Italia, la ripresa economica passa dal cibo, ma non dai libri

17 Aprile 2019

La ripresa dell’Italia? Passa dai consumi alimentari, ma non dalla cultura. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat, secondo cui i consumi in generale sono cresciuti dell' 0,4%...

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La ripresa dell’Italia? Passa dai consumi alimentari, ma non dalla cultura. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat, secondo cui i consumi in generale sono cresciuti dell’ 0,4%, grazie sorpattutto al maggior consumo di prodotti (+ 6,7), mentre la sfera riguardante la lettura e la cultura fa segnare il -1,0%. Urgono interventi decisi da parte delle Istituzioni

MILANO – La ripresa dell’Italia? Passa dai consumi alimentari, ma non dalla cultura. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Istat, secondo cui i consumi in generale sono cresciuti dell’ 0,4%. Rispetto a marzo, ad aumentare sono state soprattutto le vendite di alimentari, con +1,2%. Insomma, quando gli italiani si concedono qualche spesa extra, preferiscono dedicarsi al cibo.

I CONSUMI DEGLI ITALIANI – Una significativa boccata d’ossigeno per i negozianti, complici anche le feste di Pasqua del mese di Aprile. Rispetto a un anno fa, l’indice grezzo del totale delle vendite registra +2,6%.  Variazioni positive sono certificate sia per le vendite di prodotti alimentari, + 6,7, che per quelli di natura diversa, + 0,2%. Il dato è rivelante per la grande distribuzione, +5%, meno per la media e piccola, +0,4. Aumentano le vendite soprattutto nei discount, 8,5%, nei supermercati, 5,7%, e ipermercati, 4,7%. Crescono, seppure in modo minore, anche giochi, giocattoli, articoli per lo sport e per il campeggio, +3,0%, seguiti da profumeria e cura della persona, +2,4%. Bene anche calzature, articoli in cuoio e da viaggio, +1,8%. Cali sensibili si registrano invece per elettrodomestici, radio, tv e registratori, -1,2%, dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni, telefonia, ma il dato che più ci preoccupa è il segno “meno” che costantemente caratterizza la sfera riguardante la lettura e la cultura: -1,0% cartoleria, libri, giornali e riviste, 1,0%. 

LA CULTURA? PER GLI ITALIANI NON E’ UN BENE NECESSARIO – Proprio quest’ultimo dato rappresenta per noi un campanello d’allarme. I libri, l’arte e la cultura in generale non rappresentano ancora per l’economia italiana un volano per la crescita, non solo economica, della nazione. Nonostante la decisione dei consumi spetti in primis agli italiani, i quali sono padroni di decidere come investire i propri soldi, è pur vero che ciò è la naturale conseguenza del fatto che le istituzioni fanno ben poco per promuovere la cultura e tutelare i nostri beni artistici.Ciò a come conseguenza il fatto che gli stessi italiani non intendano la lettura e qualsiasi altra attività culturale come un bene necessario e indispensabile, ma come un qualcosa di accessorio, quasi futile, a cui preferire altri settori come attività ludiche, accessori tecnologici, sport. Ecco perché riteniamo sia urgente una forte azione e piano strategico che parta dalle istituzioni, in particolare dal Ministero dei Beni Culturali. L’approvazione della legge che riconosce le professioni della cultura è un primo passo, ma molto ancora c’è da fare, soprattutto per cambiare la mentalità degli italiani.

26 giugno 2014

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