Fra le saghe più amate degli ultimi tempi in Italia e all’estero c’è quella de “L’amica geniale“, nata dalla penna della misteriosa Elena Ferrante, scrittrice (o forse scrittore, o chissà, scrittori?) napoletana che produce le sue acclamate opere sotto pseudonimo ormai da anni generando ciclicamente ondate di curiosità e indagini fra gli appassionati e gli addetti ai lavori.
Ispirata ai fortunati libri di Ferrante è nata una serie tv, altrettanto amata sia nel Bel Paese che altrove, che è ormai giunta alla quarta stagione. Dirette da diversi registi che si sono avvicendati negli anni, la fiction dedicata a “L’amica geniale”, così come i libri in prima linea, ha commosso e fatto innamorare dello stile narrativo di Elena Ferrante, inconfondibile.
I personaggi, così ben caratterizzati e nonostante ciò inafferrabili, la relazione, a tratti morbosa, fra madre e figlia, i legami complessi e ambigui che accompagnano l’età della maturazione… e poi i desideri taciuti perché troppo oscuri, e le paure che rendono ciechi, e una Napoli che pulsa di vita, intensa, spaventosa e mutevole. Elena Ferrante, chiunque essa sia, è unica. Ma se guardando la serie tv ti è venuta voglia di ritrovare le sue atmosfere in altri libri, potresti dare una chance ai cinque che ti suggeriamo di seguito. Ecco cinque libri da leggere se ti è piaciuta la saga de “L’amica geniale”.
Cinque libri da leggere se ti piace “L’amica geniale”
“L’amore molesto” di Elena Ferrante
Se hai amato “L’amica geniale” e non hai letto nient’altro di Elena Ferrante, ti suggeriamo di esplorare il resto della produzione dell’autrice partendo da “L’amore molesto”, il breve e intensissimo romanzo che qualcuno ha definito un “thriller domestico”.
“L’amore molesto” esplora un intricato rapporto madre-figlia attraverso gli occhi della giovane, che seziona i ricordi sulla madre per ritrovare il filo che le unisce, nel bene ma soprattutto nel male. Si tratta di una lettura intima, profonda e dolorosa, che va letta più di una volta per essere assaporata al meglio.
“L’Arminuta” di Donatella Di Pietrantonio
In molti, leggendo i romanzi dell’ultima vincitrice del Premio Strega, hanno ritrovato l’intensità, le atmosfere e le caratterizzazioni tipiche di Elena Ferrante. L’Abruzzo di Donatella Di Pietrantonio è una terra calda e multiforme, a tratti oscura e inospitale, come lo è la Napoli dell’autrice partenopea. I legami che si instaurano fra i personaggi de “L’Arminuta” sono intensi e stratificati, e la loro profondità ricorda quella delle figure nate dalla penna di Ferrante.
Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con “L’Arminuta” fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta.
Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia così questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche più care, l’affetto incondizionato dei genitori.
O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita.
“Daddy” di Emma Cline
Tutti i personaggi de “L’amica geniale” sono caratterizzati da un’oscurità che in loro è connaturata e radicata. Non ci sono figure del tutto positive. I personaggi maschili, tuttavia, sono quelli che, nel corso della narrazione, acquistano i tratti più disforici.
Di loro viene raccontata l’influenza corrosiva sulla vita delle donne, che spesso rimangono irretite senza rendersene nemmeno conto. Se ti interessa una lettura profonda e disturbante che esplori il rapporto di supremazia che spesso si crea fra uomini e donne, ti suggeriamo una raccolta di racconti che non ha eguali: “Daddy”.
Una famiglia perfetta, forse troppo, si riunisce per il Natale sotto lo sguardo di un padre pieno di colpe. Una commessa decide di vendere la propria biancheria intima su Internet per fare qualche soldo.
Un uomo scopre quanto suo figlio può essere crudele. Una baby-sitter provoca uno scandalo e capisce che ama essere al centro dell’attenzione. Una sex addict prova a sedurre un celebre chef televisivo accusato di molestie.
“Un’amicizia” di Silvia Avallone
Se invece hai amato “L’amica geniale” per l’affascinante storia di amicizia che accompagna il percorso di crescita – e di deterioramento – delle due protagoniste, ti consigliamo di leggere un piccolo gioiello firmato da Silvia Avallone, che si intitola “Un’amicizia”.
Tutti credono di conoscere Beatrice: famosa icona social, ammirata e invidiata senza che nessuno immagini davvero quale possa essere il segreto dietro quel sorriso sempre uguale.
Elisa invece è diventata una donna adulta schiva, un po’ all’antica, che non ama le foto e i social, ma che ha deciso di rimettersi in gioco iniziando a scrivere: soltanto il coraggio in quelle parole le permetterà di restituire tutte le storie che porta dentro, a partire dalla loro amicizia.
Se le chiedessero di indicare il momento in cui è cominciata, Elisa non saprebbe rispondere. Al contrario, sulla fine non ci sono dubbi: sono passati tredici anni, ma il ricordo fa ancora male e provare a superarlo equivale prima di tutto a parlarne apertamente.
In questo grande ritorno, Silvia Avallone consegna al lettore un romanzo potente e liberatorio, che ci invita a riflettere sul nostro presente, su temi delicatissimi come il rapporto tra essere e apparire, verità e menzogna, tramite il rapporto più intimo di sempre: l’amicizia.
“Via Gemito” di Domenico Starnone
Chiudiamo con un autore che è stato spesso associato all’autrice de “L’amica geniale”. Alcuni hanno notato le lampanti somiglianze stilistiche e il rapporto d’amore/odio con Napoli. Altri hanno indagato analizzando le collocazioni lessicali presenti nelle opere di Ferrante e in quelle di Starnone.
Altri ancora hanno tentato di risalire a un collegamento osservando i movimenti economici dei due scrittori… Qualunque sia la strada intrapresa, si deve ammettere che le somiglianze che avvicinano la scrittura di Domenico Starnone a quella di Elena Ferrante non sono poche.
Se ami Ferrante per la sua scrittura immaginifica e vivida, adorerai anche Starnone. Ti consigliamo “Via Gemito”, che vede protagonisti un padre e un figlio e il loro rapporto complicato.
Un padre ferroviere strafottente e fantasioso, con la vocazione ostinata di pittore. Un figlio che si è sempre vergognato delle bugie del padre, ma che dopo tanti anni non è più sicuro dell’infallibilità dei ricordi. La memoria è infatti una somma di malintesi, e quanta vita vera può ancora sprigionare la sua confusione, spesso menzognera?
E, soprattutto, come raccontare un uomo che ha romanzato continuamente la sua esistenza, uno che «credeva che le sue parole fossero in grado di rifare i fatti secondo i desideri o i rimorsi»?
È questa la sfida letteraria vinta da Domenico Starnone che con questo libro ha fatto scuola, dando corpo al personaggio indimenticabile di Federí, in un continuo dialogo tra esperienza autobiografica e invenzione narrativa. Un libro straordinariamente nuovo, un classico contemporaneo.
La casa di via Gemito odora di colori e acquaragia. I mobili della stanza da pranzo sono addossati alla bell’e meglio contro le pareti e, prima di andare a dormire, bisogna togliere dai letti le tele messe ad asciugare. Federico, detto Federí, ambizioso e insoddisfatto, desidera essere apprezzato come pittore di talento.
Lavora invece come impiegato nelle ferrovie statali per dare da mangiare alla sua famiglia: alla moglie Rusinè, di una bellezza speciale, e ai loro quattro figli. A distanza di molti anni, è il primogenito a raccontare quel padre, così inquieto nel dimostrare le sue doti artistiche, così vitale e affascinante, ma anche così sopraffatto da insoddisfazioni e delusioni.