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Jimmy Liao, ”I libri illustrati possono sviluppare il senso di bellezza dei bambini”

Educare i bambini al piacere per la bellezza visiva è un'ardua impresa: i libri illustrati possono essere strumenti importanti a tal fine. È quanto auspicato dall'illustratore taiwanese Jimmy Liao, che racconta come ha intrapreso questa carriera e parla dei suoi libri, del processo creativo e della sua metodologia di lavoro...

L’illustratore e autore di pubblicazioni per l’infanzia taiwanese parla del suo lavoro e dei suoi libri

 

MILANO – Educare i bambini al piacere per la bellezza visiva è un’ardua impresa: i libri illustrati possono essere strumenti importanti a tal fine. È quanto auspicato dall’illustratore taiwanese Jimmy Liao, che racconta come ha intrapreso questa carriera e parla dei suoi libri, del processo creativo e della sua metodologia di lavoro.

 

Come è passato dalla carriera di pubblicitario a quella di illustratore/autore di pubblicazioni per l’infanzia?

Nel 1990 cominciai a pensare di utilizzare le illustrazioni per la pubblicità. All’epoca a Taiwan le pubblicità stampate usavano ancora la fotografia, mentre alcune riviste giapponesi già facevano uso delle illustrazioni. Pensai quindi che potesse essere una buona idea anche per noi e iniziai ad illustrare. Sono stato autodidatta, i miei unici punti di riferimento erano le riviste, soprattutto quelle giapponesi.
Mi appassionai a questa attività tanto da desiderare di illustrare anche per altre agenzie pubblicitarie, senza però sapere come contattarle. L’aiuto arrivò da un collega molto entusiasta, che, presi i miei lavori, li mostrò al Crown Magazine (una rivista letteraria molto famosa a Taiwan), che mi propose di illustrare per loro.
In seguito lasciai il mio lavoro nell’agenzia per cercare di lavorare come illustratore a tempo pieno. Proprio in quel periodo, però, scoprii di avere una malattia molto grave e rischiai di morire. Dopo le cure, pennello alla mano, compresi che la mia attitudine verso il disegno era profondamente cambiata. La malattia mi aveva offerto la possibilità di osservare la vita da un differente punto di vista.
Prima della malattia, alcune case editrici si erano offerte di pubblicare alcune mie illustrazioni, ma non avevo accettato. Tornato dall’ospedale, decisi di acconsentire alla pubblicazione perché avevo scoperto la precarietà della vita e volevo, anche solo con un lavoro, lasciare traccia della mia esistenza. All’inizio decidemmo di raccogliere i miei vecchi lavori in un solo libro. Poi, gradualmente, sentii che volevo di più: avevo bisogno di una storia, ma non sapevo cosa raccontare. A quel punto lasciai solo che fosse il pennello a guidarmi nelle nuove illustrazioni. Quindi fu concepito e poi pubblicato il mio primo libro: “Secrets in the wood”.

 

La voce dei colori”  è un libro illustrato per bambini, ma nasconde insegnamenti anche per i più grandi. Quali valori intendeva trasmettere con questo libro, attraverso immagini così poetiche?

A Taiwan “La Voce dei Colori” è un libro illustrato per adulti.
Qui infatti esiste un mercato di libri illustrati per adulti, mentre in Europa e America i libri illustrati sono solitamente destinati ai bambini.
Ne “La Voce dei Colori” ho applicato alcune tecniche. Ci sono molte composizioni simmetriche e ho utilizzato i movimenti di discesa e salita nelle stazioni della metropolitana per rappresentare la ricerca di senso che compie la ragazzina cieca. “La Voce dei Colori” non ha una vera e propria trama, ma è soprattutto una sequenza di immagini e sentimenti, o probabilmente l’esplorazione di un’idea. Attraverso l’uso di colori vivaci e il cambiamento continuo di scene ho voluto esprimere tutte quelle questioni filosofiche che nascono nella mente di ciascuno di noi. In realtà le tematiche del libro sono serie e dolorose, ma attraverso la bellezza delle illustrazioni il lettore le percepisce in modo graduale.

 

Lei ha realizzato oltre 27 libri illustrati, che hanno fatto il giro del mondo e finalmente stanno arrivando anche in Italia. C’è un filo conduttore nelle sue storie? 

Non ho mai avuto intenzione di tracciare un filo conduttore tra i miei lavori. A volte, anzi, rileggendo i miei libri, scopro delle parti di me sconosciute. La creazione è mistero. Più disegno e più mi rendo conto che creare è come “svelare” alcuni miei lati interiori, che io stesso non conosco. Mi auguro che questa sorta  di mistero rimanga e che possa essere presente anche nei miei lavori futuri.

 

I suoi libri sembrano vere opere d’arte. Può spiegarci la sua tecnica (dal tratto all’uso dei colori)? C’è una relazione tra tecnica e messaggio del libro?

Non ho molto da dire a riguardo della tecnica, poiché è semplicemente ciò che emerge dalla mia continua ricerca. Il risultato tecnico dei miei lavori è quindi la somma di tre elementi: la continua osservazione dei lavori altrui, l’esercizio pratico e il mantenimento costante di abitudini nel processo creativo.
Amo molto l’arte. I dipinti sono un forte stimolo per la creazione e l’immaginazione, ma da un punto di vista tecnico non ho nessuna metodologia particolare. Scelgo semplicemente la tecnica d’illustrazione e i colori che più si adattano a ciò che ho in mente di rappresentare.

 

Che importanza  hanno, secondo lei,  i libri illustrati nella crescita dei bambini?

Mi auguro che i libri illustrati possano fornire buoni stimoli al senso di bellezza dei bambini. Penso sia già sufficiente se, durante la crescita, i bambini avranno l’opportunità di sviluppare il piacere per la bellezza visiva, imparando ad essere aperti mentalmente attraverso la grande varietà di soggetti presenti nei libri illustrati. Ritengo comunque che questa sia un’ardua impresa educativa, e che richieda molto impegno.

 

Traduzione di Silvia Torchio 

 

30 ottobre 2012

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