“Il sogno. L’Europa s’è desta”, nuovo libro di Roberto Benigni con Michele Ballerin e Stefano Andreoli, nasce da un’emozione viva, collettiva: quella dello spettacolo andato in onda su Rai1 il 19 marzo 2025, seguito da oltre 4 milioni di telespettatori in Eurovisione.
Un monologo teso e vibrante, dove Benigni raccontava la nascita dell’Europa come se fosse una favola struggente, intrisa di bellezza e sacrificio.
Da quel monologo nasce ora il libro, pubblicato da Einaudi Stile Libero lo scorso 17 giugno, arricchito da otto capitoli inediti che lo trasformano in un’opera compiuta, autonoma, stratificata. La sfida è alta: raccontare l’Europa non come un’entità astratta o burocratica, ma come sogno condiviso, come luogo del possibile.
Il sogno che dà il titolo all’opera è insieme tensione e dovere: un’utopia concreta, una chiamata alla responsabilità.
“Il sogno. L’Europa s’è desta” di Roberto Benigni con Michele Ballerin e Stefano Andreoli
Tre firme, una sola voce
La voce che attraversa il libro è quella di Roberto Benigni, ma a darle struttura e profondità intervengono due autori di grande sensibilità e competenza.
Michele Ballerin, filosofo e saggista vicino al Movimento Federalista Europeo, ha offerto il cuore politico e ideale del testo: l’idea di un’Europa federale, che superi i nazionalismi e si fondi su valori comuni, non su egoismi contrapposti.
Stefano Andreoli, noto autore televisivo, ha curato il ritmo narrativo e l’architettura delle sezioni, mantenendo intatto lo spirito orale del progetto originario, pur rendendolo pienamente letterario.
Il risultato è un libro che si legge con la mente e con il cuore. Benigni porta con sé la sua ironia leggera ma profonda, la sua capacità di far ridere mentre si riflette, il suo sguardo che sa accendersi di entusiasmo senza mai perdere il contatto con la realtà.
Il tono è quello di un cantastorie antico e insieme modernissimo, che incanta.
Storie, idee, bellezza europea
I nuovi capitoli arricchiscono il testo primordiale de “Il sogno” aprendo finestre su personaggi e vicende che spesso non trovano spazio nei manuali.
Non solo i “padri nobili” come Spinelli, Schuman, Monnet, ma anche figure più discrete e profondamente simboliche, come Sofia Corradi, l’intellettuale italiana che concepì il programma Erasmus, sognando — letteralmente — un’Europa in cui i giovani potessero conoscersi, confrontarsi, crescere insieme.
Il sogno di Corradi è oggi realtà, ma rischia di essere dato per scontato: Benigni e Ballerin lo riportano in primo piano con gratitudine e ammirazione.
A emergere attraverso tutto il libro è un’idea di Europa come costruzione poetica oltre che politica. L’Europa raccontata in queste pagine non è mai ridotta a sigle, a regole o trattati: è una creatura viva, fragile, preziosa.
È la pace dopo due guerre mondiali, è l’arte, è la scuola pubblica, è il viaggio. È, soprattutto, l’idea che un futuro condiviso sia ancora possibile. Che la cooperazione non sia debolezza, ma forza. Che “ciascuno cresce solo se sognato”, come scriveva Danilo Dolci — frase che Benigni cita per ricordarci che l’Europa ha bisogno di visione, passione, nutrimento ideale.
Il tono resta sempre coinvolgente, anche nei passaggi più densi: ogni digressione storica diventa occasione di stupore, ogni concetto viene illuminato da un aneddoto, da una battuta, da una poesia.
Un libro che tocca il cuore
“Il sogno. L’Europa s’è desta!” è un libro che osa unire profondità politica e leggerezza narrativa, impegno civile e ironia.
Non è un saggio, non è un semplice racconto: è un invito. A riscoprire l’Europa come progetto umano e spirituale. A custodirla non con retorica, ma con consapevolezza. A immaginare, come scrive Benigni, “l’esperimento democratico più emozionante del mondo” non come un’eredità da gestire, ma come un bene da costruire ogni giorno.
Non ci sono proclami: c’è, piuttosto, la dolce insistenza di chi crede ancora nella bellezza delle idee. È il tono di un padre che racconta una fiaba vera ai suoi figli, nella speranza che la ascoltino e la portino con sé. Ed è, soprattutto, un libro che sa accendere scintille — di memoria, di entusiasmo, di responsabilità.