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“La bambina segreta”: storia di misteri, amore e maternità

Un’illustrazione dal tratto volutamente infantile: una donna dal volto tondo, occhi distanti, bocca simile ad una ciliegina, corpo sproporzionato, troppo minuto rispetto alla testa e, fra le mani, un vaso che ospita un fiore rosso sangue. Una copertina che porta immediatamente a riflettere.

 

La mamma è colei che fa germogliare un seme gettato in un nulla in potenza, ma, soprattutto, è colei che cresce la propria pianta con cure e attenzioni, donando acqua e tenendo al riparo dal gelo.

Possiede, dunque, le forbici per potare foglie secche o recidere gemme e il rastrello per rinnovare il terriccio o estirpare le radici. Può partorire o abortire, in ogni accezione.

 

La bambina segreta” è un romanzo di Anne Berry, edito da Newton nel 2014, in cui si raccontano le vicende di quattro donne: la prima costretta a dare in adozione il frutto della colpa, concepito fuori dal sacro vincolo matrimoniale con il “nemico” tedesco; la seconda, infertile, ossessionata dalla pulizia della casa e dello spirito; la terza tesa alla costante ricerca della propria identità; la quarta, infine, espia i drammi interiori di tutte.

Occhi marroni che si specchiano in occhi azzurri, e viceversa, in un intreccio di storie che si appartengono senza consapevolezza.

 

Ma chi è la “bambina segreta”? La neonata sottratta e mai dimenticata, ma non solo.

Ogni madre vorrebbe inconsciamente trovare nella propria figlia una “bambina segreta”, quella che ha sempre sognato essere, quella che è dentro la propria anima di donna, quella che non si riverbera in un essere umano che è estraneo a sé,  se pur nelle vene vi scorre il medesimo sangue.

 

Complessa faccenda, la maternità: Anne Berry la racconta con delicatezza ed intensità.

 

Emma Fenu

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