Marco Buticchi intreccia epoche lontane, personaggi reali e finzione in un romanzo d’avventura che si snoda fino a raggiungere un’indagine contemporanea.
“La più bella del mondo” un romanzo-ponte tra storia e spionaggio
Edito Longanesi e fresco di stampa, il libro di Buticchi rimette in pista la coppia di lungo corso Oswald Breil & Sara Terracini, trascinandoli a Hollywood durante la Notte degli Oscar 2026, dove un delitto “da cecchino” in diretta TV accende la miccia del thriller.
Lugh e il potere di Artino
Tutto comincia nel I secolo a.C., quando un villaggio gallico viene incendiato per stanare la druida Artio, che però riesce a darsi alla fuga assieme al suo apprendista Lugh. Tuttavia, all’invasione di Giulio Cesare, il giovane viene catturato e trascinato al seguito dell’esercito. Finisce così in Egitto, alla corte di Cleopatra, dove perfeziona le arti magiche ricevute dalla maestra quando ancora erano in Gallia.
Sullo sfondo di una civiltà che mescola scienza, culto e potere, nasce il mito di fondazione del romanzo: un nucleo di conoscenze, o un manufatto, che attraversa i secoli ed è pronto a riemergere quando meno ce lo si aspetta…
Anni Venti, dall’Europa a Hollywood, nasce Hedy Lamarr
Siamo negli anni Venti del ‘900. Hedwig Kiesler cresce a Vienna, approda presto alla recitazione — il caso “Estasi”, 1933 —, sposa il magnate delle armi Fritz Mandl e, tra ricevimenti e riunioni di lavoro, impara a memorizzare informazioni. Il matrimonio diventa però una gabbia e la sua via di fuga si presenta brillante e luminosa: Hollywood.
Cambia il nome in “Hedy Lamarr”, viene pubblicizzata come “la donna più bella del mondo” e diventa stella del sistema degli studios. Durante la guerra, Hedy co-firma un brevetto — con il compositore George Antheil — per un sistema di frequency hopping destinato a proteggere i siluri radioguidati dalle interferenze — una tecnologia che sarà riconosciuta in seguito come precursore dello spread spectrum, alla base di molte comunicazioni wireless moderne.
Il brevetto della discordia
Nel 1942 Lamarr e Antheil ottengono il brevetto statunitense per un dispositivo di “frequency hopping”, ossia a salti di frequenza. L’idea non viene adottata subito dalla Marina, ma i suoi principi riemergono più tardi, negli anni ’60 e influenzeranno tecnologie come GPS, Wi-Fi e telefonia cellulare di cui oggigiorno non possiamo più fare a meno.
Hollywood 2026: la miccia contemporanea
Oswald Breil e Sara Terracini sono agli Oscar. L’Academy premia Daniel Berg, produttore ebreo, ma al momento della standing ovation parte un colpo di precisione che lo fredda.
Breil nota un dettaglio e collabora con gli inquirenti; da lì cominciano le minacce, i depistaggi, la ricomparsa di piste legate al passato europeo di Hedy Lamarr e all’antico segreto egizio che riguarda Lugh. È la consueta dinamica “alla Buticchi”: il cold case della Storia che spiega il crimine di oggi.
Hedy Lamarr, oltre il mito: cosa c’è di vero
Buticchi costruisce una Hedy ambivalente: icona glamour e intelligenza tecnica.
Il personaggio storico regge: Lamarr (Vienna, 1913/14 – Florida, 2000) fu effettivamente una diva di prima grandezza e, al tempo stesso, co-inventrice di un sistema di salto di frequenza pensato per impedire il jamming dei siluri. La storiografia popolare ne ha esaltato il ruolo: musei e voci enciclopediche ricordano l’importanza del brevetto e la riscoperta tardiva della sua intuizione scientifica.
Breil & Terracini: la continuità di una saga
I lettori storici riconosceranno la struttura-marchio dell’autore: scene d’epoca unite a dossier novecenteschi e alla caccia nel presente. Il ritorno di Oswald Breil (ex agente con robuste relazioni nell’intelligence) e di Sara Terracini (studiosa, restauratrice, archeologa) rilancia una serie di titoli che, dal 2000 in avanti, ha creato un universo riconoscibile nell’avventura italiana.
Il ritmo serrato: tre registri che si inseguono
La Gallia egizia sprona l’incipit narrativo con un epico rituale, l’Europa imbocca tra le due guerre con uno scorcio di spionaggio “glamour” dove l’attrice “più bella” identifica e memorizza tutti quelli che siedono a tavola, prima di passare a una Hollywood innovativa, che dà la vita a una delle tecnologie più avveniristiche della Storia. E solo allora ci spostiamo nell’oggi.
Il romanzo alterna capitoli brevi e blocchi di ricostruzione, evitando lunghe spiegazioni tecniche. L’effetto è un page-turner pulito: ogni time-line si chiude con un gancio che spinge alla successiva.
Un “caso editoriale” costruito sul personaggio
Il titolo richiama lo slogan con cui Lamarr venne spesso promossa (“la donna più bella del mondo”/“la più bella d’Europa”): un marchio che la rese icona ma offuscò per decenni il suo lato intellettuale. Buticchi ribalta il frame: la bellezza qui è esca narrativa; al centro restano scelte, paure e competenze della protagonista storica.
Il romanzo adotta l’architettura classica dell’autore: tre timeline che si inseguono, un motivo storico che riaffiora nel presente e un’indagine in cui Oswald Breil e Sara Terracini riportano alla luce ciò che la Storia ha sepolto.