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”Il primo marzo compriamo un libro”, il flash mob letterario spiegato dal direttore generale di Caffeina

Rilanciare, nel triste periodo di crisi editoriale e non, il libro come oggetto, come investimento, come cultura e come patrimonio per la creazione di ogni persona. E’ questo l’obiettivo con il quale è stato messo in piedi “Il 1 marzo compriamo un libro”...

La fondazione Caffeina Cultura organizza per il 1 marzo un flash mob letterario. Andrea Baffo, direttore generale, parla a noi delle idee, degli intenti e dell’eco dell’evento

VITERBO – Rilanciare, nel triste periodo di crisi editoriale e non, il libro come oggetto, come investimento, come cultura e come patrimonio per la creazione di ogni persona. E’ questo l’obiettivo con il quale è stato messo in piedi “Il 1 marzo compriamo un libro”, il flash mob letterario lanciato sul web dal direttore generale, nonché vicepresidente e direttore del consiglio, di Caffeina Cultura, Andrea Baffo. L’organizzazione del grande festival letterario estivo nel viterbese ha lanciato un evento Facebook al quale hanno aderito ad oggi oltre 61mila persone, catene librarie e moltissime librerie indipendenti. Baffo ci illustra le prospettive, le speranze e i sogni che spingono la fondazione Caffeina a creare eventi come questo.

UN PICCOLO GESTO PER QUALCOSA DI GRANDE – Caffeina ha invitato la gente a compiere un piccolo gesto, ma enormemente importante. Il direttore sostiene che la cultura (forse) può salvare questo paese, tentare è quindi doveroso, anche se non si conosce l’esito dell’impresa. Il gesto che quasi 60000 persone, se non di più, compieranno quel giorno sarà un gesto non solo culturale, ideologico, ma anche economico per le librerie che sono costrette a chiudere, per le case editrici che non possono più fare scelte azzardate, per gli scrittori i cui sforzi e i cui talenti non vengono adeguatamente premiati. In pochi giorni, grazie al tam-tam del web l’evento ha avuto enorme risalto, l’attenzione del grande popolo dei lettori è ricaduta sul flash mob con una enorme eco. Tramite il piccolo gesto di comprare un libro, ognuno degli aderenti lancerà un enorme messaggio al paese: la cultura può salvarci, se noi siamo ancora disposti a salvarla.

TORNARE AD ESSERE PERSONE – Comprare un libro il 1 marzo vuol dire tornare ad essere persone. E per essere tali non si può non leggere un libro la sera, non averlo poggiato sul comodino, non assaporarne avventure, messaggi e fantasie che estraniano da un mondo, a volte, troppo grigio. Non si può pensare di essere persone senza quel bagaglio di pagine, parole, sentimenti, anima e pensieri di qualcun altro dentro di noi. L’evento di Caffeina non è quindi intellettuale, ma rivolto a tutti. A tutti coloro che amano o che ameranno quel bellissimo treno variopinto e velocissimo che è la carta stampata.

LA RISPOSTA DELLE LIBRERIE – La piccola grande scommessa gettata nell’oceano del web ha riscosso anche un’ampia risposta dalle librerie. Hanno contattato la fondazione per aderire all’evento le grandi catene di Mondadori Retail e il gruppo di librerie Arion di Roma oltre ad innumerevoli librerie indipendenti da tutta Italia. Le risposte hanno creato nuovi eventi e iniziative, molte librerie hanno infatti organizzato particolari sconti per la giornata del primo marzo o concerti. Altre ancora convenzioni o incontri letterari con scrittori. La terribile situazione di crisi nel campo del libro è purtroppo evidente. Le librerie rispondono all’appello dell’organizzazione con un ulteriore appello, quasi un grido. Il popolo dei lettori, di coloro che lavorano per e con la cultura e di coloro che semplicemente la amano manda un semplice seppur potente grido. Vogliono ricevere attenzione, valutazione e peso. In un paese in cui sono nati capolavori come la Divina Commedia, i versi di Montale, la musica di Puccini, i quadri di Tiziano, le statue di Michelangelo, le architetture di Brunelleschi lo stato spende l’1,1% delle sue risorse per la cultura, è ultima in classifica europea. A dispetto della media che sale al 2,2% e delle regine, Estonia e Lituania, che spendono il 4 e 5%. Il paese dell’arte, della musica, della cultura e della letteratura non spende per i tesori che la inondano e le librerie, quei piccoli anfratti del mondo pieni di parole, di caratteri, di pagine e a volte di polvere gridano e dimostrano che la cultura non è del tutto assopita e taciturna, in Italia.

UNA PROTESTA PRODUTTIVA – Infine il direttore accenna al pasticciaccio della promessa mancata sulle detrazioni fiscali. Il governo doveva applicare una detrazione fiscale del 19% sui libri acquistati di tutti, essendo però senza copertura si trasforma in un “bonus librai” e nell’irrisorio buono sconto di 19 euro solo per gli studenti in tre anni. Il flash mob di Caffeina è nato proprio nei giorni in cui il governo cambiò rotta sulla detassazione e quindi è diventata anche una protesta produttiva contro chi non investe nel mondo dell’editoria e del libro. La protesta però si è sgonfiata da sola, la vera notizia che infatti ha dilagato nel web è quella del “comprare un libro”, unico vero e importante fine dell’evento, del passaparola su internet e della fondazione Caffeina.

Claudia Paccosi

21 febbraio 2014

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