Sei qui: Home » Libri » “La pietra di luna” di Wilkie Collins, uno dei migliori gialli di tutti i tempi

“La pietra di luna” di Wilkie Collins, uno dei migliori gialli di tutti i tempi

Riscoperto in Italia negli ultimi decenni grazie alle edizioni curate da Fazi, Wilkie Collins è stato uno degli autori più amati dell'era Vittoriana. Il suo "La pietra di luna" è ritenuto uno dei migliori gialli di tutti i tempi.

Ci sono libri che hanno segnato un’epoca ma che, nostro malgrado, sono rimasti lontani per lungo tempo dagli occhi del grande pubblico. È il caso de “La pietra di luna“, il cui titolo originale è “The Moonstone“, il capolavoro con cui Wilkie Collins si conferma maestro del mistero e del poliziesco, di cui da molti è ritenuto anche il padre.

In occasione dell’anniversario dello scrittore inglese, nato l’ 8 gennaio 1824, non potevamo non dare inizio alla giornata scoprendo, appunto, “La pietra di luna”.

“La pietra di luna”, la sinossi

La pietra di Luna, prezioso e antico diamante giallo originario dell’India, dopo una serie di avventurose vicissitudini nel corso dei secoli, arriva infine in Inghilterra e viene donato a una giovane nobildonna di nome Rachel Verinder nel giorno del suo diciottesimo compleanno.

Il gioiello, di valore inestimabile, scompare in circostanze misteriose quella notte stessa e un famoso investigatore, il sergente Cuff, viene incaricato di risolvere il caso. L’indagine, per quanto accurata, non porta a nessun risultato e causa, anzi, sgomento e confusione sia tra i membri della famiglia che nella servitù. A fare da sfondo a questo giallo c’è una romantica storia d’amore.

Uno dei gialli più avvincenti di sempre

C’è un motivo se “La pietra di luna” è ritenuto uno dei migliori gialli di tutti i tempi. O forse ce ne sono diversi.

Cominciamo col dire che l’impianto dell’opera risulta originalissimo per via degli espedienti messi in opera da Collins: leggiamo un libro frammentato, in cui vari punti di vista si incrociano e si scontrano, fornendo al lettore tanti elementi di analisi e altrettanti distrattori.

Ci muoviamo alla scoperta del misterioso furto di una misteriosa pietra. La collocazione esotica della pietra, il suo rocambolesco viaggio, perfino il tempo dilatato dell’intreccio, concorrono a creare un’atmosfera fuori dal comune che rende difficile l’abbandono della lettura.

Wilkie Collins utilizza stralci di giornale, pagine di diari di bordo, resoconti dettagliati e tante altre fonti di diversa natura per restituirci un racconto in cui al lettore sono forniti tutti gli indizi per risolvere il caso insieme al sergente Cuff. In mezzo a tali indizi, tuttavia, semina elementi di disturbo, false piste che rendono la lettura ancor più coinvolgente.

“La pietra di luna” è un libro che si divora, e fa venir voglia di leggere tutti i romanzi di Wilkie Collins.

Chi è Wilkie Collins

Wilkie Collins è un importante scrittore britannico, ritenuto il padre del genere poliziesco.

Nasce a Westminster l’8 gennaio 1824 da una famiglia di estrazione modesta. Il padre, paesaggista, sogna per Wilkie un futuro quanto più distante possibile dal campo artistico.

Infatti, prima di scoprire la passione per la scrittura, l’autore de “La pietra di luna” si cimenta nel commercio del tè prima e negli studi legali poi, senza tuttavia trovare la sua strada.

Conseguita l’abilitazione in legge, Collins matura sempre di più la vocazione per la scrittura. Il desiderio di spingersi oltre all’ambito dilettantistico nasce dopo la stesura di un mémoire dedicato al padre scomparso.

Nel 1850 pubblica il suo primo romanzo, “Antonina”; due anni dopo arriva “Basil”, che riscuote un discreto successo.

Proprio nel 1852, Collins fa la conoscenza di Charles Dickens e comincia a collaborare al giornale di quest’ultimo. Il legame professionale e personale si consolida tanto che i due diventano grandi amici.

Il maestro del mistero

L’amicizia di Wilkie Collins e Charles Dickens segna un momento fondamentale nella storia della letteratura: i due decidono di intraprendere un viaggio alla volta della Francia.

Quando fanno ritorno in Inghilterra, portano con sé “Recueil des causes célèbres“, di Maurice Mejean, un libro che raccoglie molti fra i più celebri e recenti casi giudiziari legati alla cronaca nera del tempo.

Nell’epoca in cui la società inglese è invitata al massimo pudore e conservatorismo, il grande pubblico prova grande piacere nella devianza e nella trasgressione. Così, i casi di cronaca nera affascinano, incuriosiscono, creano terreno fertile per quel sensazionalismo che presto trova spazio nei giornali, nelle riviste e perfino nei romanzi.

Wilkie Collins comincia a studiare, e dà vita a una serie di opere uniche nel loro genere, che prendono spunto dai più noti fatti di cronaca nera del tempo – e fra avvelenamenti domestici, rocamboleschi furti e scambi di persona ce n’è per tutti i gusti – e mescolano generi letterari e punti di vista.

“La donna in bianco”, ispirato alla cronaca ma anche a un evento accaduto allo stesso autore, esce nel 1860 e sancisce il successo di Collins come maestro del mistero, dei romanzi a tinte forti e del poliziesco.

Otto anni dopo esce “La pietra di luna”, ritenuto il capolavoro dell’autore inglese ma non altrettanto apprezzato dai contemporanei. Alla morte di Dickens, avvenuta nel ’70, anche la fama del collega e amico comincia a scemare. Per sopportare la delusione, si rifugia nell’oppio.

Wilkie Collins si spegne a Londra il 23 settembre 1889; viene seppellito al Kensal Green Cemetery.

© Riproduzione Riservata