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John Boyne, ”Nei miei libri racconto le tragedie della storia viste con gli occhi innocenti dei bambini”

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A TORINO - ''Chi di voi pensa di fare lo scrittore da grande?''. Si rivolge così ai ragazzi che animano l'area del Bookstock Village del Salone del Libro di Torino John Boyne...

L’autore irlandese presenta al Salone del Libro di Torino il suo nuovo romanzo “Resta dove sei e poi vai”

TORINO – “Chi di voi pensa di fare lo scrittore da grande?”. Si rivolge così ai ragazzi che animano l’area del Bookstock Village del Salone del Libro di Torino John Boyne, lo scrittore irlandese che presenta ai piccoli lettori il suo nuovo romanzo “Resta dove sei e poi vai”. Dopo aver raccontato la tragedia dell’Olocausto vista con gli occhi di un bambino ne “Il bambino con il pigiama a righe”, questa volta lo scrittore irlandese ha deciso per il suo nuovo romanzo di raccontare la Prima Guerra Mondiale vista da un bambino di cinque anni.

LA TRAMA – La storia è ambientata nel 1914 a Londra. Alfie ha cinque anni quando in Europa si alzano i venti della Grande Guerra, e il suo papà, come molti altri giovani compatrioti, parte per il fronte. La guerra però la combatte anche chi rimane a casa, nelle difficoltà quotidiane di trovare il cibo e i soldi per l’affitto, con il terrore che un ufficiale bussi alla porta per riferire che un papà, un fratello o un figlio non torneranno più a casa. Alfie non vuole credere che sia questo il destino di suo padre, ma le lettere che l’uomo spedisce dal fronte, prima regolari e cariche di speranze, si fanno saltuarie e cupe, fino a smettere del tutto. Deciso a fare la sua parte, Alfie marina la scuola e inizia a lavorare come lustrascarpe in stazione. Ed è grazie a uno dei suoi clienti che scopre dov’è il suo papà…

L’ESORDIO – Nel corso dell’incontro coordinato da Eros Miari, John Boyne risponde alle curiosità ed alle domande del gruppo di lettura dell’istituto comprensivo “Leon Battista Alberti” e dei ragazzi del BookBlog. L’autore illustra così ai più piccoli come è nata la sua passione per la scrittura. “Ho cominciato quando avevo 7-8 anni , già da piccolo sapevo quale sarebbe potuta essere la mia strada. Ero un ragazzo molto piccolo e introverso.” Quindi l’esordio di Boyne come scrittore arriva nel 2000, con un romanzo non per un pubblico giovane. “Il mio primo romanzo si chiamava “Ladro di tempo”, ed aveva come protagonista un uomo che all’età di 45 anni invecchiava senza morire. Il romanzo non è mai uscito in Italia.”

LA SORIA VISTA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI BAMBINI – Ad un certo punto, arriva la decisione di scrivere libri per ragazzi grazie al bestseller “Il bambino con il pigiama a righe”. “Mi sono appassionato all’Olocausto dopo aver letto Primo Levi, quindi ho voluto approfondire questo argomento. Questa decisione ha cambiato il mio approccio con la scrittura.” Già, da questo momento in poi, Boyne decide di raccontare drammi come l’Olocausto e a rima Guerra Mondiale attraverso gli occhi innocenti ed ingenui dei bambini. “Decido di prendere un bambino e fargli vivere un’esperienza da adulto, per dare a questi grandi avvenimenti un punto di vista diverso, più ingenuo. Nel personaggio di Bruno (protagonista de Il bambino con il pigiama a righe), c’ho messo molto di me; ho cercato di ricordarmi come ero io all’età di 9 anni.” Infine, una delle curiosità sollevate dai ragazzi è stata quella di conoscere da cosa trae spunto per le sue storie. “Uno scrittore trae ispirazione da tutto ciò che lo circonda nel quotidiano. Coglie ispirazione da tutto, poi prende alcune di queste idee e le sviluppa in una storia da raccontare”.

8 maggio 2014

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