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“La formula del sentire”, il libro che celebra la magia del profumo tra emozioni e memoria

La formula del sentire, libro di Marco Martello, offre una prospettiva sull'universo delle fragranze e la loro capacità di narrare storie ed emozioni.

La formula del sentire: il profumo, non è semplicemente un accessorio o un ornamento. È un’estensione intima della nostra essenza, un ponte invisibile che collega le emozioni, i ricordi e l’identità. Qual è il profumo che riesce a suscitare in te una sensazione di gioia ogni volta che lo percepisci? Forse un sentore floreale, agrumato o speziato che evoca momenti di felicità. E quale fragranza, invece, ti riporta istantaneamente tra le vie della tua infanzia?

La formula del sentire, libro di Marco Martello, indaga proprio su queste connessioni profonde, offrendo una prospettiva unica sull’universo delle fragranze e la loro capacità di narrare storie ed emozioni.

La formula del sentire

Sinossi del libro

Qual è il profumo che riesce a suscitare in te una sensazione di gioia ogni volta che lo percepisci? E quale effluvio ti riporta istantaneamente tra le vie dei luoghi della tua infanzia? Il profumo non è mero ornamento, ma un’estensione intima della nostra essenza. L’atto di profumarsi rappresenta uno sforzo di ristabilire l’armonia in un universo caotico, attingendo dal nostro io più profondo per affermare la nostra identità o appartenenza, e per inviare un messaggio chiaro al mondo che ci circonda.

“La formula del sentire” è un’antologia del profumo attraverso il tempo e lo spazio alla scoperta del linguaggio delle fragranze, del ruolo storico che i profumi hanno ricoperto e della loro funzione nella società contemporanea. Partendo dalle esperienze personali dell’autore, un raffinato collezionista di fragranze, e dalle storie di creativi e maestri del profumo di fama internazionale come Olivier Cresp, Meo Fusciuni, Luca Maffei e Julien Pruvost, avrai non solo l’opportunità di riportare alla luce ricordi apparentemente perduti, ma anche di comprendere da vicino la potenza comunicativa dell’accordo olfattivo che ti accompagna quotidianamente.

La fragranza come linguaggio universale

Nel libro, Martello esplora il profumo come un vero e proprio linguaggio. Il profumo non è solo qualcosa da “indossare”, ma un mezzo per comunicare chi siamo, cosa sentiamo, e quale messaggio vogliamo trasmettere al mondo. Attraverso le fragranze, possiamo esprimere appartenenza, desiderio di armonia o anche ribellione. Martello descrive l’atto di profumarsi come un tentativo di ristabilire un equilibrio in un universo caotico, attingendo dal nostro io più profondo.

Questa visione si traduce in un’antologia olfattiva che percorre epoche e luoghi, tracciando il ruolo storico e culturale delle fragranze. Attraverso aneddoti e riflessioni personali, Martello invita il lettore a riflettere su come i profumi influenzino non solo il nostro quotidiano, ma anche la nostra percezione di noi stessi e degli altri.

L’arte e la scienza del profumo

Uno degli aspetti più affascinanti de “La formula del sentire” è l’approfondimento sul lavoro dei grandi maestri del profumo. Marco Martello introduce figure iconiche come Olivier Cresp, creatore di fragranze leggendarie, Meo Fusciuni, poeta dei profumi artigianali, Luca Maffei e Julien Pruvost, ognuno con la propria visione e filosofia olfattiva.

Attraverso le loro storie, emerge un mondo di creatività e precisione scientifica, in cui la creazione di un profumo è paragonabile alla composizione di un’opera d’arte. Martello porta il lettore dietro le quinte della profumeria artistica, svelando i segreti degli “accordi” olfattivi e il potere evocativo che essi contengono.

Il profumo come custode dei ricordi

Uno dei temi centrali del libro è il legame tra profumi e memoria. Una fragranza ha la capacità di riportare alla luce ricordi che pensavamo perduti, come un viaggio in un luogo lontano o un momento di infanzia. Questa capacità del profumo di attraversare il tempo e lo spazio è parte integrante della sua potenza comunicativa.

Martello invita il lettore a riflettere su come le fragranze che scegliamo ogni giorno possano influenzare non solo il nostro stato d’animo, ma anche le relazioni con gli altri. Il profumo, infatti, diventa un modo per lasciare un’impronta indelebile nella memoria altrui.

Un viaggio personale e universale

“La formula del sentire” non è solo un libro per gli amanti del profumo, ma un’opera che parla a chiunque voglia esplorare il proprio mondo interiore. Attraverso l’esperienza personale dell’autore e le storie dei maestri del profumo, il lettore viene accompagnato in un viaggio alla scoperta di sé stesso.

Alla fine della lettura, ci si ritrova con una maggiore consapevolezza dell’importanza delle fragranze nella nostra vita quotidiana e della loro capacità di raccontare chi siamo. Il libro ci ricorda che ogni profumo è una storia in bottiglia, pronta a essere scritta, raccontata e vissuta.

Intervista all’autore

Cosa l’ha spinta a scrivere La formula del sentire? È nato da un’esperienza personale o da un desiderio di esplorare il mondo delle fragranze in modo più profondo?

“La formula del sentire” è il frutto di un viaggio, sia nel senso più pratico e, se vogliamo, canonico che in quello più astratto della parola. Non le nego che, se non altro in alcune sue parti, non è stato un viaggio semplice da affrontare, ed è per questa ragione che ho provato un senso di gratitudine e, al tempo stesso, una sorta di sollievo una volta giunto alla fine. Del resto, mi sono buttato in questa avventura con tanto coraggio quanta incoscienza, senza essere consapevole fino in fondo dei ricordi e delle emozioni assopite con cui avrei dovuto fare i conti…

Crede che il profumo sia un linguaggio universale o che la sua percezione sia più influenzata da cultura e contesto personale?

Quello del profumo non è un linguaggio universale: l’esperienza olfattiva è, in gran parte, determinata dal bagaglio emotivo e culturale al quale si attinge. È per questa ragione che una stessa fragranza può suscitare reazioni opposte in persone diverse.

Quale crede sia il segreto del potere evocativo delle fragranze? Perché un profumo è in grado di far riaffiorare ricordi che pensavamo dimenticati?

La ragione è più semplice di quello che si potrebbe immaginare e ha a che vedere con il modo in cui il nostro cervello è strutturato. Le informazioni olfattive, dopo essere state raccolte, confluiscono infatti nel sistema limbico, che ha il compito di attribuire una risposta emotiva agli stimoli esterni ed è strettamente connesso alla memoria.

Esiste una fragranza che per lei rappresenta un legame inscindibile con l’infanzia o con un momento specifico della sua vita?

Ce n’è più di una, a dire il vero. Nel parlare della mia infanzia, mi tornano infatti alla mente tre fragranze: “Aromatics Elixir” di Clinique, “Eau Sauvage” di Dior, e “Trésor” di Lancôme. Questi sono i profumi che indossavo le persone a me più vicine, nonché le prime fragranze con le quali io sia mai entrato in contatto.

Nel libro parla di grandi maestri del profumo come Olivier Cresp e Meo Fusciuni. Cosa l’ha colpita di più nel loro processo creativo?

Probabilmente, il loro essere in grado di vedere la formula davanti ai loro occhi ancor prima di averla messo nero su bianco.

Creare una fragranza è spesso paragonato alla composizione musicale o pittorica. Come descriverebbe il rapporto tra arte e scienza nella profumeria?

Si tratta di un legame indissolubile. Spesso ci si focalizza su tutto ciò che è espressione di creatività, trascurando l’aspetto tecnico-scientifico, ma è importante ricordare che un naso è prima di tutto un buon chimico. Se un tecnico senza  doti creative avrà infatti non poche difficoltà a coinvolgere ed emozionare con le sue fragranze, un creativo senza competenze tecniche faticherà a tradurre olfattivamente il proprio immaginario.

Secondo lei, quale ruolo ricoprono le fragranze nella vita quotidiana delle persone oggi? È cambiato rispetto al passato?

È indubbio che il profumo ricopra un ruolo    sempre più importante nella nostra vita di tutti giorni, ma ciò che è interessante notare è come il nostro approccio al mondo delle fragranze sia drasticamente cambiato nel corso degli anni. Innanzitutto, la tendenza che vi era un tempo a scegliere e rimanere fedeli a una sola fragranza per tutta la vita ha ormai lasciato il posto al concetto di “guardaroba olfattivo”.

In secondo luogo, a essere cambiato è il bisogno che motiva la scelta d’indossare un profumo: questa necessità non ha più soltanto a che vedere con il voler “sapere di buono”, ma con il riconoscere in un profumo una sorta di estensione della propria persona e servirsene per comunicare un messaggio identitario.

Come crede che le fragranze influenzino le nostre relazioni con gli altri? Possono realmente lasciare un’impronta nella memoria di chi ci circonda?

Assolutamente, sì. A questo proposito, nel libro racconto un aneddoto che mi piace sempre ricordare. Al termine di un workshop a tema fiori e profumi, a cui ho partecipato in veste di esperto di fragranze, una signora ha confessato di aver vissuto un’intensa storia d’amore con un uomo che non rientrava nei suoi canoni estetici e nemmeno in quelli caratteriali soltanto per il profumo che indossava. Trovo che questa sia una bellissima testimonianza del potere che il profumo ha e del modo in cui riesce a influenzare le nostre relazioni interpersonali.

Quale consiglio darebbe a chi desidera scegliere un profumo che rappresenti al meglio la propria personalità?

Il mio consiglio è quello di porsi in una dimensione d’ascolto, chiudendo gli occhi e lasciandosi guidare soltanto dal proprio naso e dal proprio cuore. Penso infatti che, in queste circostanze, siano le sensazioni che proviamo e non dei ragionamenti fini a se stessi a rappresentare il nostro miglior alleato…

Qual è la fragranza che per lei suscita una sensazione di gioia ogni volta che la percepisce?

Ogni volta che vaporizzo sulla pelle “Dormir al sol” di Frassaï, marchio di nicchia fondato nel 2013 dall’argentina Natalia Outeda, provo un senso di profonda gioia e calma.

Se c’è un messaggio che vorrebbe lasciare ai lettori di La formula del sentire, quale sarebbe?

I messaggi che vorrei lasciare sono diversi, ma penso che il più importante sia un invito a giocare, divertirsi, e sperimentare con il profumo, senza mai aver paura di sbagliare o essere troppo duri con se stessi.

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