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La tua sfortuna è la mia gioia

Ieri sera non sapevo che fare e mi son messa a scrivere questo breve racconto che vi propongo. Non abbiate timore ad esprimere anche un parere non positivo, si tratta solo di una parentesi che mi sono concessa...

Ieri sera non sapevo che fare e mi son messa a scrivere questo breve racconto che vi propongo. Non abbiate timore ad esprimere anche un parere non positivo, si tratta solo di una parentesi che mi sono concessa, essendo io, più capace, per natura, ad esprimere emozioni e stati d’animo in forma poetica. Vi dirò anche che per scrivere queste poche righe ho impiegato un bel po’ di tempo (in proporzione al contenuto che non è niente di che), eppure mi rendo conto che non sembrerebbe. Mentre, per scrivere una poesia, impiego veramente molto poco, riuscendo spontaneamente ad esprimere al massimo tutto il mio sentire del momento. Buona lettura

"Che sfortuna!", esclamò Johnny, "Dovrò rinunciare al viaggio in Spagna con Michael e il suo amico Sam".

Johnny, un paio di ore prima, era ruzzolato come una patata, dalle scale di casa e adesso si trova a fare i conti col referto ortopedico, dopo i quaranta minuti di attesa per far la lastra: frattura scomposta del piede destro, minimo un mese di gesso fino al ginocchio, in piena estate e col biglietto Ryanair che gli fa ciao ciao dal secondo cassetto del comò, con obbligatoria pernacchia.

"Per punizione ne farò un aeroplanino per il piccolo Luca" bofonchia tra se e sè Johnny.

Intanto il gessista completa l’opera d’arte drammatica. "E non è previsto neanche il rimborso. Maledizione! Doppia sfortuna!", impreca Johnny, dopo aver saluto e lasciato la sala gessi.

Ora aspetta che Michael venga a prenderlo per riportarlo a casa. Fu proprio lui che andò in soccorso a Jhonny, non appena il poveretto si riprese dal capitombolo tanto da riuscire a telefonargli. Eccolo che arriva, Vedendo l’amico col gesso si rammarica molto, soprattutto perchè Johnny non sarà dei loro, tra le strade di Madrid.

Dopo aver riportato lo sortunato amico a casa, lungo la strada per il suo quartiere, Michael, munito di modernissimo auricolare, chiama Sam per informarlo dell’accaduto. "Il cellulare potrebbe essere spento o irraggiungibile", ecco il verdetto della vocina più odiata degli ultimi quindici anni, da metà della nazione.

E dai una, due e tre richiamate automatiche e finalmente il "Pronto?" dall’altra parte. Tra un dare precedenza ed un semaforo rosso eterno, Michael informa Sam della sventura di Johnny e, uditi i commenti di Sam, tutto d’un tratto frena bruscamente per infilarsi in un mezzo parcheggio. "Ma stai scherzando Sam? Che vai dicendo?".

"Affatto, non sto affatto scherzando", replica Sam. "Te lo ripeto. Mi spiace per Johnny ovviamente, però almeno se ne sta a casa e non viene con noi a Madrid. Non potevo sopportare di visitare per la prima volta la città dei miei sogni, in compagnia di una persona che mi sta veramente tanto antipatica. Non ti offendere Michael, ma il tuo amico mi è estremamente indigesto, a pelle. E poi l’idea iniziale era di fare il viaggio io e te soli. Non mi piace chi si intrufola nei progetti altrui e non mi andava di oppormi alla sua invadenza perchè tu sembravi contento. Che fortuna per me! Quel piede rotto! Che gioia!"

13 settembre 2013

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