Fate, streghe, spiriti, demoni. Se pensi che queste figure appartengano solo alle fiabe per bambini o ai racconti gotici di Halloween, è il momento di riscrivere la tua mappa mentale.
L’arte le ha evocate, nascoste, trasfigurate. E a raccontarlo non è un semplice manuale, ma un libro-manifesto: Il libro delle ombre di Alix Paré, edito da L’Ippocampo uscito il 22 ottobre 2025, illustra e spiega ben 480 pagine che riunisce oltre 300 capolavori dell’arte fantastica, da Füssli a Odilon Redon, in un viaggio visivo e filosofico attraverso ciò che la scuola ha sempre tenuto ai margini: il perturbante.
Questo volume, sontuoso e intellettualmente audace, è un atlante dell’oscurità estetica e un atto di ribellione verso la narrazione scolastica tradizionale. Perché ci sono almeno tre cose fondamentali che non ti hanno mai insegnato a scuola su Romanticismo, Simbolismo e l’arte del soprannaturale. E questo libro le rivela tutte, in immagini e parole.
“Il libro delle ombre:Demoni nell’Arte, treghe, spettri e le 3 Cose che la SCUOLA non ti ha Mai Insegnato su Romanticismo e Simbolismo.
La notte come maestro In un mondo dominato dalla chiarezza, Il libro delle ombre ci invita a rientrare nel buio. Non per perderci, ma per ritrovare quelle parti di noi che il giorno non riesce a illuminare. L’arte, ci ricorda Alix Paré, è anche questo: uno specchio in cui osservare i nostri demoni. E, magari, riconoscerli come parte di noi
Il Romanticismo non era solo “sentimento”, ma un’ossessione per la Morte e l’Altrove
La scuola ce lo presenta spesso come un movimento incentrato sul sentimento, sull’io, sulla natura. Ma il Romanticismo è molto più oscuro di quanto ci abbiano detto. In realtà, era una reazione violenta contro il razionalismo illuminista, un’onda emotiva che portava con sé anche il culto del tenebroso, dell’inspiegabile, del macabro.
Gli artisti romantici erano affascinati dai cimiteri, dagli spettri, dalle visioni notturne, da quel lato oscuro dell’essere umano che non si lascia incasellare in definizioni. Basti pensare a Johann Heinrich Füssli, uno dei protagonisti del libro, celebre per L’incubo (1781): una donna dorme, abbandonata, mentre un demone le siede sul petto e un cavallo dal volto spettrale la osserva alle spalle.
Una visione onirica e disturbante, che evoca incubi, erotismo represso, forze invisibili. È questo il Romanticismo che nessuno ci racconta: quello che cerca l’invisibile dentro la carne del visibile. Il libro delle ombre raccoglie decine di opere in questa direzione: streghe volanti, cavalieri senza volto, demoni danzanti, fate ambigue. Una visione della storia dell’arte che mostra come il confine tra immaginazione e terrore sia sempre stato fertile terreno creativo.
Il Simbolismo non è un linguaggio “decorativo”, ma un codice segreto dell’anima
Molti manuali trattano il Simbolismo come un movimento raffinato, estetizzante, elegante. Eppure, sotto i suoi arabeschi e i suoi colori opalescenti si cela qualcosa di molto più potente: un codice dell’inconscio. Simbolismo significa evocare senza spiegare. Ogni forma, ogni figura, è carica di mistero.
Odilon Redon, presente anche lui nel volume, dipinge teste fluttuanti, occhi giganteschi, animali onirici, creature che sembrano uscite da una visione lisergica. Il Simbolismo è un’arte che lavora come un sogno: ci mostra qualcosa che non capiamo subito, ma che tocca corde profonde, ataviche. Come scrive Alix Paré: “È un’arte fatta di schegge di luce nera, che ci accompagna nel lato non detto dell’esistenza.” In questo libro, ogni immagine è accompagnata da analisi stilistiche, storiche e letterarie: un vero e proprio viaggio attraverso l’immaginario oscuro dell’Europa tra XIX e XX secolo, un tempo in cui l’arte cercava l’anima delle cose, e non la loro superficie.
L’occulto non è un gioco da bambini: è una chiave per leggere l’arte (e la storia)
Chi studia arte, in genere, salta a piè pari tutto ciò che riguarda l’esoterismo, l’occulto, il magico. Per pudore, per ignoranza o per pregiudizio. Ma la verità è che tantissimi artisti, dal Medioevo in poi, hanno attinto a piene mani da miti pagani, astrologia, alchimia, libri proibiti.
Questo libro lo mostra chiaramente: l’universo dell’occulto ha plasmato l’immaginazione visiva occidentale ben più di quanto ci abbiano raccontato. Dalle streghe torturate della pittura settecentesca ai fantasmi vittoriani, dalle visioni medianiche dei simbolisti alle allucinazioni dei romantici: l’arte ha sempre parlato con gli spiriti.
E l’ha fatto in modo raffinato, colto, perfettamente inserito nel dibattito culturale del suo tempo. Come scrive Caspar David Friedrich, citato nel volume: “Chiudi l’occhio fisico, per vedere il quadro con l’occhio dello spirito.” Un invito che è anche un manifesto: per leggere l’arte fantastica non basta la storia, serve l’immaginazione. Serve il coraggio di credere che dietro un volto spettrale possa esserci una verità più profonda di mille pagine di filosofia.
Perché “Il libro delle ombre” è un’opera da avere
Pubblicato da L’Ippocampo, casa editrice da sempre attenta alla qualità estetica e contenutistica dei propri volumi, Il libro delle ombre è un oggetto prezioso, da collezione.
Non solo per la cura editoriale (copertina cartonata, stampa a colori, formato elegante e di grande impatto), ma per la densità culturale che offre. Ogni pagina è una scoperta. Ogni opera selezionata è incastonata in un contesto storico e filosofico che la valorizza.
E le citazioni che accompagnano le immagini: da Victor Hugo a Baudelaire, sono scelte per aprire varchi di senso, non per chiudere con nozioni. È un libro da sfogliare lentamente, da lasciare aperto sul tavolo, da condividere con chi ama l’arte visionaria, il gotico, il mistero. Un atlante per chi crede che l’arte debba ancora, oggi, farci un po’ paura.
Cosa c’entra “Il libro delle ombre” con le streghe?
Il titolo non è casuale: Il libro delle ombre era il nome attribuito, nella tradizione wicca e in certi culti esoterici, al diario segreto dove venivano annotate formule magiche, visioni, rituali. In un certo senso, questo volume funziona allo stesso modo: è un grimorio visivo che raccoglie i simboli, le figure, le ossessioni dell’immaginario occulto europeo. Senza incantesimi, ma con moltissima potenza evocativa. .
