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Jill Santopolo, “Ecco perché il primo amore non si scorda mai”

In questi giorni è uscito "Il giorno che aspettiamo", il primo romanzo della editor americana Jill Santopolo, in traduzione in 30 paesi

MILANO – Il primo amore non si scorda mai, e in fondo, pensando la nostra esperienza personale, sappiamo tutti che è così. “Il primo amore influisce nel modo in cui cominci a vedere te stesso e il resto del mondo, capisci cosa significa avere una relazione profonda, è qualcosa di cui non ti dimenticherai mai per tutta la vita”, ci dice Jill Santopolo, direttore editoriale della Philomel Book (un imprint del Penguin Group) e ora in Italia per presentare il suo primo romanzo, “Il giorno che aspettiamo” (Casa Editrice Nord), in corso di traduzione in 30 paesi.  Al centro del romanzo, la storia d’amore tra Lucy e Gabe. Sul sfondo, una magica New York.

Partiamo dagli albori, come un editor decide di scrivere un romanzo?

Ho cominciato a scrivere perché sentivo che c’era una parte di me, creativa, che non riuscivo a esprimere nella mia professione di editor. Così ho cominciato a scrivere libri per bambini e poi è arrivato questo romanzo, che è nato da una mia esperienza personale, dalla rottura di un rapporto. L’unico modo che avevo per sopravvivere a quel dolore era scrivere. È stato per me un modo per elaborare quella perdita e per scoprire come poter tornare a vivere nel mondo.

Una delle tematiche che affronta in questo libro è la complicata comunione tra le aspirazioni personali e le aspirazioni di coppia. 

Sicuramente sì, è una delle cose più difficili del nostro tempo. A New York è molto sentito come problema, trovare un compromesso tra la carriera e la vita di coppia. Quello che vai a perdere, quello che vai a guadagnare. Anche Lucy tenta di capire questo in tutto il libro, qual è la cosa più importante.

Gabe è un personaggio affascinante, trova la bellezza ovunque. Si tratta di una facoltà innata o si può acquisire, magari con la lettura?

Sicuramente è una dote naturale, ma si può anche imparare, anche leggendo libri, perché no? Nel caso di Gabe è una qualità innata. La sua è una famiglia di artisti così lui in qualche modo ha ereditato questa capacità di trovare la bellezza, bellezza che si può esprimere in media diversi: parole, immagini, film, opere d’arte. Lui ha anche la capacità di trovare la bruttezza in un mondo bello. Il suo desiderio è quello di trovare un equilibrio.

Nel romanzo racconta anche dell’impatto che la caduta delle torri gemelle ha avuto sui cittadini di New York. Com’è cambiata la traiettoria della vita di queste persone?

Sicuramente quell’evento ha cambiato la vita di molte persone, persone che hanno cambiato lavoro e i rapporti personali. È stato un momento importante perché le persone si sono rese conto che la vita può cambiare davvero nel giro di pochi secondi e quindi, se vuoi fare qualcosa, devi cominciare subito.

Spesso nel romanzo torna l’idea del destino. Lei crede nel destino?

Non lo so. Sicuramente ci sono scelte importanti che facciamo che possono cambiare la traiettoria della nostra vita. Mi piacerebbe pensare fino in fondo che dipende tutto da noi, ma in realtà non lo so. Ci sono troppe cose che sfuggono al nostro controllo e che incidono sulla nostra vita.

Qual è il ruolo del primo amore nella nostra vita?

Credo che sia molto importante nella nostra vita. La prima relazione adulta con una persona influisce nel modo in cui cominci a vedere te stesso e il resto del mondo, capisci cosa significa avere una relazione profonda, è qualcosa che non ti dimenticherai mai. Il primo amore starà con te per sempre.

Ultima domanda. Può raccontarci qual è la situazione culturale di New York?

Credo che ci sia molta creatività in questo momento a New York. Ci vivono moltissimi artisti e creativi, sia nell’editoria che nel teatro. Si tratta di una città in grande fermento per quanto riguarda la creatività e l’arte. Ci sono tantissime librerie, musei e teatri. È sicuramente il luogo ideale dove trovarsi se si è creativi.

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