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”La contessa nera”, storia di Erzsébet Bàrthory, una dei peggiori serial killer della storia

Erzsébet Bàrthory è la contessa Dracula, cosi chiamata a causa della sua indole omicida, nei confronti della sua servitù. La contessa viene considerata, ancora oggi, una dei peggiori serial killer della storia...

Pubblichiamo la recensione di Cristina Calvaruso per il preciso racconto dell’opera di Rebecca Johns che narra la storia della contessa Dracula

MILANO – Erzsébet Bàrthory è la contessa Dracula, cosi chiamata a causa della sua indole omicida, nei confronti della sua servitù. La contessa viene considerata, ancora oggi, una dei peggiori serial killer della storia, con il record di un gran numero di omicidi (tra i 100 e i 300). Il libro ”La contessa nera” di Rebecca Johns si apre con una lettera al figlio della contessa, da parte del Reverendo Zacharias, in cui annuncia la morte della madre e il suo fallimento nel compito di redenzione della sua anima. Insieme alla lettera allega numerose pagine scritte dalla contessa durante gli anni di prigionia e in cui racconta la sua vita al figlio.

Le pagine si alternano come una sorta di diario autobiografico. Tutto ha inizio con la piccola Erzsèbet Bàthory, il tempo passa e la sua vita inizia già ad essere pian piano distrutta, prima la scoperta di doversi sposare contro la sua volontà con il suo futuro marito, Ferenc Nàdasdy, solo per arricchire la famiglia e accrescerne il potere; successivamente la morte del padre la costringerà ad entrare a far parte nel mondo degli adulti, infatti il fratello appena sedicenne diventa il nuovo capofamiglia e lei dovrà prendere il posto della madre, caduta in depressione dopo la morte del marito.

Poco dopo la piccola contessa, appena undicenne, andrà a vivere nella casa dei Nàdasdy, per prepararsi al fidanzamento ufficiale e intraprendere la vita da buona moglie e iniziare ad amministrare i lavori del castello. Ma Ferenc, anche dopo il matrimonio e per tanti anni, non dà nessuna importanza alla moglie, ingnorandola e preferendo a lei, servette e altre donne. Solo successivamente capirà di amare Erzsébet e di apprezzare la sua cattiveria nei confronti delle fanciulle della servitù, ma ciò non lo distoglie dalla tentazione di tradirla. Ferenc sarà uno tra i tanti uomini che faranno soffrire la contessa, forse sono proprio l’amore non corrisposto e il tradimento la causa della sua superbia e ira omicida, che la porta a uccidere e seviziare le fanciulle.

Ma la contessa nelle sue lettere chiede solo di essere rispettata come signora del castello e che questo la spinge a punirle. Saranno proprio alcune persone della sua famiglia e che credeva fidate a denunciarla. Dovrà scontare la sua pena nella sua stanza murata viva, fino alla sua morte. Quella della contessa Bàthory è una storia reale, raccontata in molti libri e film. Rebecca Johns riesce a narrare la sua vita in modo molto lineare, il libro riesce a catturarti dalla prima all’ultima pagina.

Mi piace anche il fatto che la storia sia raccontata in prima persona dalla stessa contessa, ciò ti fa entrare dentro la mente della protagonista facendoti provare quasi pena per lei, non tanto per gli omicidi ma per il comportamento delle serve nei suoi confronti: chiacchiere, furti, tradimenti. Soprattutto ci fa comprendere l’amore per il figlio, ancora troppo piccolo per poterla proteggere ed entrare in possesso del titolo di conte. Ho apprezzato anche l’inserimento di nomi e riferimenti a luoghi dell’Ungheria nel ‘500, che ti riportano a rivivere la storia insieme alla contessa e a immaginarti luoghi tetri e medioevali.

Erzsébet viene definita un’assassina, ma molti la reputano una strega, altri una donna nobile annoiata e invidiosa della giovinezza delle sue serve. Quale sia la realtà non saprei, posso dirvi solamente che mi sono appassionata veramente tanto alla storia della protagonista e che Rebecca Johns è riuscita perfettamente nell’intento di far conoscere la sua storia, facendomi provare le mille emozioni che si riversavano nel cuore della contessa.

1 novembre 2013

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