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“Il ventre di Napoli” di Matilde Serao, il primo grande reportage letterario d’Italia

“Dal primo giorno che ho scritto, io non ho mai voluto né saputo essere altro che una fedele e umile cronista della mia memoria”. Oggi scopriamo insieme il capolavoro di Matilde Serao, "Il ventre di Napoli".

Il 25 luglio 1927 si spegneva a Napoli Matilde Serao, prima donna a fondare un giornale in Italia, sei volte candidata al Nobel per la Letteratura e autrice di tante opere di pregio, fra cui quella di cui vi parliamo oggi, “Il ventre di Napoli“.

“Il ventre di Napoli”, la sinossi

Il ventre di Napoli è l’opera più famosa e richiesta della scrittrice partenopea Matilde Serao. Matilde nasce in Grecia da padre napoletano, per questo si trasferirà a Napoli e lì passerà gran parte della sua vita.

Donna straordinaria la Serao, fu la prima donna in Italia a fondare e dirigere un giornale, fu candidata per ben sei volte al Premio Nobel, fu autrice di numerosi romanzi e novelle, tutto questo in un’epoca in cui solitamente alle donne veniva relegato il compito di moglie e madre.
Scrittrice verista ne Il ventre di Napoli descrive la città senza benevolenze, sottolineando le carenze igieniche e infrastrutturali della città.

Il libro è scritto in 2 tempi diversi, la prima durante una grave epidemia di colera che mette in risalto tutte le debolezze della città comuni a tutto il sud. Anche in queste difficili circostanze però il popolo napoletano riesce ad affrontare con dignità la situazione aiutato dalla forza d’animo. dalle tradizioni, da rituali ed abitudini che vengono descritti con grande dovizia dalla scrittrice.

La seconda parte si riferisce al periodo in cui il governo Depretis cerca di risanare la città spazzando via vecchi quartieri per lasciare posto a piazze ed edifici da “copertina” per donare una nuova “allure” alla città. La Serao si mostrerà molto critica verso il potere politico in genere.

Il tratto che distingue di più il libro della Serao è la capacità di unire la polemica e la comprensione per i “personaggi” che movimentano le vie di Napoli.

Un libro doloroso e necessario

“Ascoltate un poco, quando una operaia napoletana nomina i suoi figli. Dice: le creature, e lo dice con tanta dolcezza malinconica, con tanta materna pietà, con un amore così doloroso, che vi par di conoscere tutta, acutamente, la intensità della miseria napoletana”.

Con “Il ventre di Napoli”, Matilde Serao conduce un’operazione tanto emozionante quanto complessa. Quest’opera sensazionale, suddivisa in tre parti e concepita in due lassi di tempo diversi, consiste in una cronaca di tante cronache, in un libro che cerca di raccontare, e ci riesce con grande maestria, la storia di Napoli attraverso i suoi personaggi.

Un viaggio doloroso, a tratti straziante, che stupisce, emoziona, indigna, ci fa amare e odiare una città dai mille volti, dalle infinite anime, che accoglie ma che sa anche dilaniare chi la abita. Matilde Serao, esponente del Verismo, con “Il ventre di Napoli” dà vita ad un’opera unica nel suo genere, il primo grande reportage letterario d’Italia.

Matilde Serao

L’autrice de “Il ventre di Napoli” nasce in Grecia, a Patrasso, il 14 marzo 1856 da padre napoletano, avvocato e giornalista, e madre greca, proveniente da una famiglia di nobili decaduti. I due coniugi si erano conosciuti proprio in Grecia, dove Serao era stato costretto all’esilio per via delle sue simpatie anti-borboniche e aveva trovato un lavoro in qualità di insegnante di italiano. Nel 1860 i Serao tornano in Campania, forti dell’annuncio dell’imminente caduta di Francesco II.

Matilde trascorre un’infanzia e un’adolescenza in totale serenità, accompagnata nell’affetto e nelle passioni. In particolare, cresce seguendo con attenzione il padre nel suo lavoro nella redazione del giornale presso cui lavora, cresce in un ambiente dinamico e piuttosto aperto e, sebbene impari a leggere e scrivere soltanto dopo gli otto anni, ha una mente acuta e brillante.

La grave malattia della madre, figura esemplare nella vita di Matilde, non aiuta la giovane, che nel frattempo decide di studiare e consegue il diploma magistrale. Il primo lavoro arriva dopo il diploma per aiutare nel bilancio familiare, vincendo un concorso come ausiliaria ai Telegrafi di Stato. Ma intanto, la passione per la scrittura diventa sempre più forte e prepotente.

Ai primi articoli in appendice su diversi giornali locali seguono i primi racconti. Di qui ai primi romanzi, il passo è breve. A 26 anni, Serao decide di lasciare Napoli per dare una svolta alla sua carriera, partendo alla volta di Roma, dove frequenta i salotti mondani, collabora con diverse riviste e ha l’occasione di farsi notare. “Il ventre di Napoli” è senza ombra di dubbio il suo capolavoro assoluto.

La produzione letteraria di Matilde Serao sembra inscindibile dalla sua professione di giornalista. Forse per tale ragione, il suo è uno stile inconfondibile. Candidata al Premio Nobel per la Letteratura per sei volte, è stata la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano, Il Corriere di Roma. Serao è scomparsa 25 luglio 1927 a Napoli.

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