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Il fascino della New York degli anni ’40 vista attraverso gli occhi di due ragazze di provincia raccontata da Marjorie Hart in ”I love Tiffany”

Due ragazze di provincia, la gioielleria più famosa del mondo, il fascino indimenticabile della New York anni '40. Sono questi gli ingredienti de ''I love Tiffany'', il romanzo di esordio di Marjorie Hart che, all'età di 84 anni, è giunta al successo grazie al romanzo autobiografico di una stagione magica...

Libro d’esordio e successo editoriale all’età di 84 per Marjorie Hart, che nel suo libro illustra i sogni e gli stimoli di due giovani ragazze in momento della storia americana colmo di speranze e promesse

MILANO – Due ragazze di provincia, la gioielleria più famosa del mondo, il fascino indimenticabile della New York anni ’40. Sono questi gli ingredienti de “I love Tiffany”, il romanzo di esordio di Marjorie Hart che, all’età di 84 anni, è giunta al successo grazie al romanzo autobiografico di una stagione magica: da una cittadina dell’Iowa alla famosa gioielleria di Manhattan, consacrata nel 1958 dal romanzo Colazione da Tiffany di Truman Capote, dove lei, ventenne, trovò lavoro, stimoli intellettuali, la voglia di riprendere a suonare e un osservatorio d’eccezione su un momento della storia americana colmo di speranze e promesse. Violoncellista professionista, ex presidente del Dipartimento di Belle Arti dell’Università di San Diego, Marjorie Hart vive a La Mesa, in California.

 

Cosa l’ha spinta a scrivere I love Tiffany a 83 anni?
Quella del 1945 fu un’estate straordinaria; io e la mia amica Marty assistemmo alla parata del generale Eisenhower sulla Quinta strada con quattro milioni di newyorkesi, vedemmo l’arrivo della Queen Mary al porto di New York con quattordicimila soldati, e l’indimenticabile celebrazione del VJ Day (Victory over Japan) a Times Square. Ma soprattutto trovammo un lavoro da Tiffany & Co.

 

Come inizia il romanzo?
La storia inizia dal nostro viaggio al secondo piano dell’autobus sulla Quinta Strada. Se ripenso al nostro primo impatto con i famosi palazzi, i negozi e i rumori della città mi viene ancora la pelle d’oca!

 

La sua amica Marty, con cui ha condiviso questa esperienza, era chiaramente molto intraprendente. Fu lei a suggerire di trascorrere l’estate a New York e la impressionò molto rivelandole che il suo guardaroba alla moda era stato realizzato interamente da lei. Cosa le ha insegnato Marty in particolare?
Marty ha avuto un grandissimo impatto sulla mia vita. Era piena di risorse, sicura di sé e senza timore, il modello ideale per me che ero timida. Ho imparato da lei a prendere al volo le occasioni e a prendere in considerazioni opportunità che prima non avrei immaginato!
 
Al suo ritorno nell’Iowa cosa le è mancato di più di New York?
Mi sono mancati moltissimo i miei amici. Sono infatti tornata tra Natale e Capodanno per rivederli e per rivedere Jim.
 
A giudicare dalle foto, le giovani donne degli anni Quaranta sembrano quasi delle star del cinema, sempre fresche e in ordine. Qual era il vostro segreto?
Le continue cure: sciacquarsi i capelli con l’aceto, spazzolarli continuamente, dormire con i bigodini. In borsa non mancava mai la cipria, il rossetto rosso o arancione e pettini, foulard o retine per coprire i capelli in disordine. Guai se non eri perfetta!
 
Se potesse portarsi un qualunque oggetto dei giorni nostri nella New York del 1945 cosa scegliereste?
Sicuramente un laptop: ah, se avessi potuto mandare e-mail alla famiglia e agli amici, SMS al fidanzato, trovare gli orari degli autobus e la programmazione del teatro, e sapere se quel giorno avrebbe piovuto!

 

24 agosto 2012

 

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