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”L’ Ablazione”, in anteprima a Dedica l’ultimo bestseller di Tahar Ben Jelloun

In Francia è già in testa alle classifiche ed in Italia è uscito in occasione del festival Dedica: si tratta de L’ablazione di Tahar Ben Jelloun (edito da Bompiani) presentato a Pordenone...

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A PORDENONE – In Francia è già in testa alle classifiche ed in Italia è uscito in occasione del festival Dedica: si tratta de  L’ablazione di Tahar Ben Jelloun (edito da Bompiani) presentato a Pordenone giovedì 13 marzo nell’ambito della manifestazione in onore dello scrittore marocchino. A intervistare l’autore è intervenuta Antonella Fiori, giornalista, autrice e conduttrice di programmi radio e tv.

LA TRAMA – “L’ablazione” racconta la storia di un matematico di rilievo internazionale, sui 60 anni ma molto vitale, che scopre un giorno di avere un tumore alla prostata. Deve sottoporsi, dunque, a un intervento di asportazione. Solo così il rischio tumorale sarà contenuto. Al matematico, però, non interessa tanto del tumore in sé e del rischio che esso comporta, ma del cambiamento che l’intervento comporterà per la sua vita: non potrà più avere una vita sessuale, perché non potrà più avere erezioni. L’uomo si prepara all’intervento con un’ultima, scatenata, notte di sesso con una prostituta d’alto bordo. Dopo l’intervento cerca di continuare a fare una vita normale (con lavoro e viaggi) ma tutto è molto difficile: prima soffre di incontinenza, poi si sente “menomato” (come fosse visibile che non ha più un organo), poi inizia a vivere il dramma della vita sessuale negata. Il tempo, tuttavia, fa il suo corso e lui lentamente riesce a riprendere una vita senza drammi, stabilendo perfino una relazione con una donna. Poco a poco capisce che una vita senza sesso è possibile. È diversa, ma è comunque e sempre vita.

TITOLO CONTROVERSO – Il breve romanzo voluto fortissimamente con questo titolo “ difficile “ dall’autore, è stato pensato per un pubblico maschile, ma – ha sottolineato Ben Jelloun – è stato apprezzato soprattutto dalle donne, che hanno in qualche modo arricchito il successo con molte testimonianze anche commoventi, come se si fosse creata una certa complicità e intimità tra pubblico e autore .“Si può amare ancora come attraverso un vetro” – dice una delle lettere arrivate all’autore che suggellano il suo proposito di fare di questo romanzo in qualche modo  una risposta a molta stampa ( soprattutto femminile) e al mondo contemporaneo in generale, che sottolinea l’importanza della performance erotica anche al costo di miserie e di bassezze volgari. “L’ambiente – dice lo scrittore francese – è tossico e l’uomo odierno non sa accettare i cambiamenti e le privazioni”. Lo sa invece fare il protagonista che, memore letterariamente anche delle esperienze delle limitazioni della cecità di Borges e della sordità di Bunuel impara a convivere con i propri limiti e si deprime certo, ma lotta per non soccombere. “Il finale – tiene a sottolineare lo scrittore francese- è un inno alla vita, del tutto positivo”.

SCRITTURA LUCIDA ED ESPLICITIVA – Le ultime riflessioni dell’incontro sono dedicate allo stile :la scrittura di questo breve romanzo non risparmia nulla : è un bisturi che si addentra nel corpo dell’uomo in modo lucido e consapevole , ma parallelamente anche nella sua psiche e nella sua memoria, perché ha una parte fondamentale il ricordo della moglie morte.  “La trama procede sipario su sipario – conclude lo scrittore – come uno svelamento attraverso un tema che  è maschile ma vuole essere universale” .

Alessandra Pavan

15 marzo 2014

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