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“La Portalettere”, 5 libri da leggere se ti è piaciuto il romanzo di Francesca Giannone

Il romanzo d'esordio di Francesca Giannone ti è rimasto nel cuore e cerchi una lettura che te lo ricordi, anche solo nelle atmosfere? Ecco 5 libri da leggere se ti è piaciuto "La Portalettere".

Con “La Portalettere“, Francesca Giannone ci ha trasportato nel cuore della storia di Anna Allavena, prima portalettere donna di tutto il Sud Italia.

Un romanzo che unisce il tema femminile a quello del racconto di formazione, in una cornice storica e geografica che, insieme alla trama e allo stile, ha rapito i lettori tanto che il libro è stato in cima alle classifiche dei titoli più acquistati in Italia sin dalla sua uscita.

Se anche a te è piaciuto “La Portalettere” e stai cercando un romanzo che te lo ricordi per atmosfere, tematiche o ambientazione, continua a leggere: ecco 5 libri da leggere se ti è piaciuto “La Portalettere”.

5 libri da leggere se ti è piaciuto “La Portalettere”

La Malnata” di Beatrice Salvioni

“La malnata” è un romanzo che ti ricorderà “La Portalettere” per l’ambientazione storica e per la presenza di una protagonista femminile decisa a rivendicare il suo ruolo nel mondo.

Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite.

È Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lì. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango.

Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata.

Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.

Caffè amaro” di Simonetta Agnello Hornby

La serie di Simonetta Agnello Hornby, oltre ad avere in comune con “La Portalettere” l’ambientazione meridionale e lo sfondo storico, parla, come il romanzo di Francesca Giannone, di un amore possibile e di uno impossibile.

Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala e, in maniera meno evidente, all’amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di fratello maggiore.

Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d’azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati…

Ultime sere con Teresa D’Avila” di Cristina Morales

Questo è un romanzo particolare, che de “La Portalettere” condivide la natura biografica e anche una certa propensione per la lotta contro il maschilismo imperante nelle epoche passate. Il personaggio protagonista, lo conosciamo tutti. Qui, lo troverai in una veste diversa.

Alla soglia dei cinquant’anni, Teresa d’Ávila si trova ospite nel palazzo di donna Luisa de la Cerda con il compito di consolare la padrona di casa, rimasta vedova da poco.

Qui, oltre a gettare le basi per la fondazione del suo nuovo convento, Teresa attende alla stesura di quello che sarà un testo cardine del genere autobiografico, il Libro della Vita. Ma… e se la santa avesse lavorato in parallelo a un diario più intimo, redatto per evocare il suo passato e raccontarsi come essere umano, non solo come religiosa?

Cristina Morales reinventa una straordinaria e suggestiva figura femminile che diventa simbolo di radicalismo ed emancipazione, una Teresa, se non libera da vincoli e doveri, sicuramente pronta a combatterli, una donna capace di determinare il proprio destino in una società pensata da e per gli uomini.

I nomi propri” di Marta Serrano Jiménez

“La Portalettere” è un romanzo storico, un romanzo femminista, un romanzo biografico ma, prima di tutto, è un romanzo di formazione. Come l’originale “I nomi propri”.

Chi è Belaundia Fu? È la migliore amica di Marta a sette anni: l’amica immaginaria che, quando le cose non vanno come previsto e nemmeno la nonna riesce a confortarla, si siede con lei e aspetta che si senta meglio.

Belaundia Fu è la voce ragionevole, ideale e infallibile che, quando Marta ha sedici anni e preferisce non ascoltare, le dice la verità in faccia: per esempio, che quel ragazzo, Charlie, non va bene per lei.

Ma quando Marta ha ormai compiuto ventidue anni, quando si è laureata, quando comincia a prendere decisioni che segneranno il resto della sua vita, cosa ci fa Belaundia Fu ancora lì? È ancora lì perché è lei che ha sempre raccontato a Marta la sua storia. “Chi è Belaundia Fu?”, ci chiediamo; eppure la domanda che conta davvero è: chi è Marta?

Oliva Denaro” di Viola Ardone

Anche “Oliva Denaro” ha parecchi punti in comune con “La Portalettere”, a cominciare dalla forza prorompente della protagonista, pronta a tutto per essere libera in un mondo ancora troppo patriarcale.

La colpa e il desiderio di essere liberi in un romanzo di struggente bellezza.

«Io non lo so se sono favorevole al matrimonio. Per questo in strada vado sempre di corsa: il respiro dei maschi è come il soffio di un mantice che ha mani e può arrivare a toccare le carni». Viola Ardone firma un’intensa storia di formazione.

Quella di una ragazza che vuole essere libera in un’epoca in cui nascere donna è una condanna. Un personaggio femminile incantevole, che è impossibile non amare. Un rapporto fra padre e figlia osservato con una delicatezza e una profondità che commuovono.

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