“Il labirinto di seta”: Venezia, moda e misteri all’inizio del 900′

10 Novembre 2025

Scopri "Il labirinto di seta" di Anna Samueli, un romanzo storico ambientato nella Venezia di Fortuny tra moda, segreti e formazione. Una storia di rinascita e creatività in cui l’arte del vestire diventa viaggio interiore.

"Il labirinto di seta": Venezia, moda e misteri all'inizio del 900'

In un intreccio di tessuti, segreti e silenzi, “Il labirinto di seta” di Anna Samueli ci conduce nella Venezia dei primi del Novecento, restituendoci un affresco vivido e vibrante di una città densa di fascino e contraddizioni. Il romanzo, al tempo stesso storico, artistico e formativo, prende le mosse da un evento traumatico: una ragazza muta, Luz, fugge dalla Spagna e si rifugia nella laguna veneziana, portando con sé una scatola misteriosa e una lettera fasulla.

La protagonista, orfana di madre e apparentemente anche di padre, si ritrova catapultata in un mondo fatto di stoffe pregiate, disegni visionari, intuizioni geniali e silenzi pesanti come piombo.

Luz trova lavoro presso Mariano Fortuny, celebre artista e stilista, chiamato nel libro l’“alchimista delle stoffe”. Sarà proprio nel suo atelier a campo San Beneto che la giovane darà inizio a un percorso di crescita, scoperta, rielaborazione del trauma e costruzione di sé.

“Il labirinto di seta”: la storia di un incontro e della moda con Mariano Fortuny

“Il labirinto di seta” è un romanzo che affascina per la sua eleganza narrativa, la ricchezza delle fonti storiche e la delicatezza con cui racconta una storia di formazione, riscatto e ricerca di verità. Luz è un personaggio che resta nel cuore, così come resta la figura di Fortuny, uomo d’arte e di sogni. Un libro che è anche un omaggio alla moda come arte e alla città di Venezia come luogo di mistero e bellezza.

Un romanzo storico ricco di suggestioni

“Il labirinto di seta” non si limita a raccontare una storia personale, ma si cala pienamente nello spirito di un’epoca. L’ambientazione veneziana del primo Novecento è ricostruita con precisione documentaria ma anche con eleganza narrativa: tra palazzi che sembrano sospesi sull’acqua e un tessuto sociale fatto di nobili decadenti, artigiani, inventori, operai e intellettuali. Nella cornice di questa Venezia sfarzosa e un po’ inquieta, Anna Samueli inserisce riferimenti puntuali a figure storiche realmente esistite: Gabriele D’Annunzio, Giovanni Stucky, Marcel Proust, la marchesa Luisa Casati.

Il romanzo diventa così anche una riflessione sul senso dell’arte, sul ruolo dell’abito e dell’apparenza, sull’identità come costruzione personale ma anche come invenzione collettiva. La seta, con le sue pieghe morbide e mutevoli, è metafora potente della protagonista e del suo destino: qualcosa da decifrare, trasformare, rendere unico.

Luz: una protagonista fuori dagli schemi

Luz è muta non per una condizione fisica, ma per una scelta: un trauma l’ha portata a rinunciare alla parola. Ma il suo silenzio non è passività. Anzi, è un linguaggio alternativo fatto di gesti, sguardi, intuizioni, resistenze. Lavorando con Fortuny e Henriette, l’affascinante compagna del maestro, Luz si avvicina lentamente alla verità su sé stessa e sulla propria famiglia.

Il suo percorso è anche un romanzo di formazione, una presa di coscienza dell’essere donna, del potere creativo e trasformativo dell’arte, e infine dell’amore.

Henriette, altro personaggio centrale, è una figura che fonde l’intelligenza con il gusto, l’empatia con l’ambizione. Sarà proprio dalla sinergia tra Luz e Henriette che nascerà il “delphos”, l’abito senza tempo destinato a rivoluzionare la storia della moda.

Mariano Fortuny: l’artista che vestiva i sogni

Mariano Fortuny y Madrazo è stato una figura straordinaria del panorama artistico europeo. Pittore, scenografo, fotografo, inventore, designer, stilista: impossibile racchiuderlo in una sola definizione. Nato a Granada nel 1871, figlio del celebre pittore Marià Fortuny, Mariano si trasferisce presto a Venezia, dove nel suo palazzo gotico sul Canal Grande crea un laboratorio straordinario in cui si fondono arte e tecnica, tessitura e innovazione.

La sua invenzione più celebre è il delphos , l’abito ispirato all’antichità greca, realizzato in seta plissettata e pensato per esaltare la libertà del corpo femminile, in contrasto con i rigidi busti dell’epoca. Ogni suo capo era un pezzo unico, e molte dive del tempo – da Eleonora Duse a Isadora Duncan, ne furono affascinate.

Nel romanzo, Fortuny appare come una figura geniale e tormentata, sospesa tra la luce e l’ombra, tra la protezione della madre e la memoria del padre morto misteriosamente. Attraverso il suo rapporto con Luz, si delinea anche la storia di un uomo segnato dalla perdita e dalla ricerca di un’eredità che non è solo artistica, ma anche umana.

Tra moda, segreti e identità Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo di Anna Samueli è la capacità di mescolare atmosfere gotiche a dettagli storici, intrighi familiari a riflessioni sull’arte e sulla moda.

La moda, in particolare, non viene trattata solo come decorazione o cornice, ma come motore narrativo. Gli abiti, i tessuti, le trame di seta diventano il modo in cui i personaggi si esprimono, si nascondono, si raccontano. Il “labirinto” del titolo è allora doppio: è il labirinto della città, dei segreti, delle genealogie nascoste, ma è anche il labirinto interiore della protagonista, che dovrà imparare a orientarsi tra le pieghe del proprio passato e tra i colori del presente.

Una Venezia inedita e vibrante Venezia, nel romanzo, non è mai solo sfondo. È personaggio a tutti gli effetti. Non quella turistica delle cartoline, ma la Venezia delle calli umide, dei palazzi nobiliari decaduti, dei laboratori nascosti dove si stampano tessuti segreti e si respirano spezie e pigmenti.

È anche la Venezia della vita quotidiana, con le sue operaie, le sue mondine, le sue piccole ribellioni. Anna Samueli riesce a rendere la città viva attraverso i sensi: la vista delle cupole, l’odore della seta, il fruscio dei tessuti, la luce che filtra tra le tende delle stanze chiuse. E tutto questo contribuisce a rendere la narrazione avvolgente e multisensoriale.

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