Sei qui: Home » Libri » La cultura è viva solo se parla al popolo

La cultura è viva solo se parla al popolo

LA CRITICA QUOTIDIANA – L'ultimo colpo alla cultura è l'avvio di una sperimentazione che riduce l'insegnamento della filosofia a due anni nei licei, mentre la materia verrà eliminata dai corsi di laurea in Pedagogia e Scienze dell'Educazione. Immediata la reazione dei filosofi, firmatari di un accorato appello al ministro dell'Istruzione. Di questo discute Marcello Veneziani su il Giornale...

A partire dalla notizia dell’espulsione della filosofia da alcuni corsi di laurea e della riduzione dell’insegnamento nei licei, Marcello Veneziani su il Giornale commenta lo stato di crisi della cultura umanistica e ne spiega quali sono a suo avviso le ragioni

LA CRITICA QUOTIDIANA – L’ultimo colpo alla cultura è l’avvio di una sperimentazione che riduce l’insegnamento della filosofia a due anni nei licei, mentre la materia verrà eliminata dai corsi di laurea in Pedagogia e Scienze dell’Educazione. Immediata la reazione dei filosofi, firmatari di un accorato appello al ministro dell’Istruzione. Di questo discute Marcello Veneziani su il Giornale, che denuncia come la cultura stia offrendo essa stessa “ai burocrati la corda per farsi impiccare”. Il suo peccato? Essere chiusa in se stessa e non saper più parlare alle persone.

L’IRRILEVANZA DI UNA CULTURA IN CRISI – Il giornalista legge la crisi della filosofia proprio come il sintomo di un generale declino della cultura umanistica. Dopo aver abbandonato la pretesa di cambiare il mondo, la cultura è diventata irrilevante. Smonta le idee esistenti ma non ne produce di nuove, assume un atteggiamento di cinismo, generando disagio e non mutamento. “A volte ritrova un motivo di sopravvivenza nella difesa dei beni culturali […]. Ma da decenni la cultura parla solo a se stessa, non entra nella vita dei popoli”. Oggi la cultura non fa più riferimento a un universo condiviso, non è più in grado di essere “il corpo, l’anima e la mente” della civiltà, perché non sa più esprimere una visione del mondo che orienti i nostri comportamenti.

LA MISSIONE DELLA CULTURA – Ma perché la cultura oggi ha perso questa sua funzione, cosa le è venuto a mancare? “Per dirlo in sintesi, la cultura non pensa la nascita, la morte e la vita ulteriore”. Una cultura è viva “se […] esprime lo stupore della nascita e della rinascita”; “se affronta la morte a occhi aperti e mente lucida, se elabora il lutto”; “se infonde il messaggio che la vita non è tutta qui, in quel che appare e si consuma nella sfera biologica; ma c’è un piano ulteriore, […] spirituale”. Dopo l’esclusione di Dio dal suo orizzonte, la filosofia, e in generale tutta la cultura, non affronta più questi temi. Ma così compromette il suo compito più alto, la sua missione: mentre il sapere tecnico-scientifico ci dà i mezzi per vivere meglio, la cultura umanistica dovrebbe darci dei fini per la nostra esistenza. “La cultura ci apre”, o dovrebbe aprirci, “a tutto ciò che sorge oltre il regno della necessità e degli strumenti e che dunque riguarda più strettamente la libertà”. Finché non sarà in grado di tornare a fare questo, non potrà mai uscire dalla sua crisi.

24 febbraio 2014

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione Riservata