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Le 10 copertine dei libri più belle e iconiche di tutti i tempi

La copertina è il biglietto da visita di un libro ed è ciò che più spesso attira il lettore e lo spinge a prodursi in acquisti letterari. Proprio per questo motivo le copertine dei libri dovrebbero essere il più possibile attinenti a ciò che il libro contiene davvero...

Dall’intramontabile Jurassic Parck al super contestato Arancia Meccanica. I libri che sono entrati nella storia della letteratura, grazie anche alla loro rappresentazione cinematografica, sono davvero tanti. Ma a farli diventari esemplari unici, sono state le loro copertine. Alcune edizioni, infatti, vantano una copertina artistica davvro da collezione che ben rappresenta lo storia che il lettore si accinge a leggere. Qual è la vostra preferita?

MILANO – Vi è mai capitato di entrare in libreria e di acquistare un libro semplicemente perché vi siete innamorati della copertina? Sicuramente sì. La copertina di un libro è il suo biglietto da visita e spesso e proprio l’immagine scelta a condizionare il lettore nell’acquisto. Alcune possono essere coloratissime, altre molto semplice ed essenziali. Ma quelle che piacciono di più in assoluto sono quelle più iconiche, ovvero, quelle che dall’immagine di copertina fanno capire esattamente cosa andremo a leggere. Alcune di queste copertine sono davvero da collezione, e ogni booklover sogna di averne almeno una nella propria libreria. Il sito Buzzfeed  ha proposto una lista delle copertine più belle, e più iconichedi tutti i tempi. Noi ve ne riproponiamo alcune. C’è anche la vostra preferita?

IL GRANDE GATSBY di Francis Scott Fitzgerald (1925) – Il dipinto “Occhi celesti” è apparso la prima volta nella prima edizione di questo famosissimo romanzo. Nella copertina troviamo, sulla parte superiore il titolo e sulla parte inferiore  il nome dell’autore, entrambi stampati a caratteri molto evidenti e di un bianco piuttosto acceso. Ai piedi della copertina è raffigurato un luna park esplosivo, allegoria dei ruggenti anni Venti e tutto il resto è pervaso da un blu scuro e intenso come la notte. Il simbolo più evidente è costituito dal volto mimetizzato. Si tratta del volto del dottor T. J. Eckelburg che, nel romanzo,  si scorge a più riprese  su un grande  cartellone pubblicitario posto a metà strada tra New York e West Egg. Gli occhi incombono  come una divinità perduta  ma indagatrice, e nel libro questi occhi  sono un vero e proprio simbolo della perdita della capacità di vivere dei propri miti e l’ancor maggiore perdita dei propri dèi. Chi ha letto il grande Gatsby non può non ricordare gli occhi del dottor Eckelburg.

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IL GIOVANE HOLDEN di  J. D. Salinger (1951) – Michael Mitchell, un famoso illustratore del ventesimo secolo, ha ideato la prima copertina del famoso romanzo di Salinger, il libro più amato dagli adolescenti americani. Una copertina essenziale sulle sfumature del rosso, colore della passione. Al centro è raffigurato il cavallo di una giostra che sembrerebbe pronto ad affrontare qualsiasi pericolo, sullo sfondo una città. I colori e il soggetto rimandano sicuramente alla passionalità e al carattere di Holden Caufield, protagonista indiscusso del romanzo. In realtà J. D. Salinger propose una copertina totalmente bianca per il suo romanzo, copertina che è stata mantenuta dall’Editore Einaudi: lo scopo di questa decisione era far sì che i lettori scegliessero il libro per il contenuto e non per la confezione.

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FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury (1953) –  Joe Pernaciaro e Joseph Mugnaini crearono la copertina della prima edizione del fantascientifico “Fahrenheit 451”. In questo romanzo distopico degli anni Cinquanta, ambientato in un imprecisato futuro posteriore al 1960, è descritta una società distopica in cui leggere o possedere libri è considerato un reato imperdonabile. Per contrastare la pratica della lettura il governo ha istituito un corpo di vigili del fuoco che invece di spegnere gli incendi si occupano di bruciare ogni tipo di libro esistente. Il romanzo nasce come estensione di un breve racconto intitolato “Fireman” e probabilmente la copertina originale prende spunto da questo espediente, infatti, è raffigurato un uomo disperato che si copre il volto con la mano mentre i suoi indumenti di carta stampata prendono fuoco su di lui. Si trova su una pila di libri e i bordi della copertina sono consumati dal fuoco.

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LO HOBBIT di  J.R.R. Tolkien (1937) –  Una copia di questa prima edizione del classico di Tolkien è stata venduta in tempi recenti a sessantamila dollari. Un capolavoro indiscutibile, iconicamente rappresentato da una copertina tricolore. Il verde pervade la scena a simboleggiare la natura, le vette vertiginose sono colorate di un nero che vira leggermente al blu e il cielo è bianco. Un copertina decisamente coerente con i paesaggi evocati da questo romanzo degli anni Trenta-Quaranta, che ancora oggi affascina migliaia di lettori.

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ARANCIA MECCANICA di Anthony Burgess (1972) David Pelham ha progettato questa copertina, ormai diventata un simbolo, dieci anni dopo la pubblicazione originale del libro, nel 1962.  Essendo Alex DeLarge il protagonista e narratore della sua storia non poteva non essere presente anche nell’immagine di copertina dove lo scorgiamo con indosso la tipica bombetta nera e l’occhio metallico che ricorda uno degli ingranaggi tipici degli orologi analogici. Secondo Burgess l’uomo è un orango azionato da meccanismi a orologeria e da questo nasce l’associazione fonetica tra la bestia e il frutto (orange); l’occhio di Alex è un occhio vigile e ricettivo: pronto a scatenarsi all’evenienza.

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IL BUIO OLTRE LA SIEPE di  Harper Lee (1960)  – La copertina di Shirley Smith è semplice e indimenticabile. La traduzione del titolo originale di questo romanzo Premio Pultzer è “Uccidere un usignolo”. Un titolo fortemente simbolico al quale si fa spesso riferimento all’interno del libro: l’usignolo è un animale innocuo che si ciba di insetti ed emette un canto delizioso per questo motivo ucciderlo equivale a commettere un grave peccato. Una metafora che paragona l’uccisione di un animaletto indifeso alla morte di Tom Robinson, giudicata altrettanto inutile e ingiusta. In italiano è stato tradotto “Il buio oltre la siepe” e non si tratta di un titolo casuale, infatti, la protagonista Scout dice apertamente che il buio oltre la siepe è ciò che è sconosciuto pur essendo vicino. Un romanzo che tocca una tematica scottante negli anni Trenta negli Stati Uniti: il razzismo. Un romanzo imperdibile con una copertina semplice ma efficace.

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1984  di  George Orwell (1950) – Un capolavoro del 1950 che ha avuto diverse copertine famose, ma la copertina che viene considerata la più iconica in assoluto è quella pubblicata a metà del ventesimo secolo dove su uno sfondo bianco abbagliante figura  un occhio vitreo e illuminato in modo innaturale. Una copertina definita raccapricciante e inquietante, che ben sintetizza le sensazioni provate dai lettori durante la lettura di “1984”, romanzo distopico per eccellenza. Chi conosce “1984” sa che la metafora dell’occhio che scruta è atta a identificare il potere assoluto che nel romanzo incombe sui cittadini.

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IL PADRINO di  Mario Puzo (1969) –   La famosa copertina presenta la mano di un burattinaio. E’ stata creata da S. Neil Fujita e lo stesso disegno è riportato anche nelle locandine del film che ne è stato tratto. Non è difficile intuire che la mano del burattinaio rappresenta la mano del padrino, capostipite della famiglia italiana mafiosa protagonista di questo romanzo.

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JURASSIC PARK di  Michael Crichton (1990) –  Una copertina ad alto contrasto è quella della prima edizione di jurassic park. Il suo ideatore, Chip Kidd, che si è occupato della realizzazione delle copertine di autori quali Bret Easton Ellis, David Sedaris, Haruki Marukami e altri, ha ideato una copertina essenziale che presenta il teschio di un dinosauro su uno sfondo bianco. Fortemente essenziale e al contempo simbolica dal momento che i dinosauri pervadono le pagine di questo romanzo fantascientifico, che solleva importanti questioni scientifiche come la clonazione e l’ingegneria genetica e li presenta come elementi dal potere talmente vasto da risultare ingovernabili per l’uomo.

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LA CAMPANA DI VETRO di  Sylvia Plath (1978) – Unico romanzo pubblicato da questa autrice morta suicida all’età di trentun’anni. Un libro tragico la cui copertina originale presenta il titolo realizzato in caratteri gotici che, probabilmente, nella sua disperazione coglie l’umore di questo romanzo. La storia contenuta tra queste pagine è il riassunto di molte esperienze vissute in prima persona dall’autrice, esperienze sicuramente tragiche che l’hanno portata a mettere fine alla sua vita con le proprie mani; il tutto contenuto e rappresentato da una copertina di carta antica e usurata, con scritte nere e pesanti e con una rosa ormai appassita che sembra una macchia del tempo che fu.

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Martina Brunetti

26 maggio 2014

 

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