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Josefa Idem, ”Per le donne in Italia c’è ancora molto da fare”

Plurimedagliata olimpica, vincitrice di numerosi titoli mondiali, Ministro ed anche scrittrice: Josefa Idem trionfa ad Anteprime di fronte ad un pubblico che viene conquistato da questa donna...

PIETRASANTA – Plurimedagliata olimpica, vincitrice di numerosi titoli mondiali, Ministro ed anche scrittrice: Josefa Idem trionfa ad Anteprime di  fronte ad un pubblico che viene conquistato da questa donna che sa affascinare e allo stesso tempo essere un esempio per tutte coloro che vogliono emergere.

ATLETA, DONNA E MADRE
– C’è pioggia sulla piazza del Duomo e quindi l’incontro viene spostato all’interno del Teatro Comunale che è colmo e molto attento alle parole del neo ministro. Josefa Idem sembra una donna qualunque, eppure non lo è, perché lo scorso anno alle Olimpiadi a 48 anni ha rischiato di vincere l’ennesima medaglia olimpica contro atlete che avevano la metà dei suoi anni. Nel libro in uscita ad ottobre la Idem racconta la sua vita di atleta, di donna e di madre. E il suo impegno politica che l’ha portata ad essere Ministro dallo scorso maggio. “Non è stato facile vincere. Credo che la mia storia insegni che bisogna sempre sperimentare cose nuove e accettare sempre le nuove sfide. Il mio allenatore è anche mio marito ed era un allenatore di pallavolo che si è riconvertito alla canoa. Una volta si pensava che un buon allenamento dipendesse da quanto si faticava: se uscivi distrutto, allora lo era stato. Oggi, è qualcosa di più complesso che coinvolge lo star bene con il corpo e con la testa. E’ un equilibrio. Non basta faticare. Quando ho iniziato a vincere nel 1990, battendo due atlete della Germania, una dell’Est e l’altra dell’Ovest,  c’era scetticismo perché gli allenatori di canoa non accettavano che un allenatore di pallavolo potesse aver trovare tecniche di allenamento migliori delle loro. Questo era particolarmente vero per i tecnici tedeschi che erano super professionali”.

OLTRE LO SPORT
– Ma lo sport non era tutto: “Nel 1992 e nel 1993 mi mancava qualcosa: a Copenaghen ai Mondiali del 1993 sono caduta due volte in acqua. Non mi sentivo completa: quindi, mi sono rimessa a studiare per prendere la maturità dato che in Italia non riconoscevano i miei studi tecnici fatti in Germania. In quel periodo mi chiedevano spesso se mi sentissi più italiana o tedesca, e rispondevo per lo più per compiacere l’interlocutore. Beh, oggi rispondo che la patria e la Nazione sono bellissimi concetti, ma sono il posto in cui uno sta bene senza escludere l’altro. Dovrebbero essere concetti più inclusivi”.

LA MATERNITA’ E IL TRIONFO – Il Ministro Idem raccoglie applausi uno dietro l’altro e parla della sua maternità: “Dopo la maturità per sentirmi completa ho sentito che ci dovesse essere la maternità: abbiamo sempre portato i nostri figli (il più piccolo è in platea, ndr) con noi perché non sentissero il distacco. Dieci giorni dopo il parto ero di nuovo in canoa, non perché volessi fare esperimenti su me stessa, ma stavo bene”. Il trionfo arriva a Sidney nel 2000: “L’inverno e la primavera precedenti le Olimpiadi sono stati terribili perché non guarivo dalla bronchite: mi ero fatta l’idea che essere seconda dopo la canadese Brunet fosse un ottimo risultato, mentre mio padre continuava a ripetermi che arrivare secondi è una sconfitta. La vita me l’ha cambiata un libro che ho comprato per caso che mi ha fatto vincere le paure. Napoleone diceva che si verificavano sempre le sue peggiori paure e ciò mi ha portato a chiedermi  se quando scendevo sul campo di regata pensavo alla vittoria o alla sconfitta. Mi sono resa conto che pensavo alla sconfitta. Ho fatto un lavoro e arrivata a Sidney guardando la baia ho detto una frase che non avrei mai creduto: “Ecco il luogo del mio trionfo”. Era cambiato qualcosa. In una giornata infernale dopo che la gara è stata rimandata per molte volte per il vento e dopo aver mangiato l’unica cosa che mi avevano trovato, un piatto di tortellini, ho vinto”.

AIUTARE LE DONNE
– Il pubblico applaude e si appassiona. La conversazione si fa più politica: “In Italia c’è molto da fare per aiutare le donne che lavorano ed incentivare a fare più figli. Adesso ho una occasione importante per intervenire concretamente. Ho dedicato alle donne gli ultimi due anni della mia carriera dove non ho vinto molto, ma a 48 anni ho quasi preso una medaglia olimpica. Sono stati due anni bellissimi in cui mi sono sentita completa. Adesso, non ho più tempo per l’attività fisica, quindi almeno mi sono imposta di non prendere più l’ascensore”.

Michele Morabito

10 giugno 2013

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