Gli itinerari d’autunno conducono a Roma che non è solo una città eterna: è anche una città letteraria, capace di suggestionare sempre, anche in autunno. E pochi scrittori l’hanno raccontata con la stessa crudezza, umanità e potenza visiva di Pier Paolo Pasolini. Con “Ragazzi di vita“, il suo romanzo d’esordio pubblicato nel 1955 da Garzanti, Pasolini ha fatto irrompere nella narrativa italiana una voce nuova e scandalosa, capace di portare sulla pagina gli esclusi, i sottoproletari, i giovani delle borgate.
Ma “Ragazzi di vita” è anche un romanzo profondamente urbano, geografico: ogni capitolo si muove tra quartieri, scorci, parchi e viadotti, trasformando Roma in un teatro vivo e lacerato.
In questo articolo vi portiamo alla scoperta dei luoghi del romanzo, in un itinerario letterario che è anche un viaggio nella storia sociale della città.
Itinerari d’Autunno: sulle tracce dei “Ragazzi di vita”, un viaggio nei luoghi romani di Pier Paolo Pasolini
Ripercorrere Roma attraverso “Ragazzi di vita” non è solo un esercizio letterario: è un viaggio nelle contraddizioni italiane, nella storia urbana del dopoguerra, nella formazione di una lingua e di uno sguardo. Pasolini ha fatto della capitale un organismo narrativo, pulsante e spietato.
E leggere (o rileggere) Ragazzi di vita mentre si cammina per le sue strade significa restituire corpo e voce a quei ragazzi che, anche oggi, resistono ai margini, con il desiderio confuso di vivere, evadere, sopravvivere.
Monteverde: il cuore borghese ai margini
Il primo scenario di “Ragazzi di vita” è il quartiere Monteverde, un angolo residenziale che, negli anni Quaranta e Cinquanta, segnava la linea di confine tra la città borghese e le prime periferie popolari.
È qui che Pasolini si stabilisce nel 1950, ospite della madre, in via Fonteiana 86. Monteverde è un quartiere di transizione: da un lato le ville eleganti, dall’altro i campi ancora incolti, la ferrovia e la prossimità con il rione popolare di Trastevere.
Il Riccetto, protagonista episodico del romanzo, ci passa per caso, ma Monteverde rimane uno snodo simbolico: il punto d’arrivo e di partenza dei tanti piccoli spostamenti della gioventù pasoliniana.
Tappa consigliata: via Fonteiana 86 – abitazione di Pasolini
Curiosità: Il bar di Monteverde dove Pasolini osservava i ragazzi del quartiere esiste ancora oggi, anche se trasformato.
Trastevere: il ventre vecchio della città
Sulle sponde del Tevere, Trastevere è uno dei quartieri più presenti nella narrazione. Negli anni ’50 è ancora un rione popolare, denso di umanità e miseria.
Le stradine, i cortili, le panchine diventano rifugi momentanei per i ragazzi in cerca di svago o protezione. Riccetto e gli altri vi transitano per piccoli furti, scorribande, incontri. Pasolini ne coglie la violenza e l’intimità, il folklore e il degrado.
Tappa consigliata: Piazza San Cosimato – punto di ritrovo e mercato
Curiosità: Il nome “Trastevere” significa “oltre il Tevere”, come a dire già allora una marginalità identitaria.
Porta Portese e il mercato: la scuola di strada
La celebre Porta Portese, oggi meta domenicale di appassionati di vintage e antiquariato, nel romanzo è un brulicare di venditori ambulanti, piccoli truffatori, giovani che imparano l’arte di arrangiarsi.
È qui che Riccetto e i suoi amici sperano di trovare qualche lavoretto, qualche oggetto da rivendere. È un luogo di transazioni materiali e simboliche, dove la legge della strada governa le relazioni.
Tappa consigliata: il mercato di Porta Portese la domenica mattina
Curiosità: Pasolini si recava spesso qui per osservare il linguaggio e le dinamiche dei ragazzi.
Porta Portese è una delle “aule” della sua scuola antropologica.
Il Gazometro: simbolo del moderno e del marginale
Una delle immagini più potenti di tutto Ragazzi di vita è quella del Gazometro dell’Ostiense. Un’enorme struttura metallica che incombe sulla città come un monumento industriale al tempo stesso romantico e sinistro.
Attorno a esso si snodano le avventure notturne dei protagonisti: scorribande, fughe, incontri. È un paesaggio che sembra provenire da un sogno distorto, ma che rappresenta una verità sociale: quella dei quartieri dormitorio e delle “zone morte”.
Tappa consigliata: Via del Commercio – il Gazometro dell’Ostiense
Curiosità: Il Gazometro è stato scelto anche da registi come Sorrentino e Moretti per il suo valore simbolico tra modernità e decadenza.
Il Lido di Ostia: dove finisce Roma
Una delle scene più celebri del romanzo è quella dell’escursione al mare. Riccetto, insieme ad altri ragazzi, prende il trenino per Ostia. Il bagno al Lido, tra sabbia nera e l’odore di fritto, rappresenta un momento di evasione e felicità. Ma anche qui la marginalità è evidente: i ragazzi sono visti come “stranieri” nel proprio Paese, e l’acqua è al tempo stesso promessa di libertà e luogo di morte.
Tappa consigliata: il Pontile di Ostia – riferimento visivo e simbolico
Curiosità: Ostia è anche il luogo dove Pasolini verrà brutalmente assassinato nel 1975. Un tragico ritorno del reale.
Il Pigneto: laboratorio linguistico e sociale
Oggi quartiere gentrificato e alla moda, negli anni Cinquanta il Pigneto era un vero e proprio laboratorio urbano. Pasolini lo frequentava assiduamente, affascinato dai dialetti, dalle dinamiche tra palazzine e baracche.
Anche se Ragazzi di vita non lo nomina apertamente in ogni capitolo, lo spirito del Pigneto è ovunque: è l’humus della scrittura, della sperimentazione linguistica, dell’osservazione etnografica.
Tappa consigliata: Via Fanfulla da Lodi – cuore storico del Pigneto
Curiosità: Oggi al Pigneto si trova un murale dedicato a Pasolini. Un segno della sua presenza ancora viva.