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Il Premio Nobel Derek Walcott e la sua poesia come ricerca dell’Innocenza Essenziale

Si è svolto venerdì 13 aprile presso l'auditorium del Camplus Città Studi di Milano l'incontro di conversazione e lettura poetica del libro 'White Egrets' di Derek Walcott, Premio Nobel per la Letteratura nel 1992 e considerato il più grande e importante poeta e drammaturgo delle Indie Occidentali…
Il celebre poeta, titolare del Nobel  per la Letteratura nel 1992, ha tenuto un incontro a Milano per leggere alcuni passaggi del suo ultimo libro “White Egrets”

 
MILANO – Poesia come mezzo per scoprire  l’Innocenza Essenziale, la gioia che viene al di fuori dell’essere. In questo aforisma è riassunto parte del pensiero di Derek Walcott, 82enne, Premio Nobel per la Letteratura nel 1992, considerato il più grande e importante poeta e drammaturgo delle Indie Occidentali. Presente a Milano per ritirare il Premio Choice-Montale 2012 per la sezione straniera, Walcott ha tenuto venerdì 13 aprile nell’auditorium del Camplus Città Studi un incontro di conversazione e lettura poetica del suo ultimo libro "White Egrets".
 
LA RICERCA DELLA GIOIA – Una vocazione, quella per la poesia, che in Walcott arriva già in tenera età, anche grazie alla madre insegnante, e si sviluppa in un contesto geo-politico particolare; il poeta nasce nel 1930 a Castries, capitale di Saint Lucia, nelle Antille Minori, una piccola isola vulcanica, ex-colonia britannica, dove si mescolano culture e lingue differenti. “Noi poeti iniziamo nella giovinezza con la gioia, e finiamo la nostra attività nella tristezza e nella pazzia”. Walcott per spiegare la sua poetica cita William Blake, l’artista inglese che nelle sue poesie esaltava l’emozione della “gioia dei bambini”, lo stato d’innocenza in cui tutto è più chiaro, vicino al divino. “I poeti cercano nelle loro poesie di arrivare all’Innocenza Essenziale, una felicità non personale e non legata alla vita terrena. Ogni bambino è un poeta, ma molti di loro crescendo perdono la propria innocenza a causa di cattivi insegnanti”.
 
AMORE DOPO AMORE – Durante l’incontro Walcott ha letto alcune poesie contenute all’interno di “White Egrets”, la sua raccolta di poesie più recente, pubblicata in America nel 2010 e nella versione italiana tradotta da Matteo Campagnoli. La prima poesia si intitolava “Amore dopo amore”, nel quale il poeta parla della solitudine dell’uomo che, alla ricerca di sperimentazioni e novità, si distacca da tutto ciò che riguarda la propria persona. Walcott auspica che la coscienza di ognuno arrivi a comprendere la necessità di una nuova fase, quella in cui si recupera se stessi. “Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognun sorriderà al benvenuto dell’altro e dirà: Siedi qui. Mangia […] Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola”.
  
URAGANO – Gli eventi naturali ritornano spesso all’interno delle poesie di Walcott. “I primi poeti lodavano la potenza degli eventi naturali. Attraverso la poesia gli artisti vogliono riprodurre la loro forza”. Eventi naturali come gli uragani, definiti dallo stesso autore devastanti, emanazione della potenza di Dio in Terra, ai quali Walcott ha dedicato una poesia, intitolata appunto Hurucane. Dai versi emerge come essi siano in grado sia di distruggere, sia di ritracciare e conservare quel passato così importante, rappresentato dalla lingua, che può tramandare la memoria di una civiltà intera. “La morte non ha dominio sulle nostre vite, non ha potere sulla memoria di chi muore, che sopravvive grazie al ricordo degli altri”. Uragano definito nei versi della poesia “flagello, ammonitore, antenato, e, quando il giorno entra in scena, pallido come un agente di assicurazioni”.
 
LEGGERE DI PIU’, SCRIVERE MENO – Al fianco di Walcott durante l’incontro era presente il poeta e giornalista Davide Rondoni, il quale è intervenuto per introdurre le parole di Walcott e per leggere la traduzione italiana delle sue poesie. Rondoni ha inoltre analizzato la situazione della lettura in Italia, fornendo un curioso punto di vista. “Oggi le nuove generazioni leggono pochi libri, ma leggono molto su internet e scrivono tanto, basti pensare a quanti sms vengono inviati al giorno e a quanti testi vengono postati sui social network. La nostra è un’epoca della parola, ma povera. Nonostante oggi si legga poco, la lingua non muore, ma continua a crescere e ad evolversi anche grazie alla poesia”.
 
16 aprile 2012

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