorare in biblioteca un detenuto, che viene in genere supportato da volontari che entrano in carcere a vario titolo. In alcune città, però, le istituzioni hanno iniziato a prendere in carico il servizio: a Torino la biblioteca comunale, a Ravenna la Provincia, a Pisa l’Università, in Sardegna e nelle Marche la Regione, il tutto, però, senza un coordinamento che permetta di attivare procedure uguali per tutti.

Quali sono le principali attività svolte all’interno delle biblioteche carcerarie?
Le attività che si dovrebbero svolgere sono esattamente quelle di ogni biblioteca di pubblica lettura: catalogazione, prestiti, restituzioni, prestito interbibliotecario ecc.; ma anche organizzazione di eventi, incontri con gli autori, cineforum. Di fatto, se non c’è un bibliotecario professionista ad occuparsi del servizio molte cose non si riescono a fare.


Come si inserisce questo servizio, all’interno del programma rieducativo dei carcerati?

La cultura, l’informazione, sono un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Fornire la possibilità di leggere significa, innanzitutto, rispettare tale diritto. Inoltre, il lavoro del bibliotecario è un esempio di professionalità che si può acquisire, tanto è vero che ci sono stati dei detenuti che hanno ottenuto la possibilità di uscire a lavorare presso biblioteche esterne grazie all’esperienza acquisita nella biblioteca del carcere.

Qual è la sensibilità dei carcerati? Per quanti un libro rappresenta un modo per “evadere” con la mente?
Non è tanto una questione di "evasione", quanto il fatto che il carcere è il luogo nel quale ogni uomo si pone domande importanti, le classiche domande "ultime": la richiesta di lettura, infatti, comprende soprattutto testi di filosofia e religione.

Quali caratteristiche e particolarità formano la figura professionale del bibliotecario carcerario?
In carcere la biblioteca deve essere gestita da un bibliotecario, come qualsiasi biblioteca pubblica. Il bibliotecario che lavori in un carcere dovrà, in più, essere formato alla conoscenza dell’ambiente nel quale opera per adeguarsi alle misure di sicurezza tipiche degli istituti penitenziari.


Quanta attenzione c’è da parte delle istituzioni relativamente ai servizi culturali all’interno delle carceri?

In questo momento c’è grande attenzione al settore, tanto è vero che è stato istituito un tavolo di lavoro interistituzionale proprio per promuovere i servizi di biblioteca negli istituti penitenziari: il gruppo che lo compone sta elaborando un protocollo d’intesa che sarà firmato dal Ministero della Giustizia, ANCI, UPI, Conferenza delle Regioni e Associazione Italiana Biblioteche.

 

31 gennaio 2013

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