Al Festival di Internazionale, nel corso dell’incontro “Trenta giorni per un presidente – L’America alla vigilia delle elezioni”, sono intervenuti David Carr, giornalista del New York Times, Philip Gourevitch, giornalista del New Yorker e JoAnn Wypijewski, columnist per The Nation
FERRARA – Tra circa un mese negli Stati Uniti si andrà al voto, e fino ad oggi tra la popolazione americana ci sono molte incertezze. Questo è emerso al Festival di Internazionale, nel corso dell’incontro “Trenta giorni per un presidente – L’America alla vigilia delle elezioni”. Sono intervenuti nel corso del dibattito David Carr, giornalista del New York Times, Philip Gourevitch, giornalista del New Yorker e JoAnn Wypijewski, columnist per The Nation. A moderare l’incontro, il giornalista Marino Sinibaldi, direttore di RAI Radio3. Nel corso della discussione, ci si è immersi in profondità per capire come si svolgono le elezioni e quali sono le forze propulsive che spingono le persone a votare un candidato piuttosto che un altro.
STRATEGIE ELETTORALI – Negli ultimi quattro anni, quelli di presidenza di Obama, gli Stati Uniti hanno avuto una disoccupazione superiore all’otto per cento. Secondo i partecipanti dell’incontro, questo non favorisce il candidato presidente uscente, in quanto la società americana è ancora molto capitalistica. JoAnn Wypijewski sostiene che se da una parte con Obama l’economia è andata male, i Repubblicani in questa campagna elettorale hanno fatto un grave errore, incentrando principalmente il discorso su una connotazione razziale. Questo, secondo JoAnn Wypijewski, ha spinto Romney, soprattutto al inizio, in una situazione di difficoltà. Un altro elemento che può far spostare i voti da un candidato all’altro sono i temi sociali. Al contrario di Bill Clinton, che nel ’92 vinse soprattutto perché la sua politica metteva al centro la persona come individuo, Obama ritiene necessario ed importante discutere invece su una possibile legge che possa portare al matrimonio tra le coppie omosessuali, oppure regolamentare in modo meno stringente rispetto ad adesso la legge sull’aborto. Argomentazioni che non sono piaciute all’elettorato cattolico.
L’INFLUENZA DEI MEDIA – Un’altra differenza tra i due candidati consiste nella volontà di Mitt Romney di tornare al “Sogno Americano”; nei giovani questo viene visto come qualcosa di obsoleto. “La gente sceglie i media come un atto di voto” Sostiene Carr, secondo il quale soprattutto la popolazione giovanile, forte della sua capacita nell’uso di internet e dei social media, come Twitter, avrà un ruolo decisivo nella scelta del candidato. “In America – prosegue Carr – la maggior parte della gente crede al racconto che viene fornito dal proprio media di riferimento”. Gourevitch, sostenendo la tesi di Carr, prosegue affermando che Obama riuscì a vincere le scorse elezioni proprio grazie a queste nuove modalità comunicative che, rispetto ai suoi avversari, sapeva utilizzare meglio, tanto da farli sembrare più deboli.
SITUAZIONE INCERTA – Un altro fatto che avrà una rilevanza storica, e quindi un peso dal punto di vista elettorale, è che il prossimo Presidente dovrà nominare un giudice della Corte Suprema, che inevitabilmente sarà espressione diretta del suo pensiero politico. Mettendo assieme tutte queste informazioni possiamo capire come la situazione sia ancora molto incerta, e secondo la carta stampata americana tutto sarà deciso dai moderati, fondamentali per la vittoria di uno o l’altro candidato.
Marco Ruscetta
8 ottobre 2012