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Le 9 scene più spaventose tratte dai libri per l’infanzia che traumatizzano i piccoli lettori

Essere genitori non è per niente facile. Per impartire ai figli una buona educazione e fargli vivere un’infanzia felice e spensierata si è disposti a tutto: si scollega la TV per costringerli a fare i compiti, si limita il tempo davanti ai videogiochi, si evita di parlare delle notizie di cronaca nera...

Essere genitori non è per niente facile. Per impartire ai figli una buona educazione e fargli vivere un’infanzia felice e spensierata si è disposti a tutto: si scollega la TV per costringerli a fare i compiti, si limita il tempo davanti ai videogiochi, si evita di parlare delle notizie di cronaca nera davanti a loro ma… cosa succede dopo che gli rimbocchiamo le coperte? Accendono l’abat-jour e iniziano a leggere un libro. Niente di male direte voi, anzi! Purtroppo però a volte la letteratura per ragazzi nasconde scene terrificanti e un urlo nel cuore della notte ci desta: ‘Mammaaaa!!!’

  

Sebbene una libreria o una biblioteca possa non apparire agli occhi dei nostri figli come un luogo magico ed estremamente interessante, non immaginano neanche quale cuore oscuro si possa celare tra le pagine di alcuni diffusissimi libri per l’infanzia… Il portale web Bustle ha recentemente elencato le 9 scene dei libri per ragazzi più traumatiche… ve le proponiamo!

 

Nel libro “Luca, la luna e il latte” di Maurice Sendak, più volte censurato, si parla di un ragazzo nudo che sta per essere cucinato da un cuoco con i baffi alla Hitler… un pesante riferimento all’Olocausto.

“I fornai… mescolavano Mickey in pastella, cantando, ‘Latte in pastella! Latte in pastella! Mescolare! Cuocere!’

 

In “Nelle pieghe del tempodi Madeleine L’Engle, la giovane protagonista Meg è costretta a scontrarsi in una battaglia psicologica con un cervello enorme e pulsante chiamato IT per salvare la vita al fratello più piccolo.

“Sapeva che il suo piccolo e debole cervello non poteva competere con questo cervello enorme, senza corpo e pulsante. Rabbrividì mentre guardava IT. Nel laboratorio a scuola c’era un cervello umano e gli studenti più grandi che si preparano per il college devono tirarlo fuori, guardarlo e studiarlo. Meg sapeva che quando quel giorno sarebbe arrivato anche per lei non avrebbe potuto sopportarlo. Ora però non poteva fare a meno di pensare che se solo avesse avuto un coltello da dissezione avrebbe potuto tagliare IT, incidendo spietatamente cervello e cervelletto”.

 

Nella fiaba “La piccola Fiammiferaia” di Hans Christian Andersen, la giovane e disperata protagonista muore congelata mentre ha un’allucinazione sulla sua defunta nonna.

‘Nonna!’ Esclamò la piccola. «Oh, portami con te! Vai via quando il fiammifero si brucia; svanisci come la calda stufa, come il delizioso arrosto, e come il magnifico albero di Natale!’… Ma in un angolo, in una fredda alba, stava seduta la povera ragazza, con le guance rosee e con una bocca sorridente, appoggiata contro il muro – congelata a morte l’ultima sera dell’anno.”

 

Nel romanzo “Coraline” di Neil Gaiman, una bambina riceve il più terrificante dei doni: due bottoni da cucire al posto degli occhi.

Su un piatto di porcellana sul tavolo della cucina c’erano un rocchetto di filo nero e un lungo ago d’argento, accanto due grossi bottoni neri. ‘Io non credo sia il caso’, disse Coraline. ‘Oh, ma noi vorremmo’ disse l’altra madre ‘noi vorremo che tu restassi. Ed è solo una piccola cosa.’

 

Nel libro di “Peter Pan” di James Matthew Barrie, Peter asserisce che sua madre chiuse la finestra a chiave in modo che non sarebbe più potuto tornare indietro e lo rimpiazza con un altro bambino.

‘Molto tempo fa’ disse, ‘Pensavo come te che mia madre avrebbe tenuto per sempre la finestra aperta per me, quindi sono rimasto fuori per lune e lune e lune; ma la finestra era sbarrata, mia madre mi aveva dimenticato, e un altro bambino dormiva nel mio letto.”

 

Nel romanzo “Anna dai capelli rossi” di  Lucy M. Montgomery, Anna si spaventa immaginando un bosco infestato dai fantasmi, e di notte sogna di correre per quei boschi.

“Anne stava camminando. Inciampò mentre era sopra il ponte e rabbrividì quando si trovò sul sentiero. Anne non dimenticò mai quella passeggiata. Si pentì amaramente di aver concesso quelle libertà alla sua fantasia. I folletti si nascondevano tra le ombre, allungavano le mani fredde e scarne per afferrare la ragazzina terrorizzata che li aveva creati con la sua immaginazione.”

 

In “Black Beauty” di Anna Sewell, i docili cavalli venivano maltrattati.

Aveva una frusta con qualcosa di così tagliente verso la fine che a volte faceva sanguinare, mi avrebbe frustato anche sotto la pancia; era fuori di testa. Umiliazioni come queste mi spezzavano il cuore, ma ho fatto del mio meglio, sono andato avanti senza ripensare al passato; il povero Ginger diceva che era inutile; gli uomini sono i più forti.

 

Ne “La spiaggia degli spettri” – uno dei libri più paurosi della serie “Piccoli Brividi”, di R.L. Stine – i tre bambini morti iniziano a decomporsi fino al punto che il lettore intravede gli scheletri.

“LouisaSadler: Non abbiamo mai avuto la possibilità di vivere!

Sam Sadler: Il primo inverno – non è giusto!

LouisaSadler: Non abbiamo mai avuto una vita come tutti!

Sam Sadler: Siamo tutti morti al freddo!

LouisaSadler: Eravamo molto affamati!”

 

Nella versione originale di “Cenerentola” di Charles Perrault, le sorellastre si tagliano parte dei loro piedi.

“Con la madre in piedi vicino a lei, la sorella più grande prese la scarpa per provarla. Non riusciva a infilare l’alluce, la scarpa era troppo piccola per lei. Poi la madre le diede un coltello e disse: ‘Taglia la punta del piede. Quando sarai regina non sarà più necessario camminare’. La ragazza tagliò la punta, costrinse il piede nella scarpa, trattenne il dolore, e andò dal principe.”

 

3 giugno 2015

 

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