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I quotidiani celebrano gli ottant’anni di Einaudi

LA CRITICA QUOTIDIANA – Lo Struzzo compie 80 anni. Stiamo parlando di Einaudi naturalmente, la casa editrice che ha fatto di un marchio – ''quello struzzo che non ha mai messo la testa sotto la sabbia'', come diceva Bobbio – un simbolo che ha attraversato la storia di Italia...

Su Repubblica Antonio Gnoli ripercorre insieme al direttore generale Ernesto Franco le tappe principali della storia della casa editrice con uno sguardo rivolto al presente e al futuro

LA CRITICA QUOTIDIANA – Lo Struzzo compie 80 anni. Stiamo parlando di Einaudi naturalmente, la casa editrice che ha fatto di un marchio – “quello struzzo che non ha mai messo la testa sotto la sabbia”, come diceva Bobbio – un simbolo che ha attraversato la storia di Italia. È un bilancio glorioso quello tratteggiato su Repubblica da Antonio Gnoli insieme a Ernesto Franco, direttore generale della casa editrice, che ripercorre le tappe principali del passato di Einaudi e nel contempo guarda al futuro.

INNOVAZIONE E CONTINUITÀ – Partiamo da qui, dal presente e dal futuro. Oggi, come spiega Franco, per celebrare questo importante anniversario la casa editrice sta organizzando un “premio Einaudi” e sta progettando un restyling dei tascabili. Sarà varata inoltre una nuova collana, intitola “opera viva”. Il nome è tratto da un’espressione del linguaggio marinaro che indica, in una nave, la parte dello scafo immersa nell’acqua, quella che determina il galleggiamento. Franco spiega: “i libri che pubblicheremo in questa collana dovranno ‘navigare’ nel grande mare della quotidianità, trovando rotte di percorrenza e correnti che ne facilitino la mobilità”. Le novità non si esauriscono qui. Con un’operazione ponte, che mira a traghettare nel futuro la grande tradizione letteraria, sono in progetto anche le revisioni delle traduzioni di alcune opere magistrali. Tra queste “Moby Dick”, nella traduzione, nuova, di Ottavio Fatica, e “Il giovane Holden”, nella traduzione di Matteo Colombo. Verrà pubblicato anche, prima volta per Einaudi, “Il conte di Montecristo” di Dumas, anche lui tradotto ex novo, e verranno riproposti altri grandi autori come Dostoevski e Stendhal.

L’EQUILIBRIO TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO – Il rapporto tra passato, presente e futuro è oggetto di grande attenzione da parte della casa editrice, che da un lato dimostra di saper interpretare il proprio tempo “anche con le cose più deperibili”, assecondando le mode effimere del momento, ma dall’altro sa anche opporre resistenza. “Nell’adeguamento e nella resistenza critica consiste il lavoro del buon editore”, afferma Franco riassumendo le parole che Herman Hesse rivolgeva in una lettera al suo nuovo editore, Siegfried Unseld, che aveva preso il posto di Peter Suhrkamp.

LA CAPACITÀ DI RESISTERE ALLE CRISI – La capacità di resistenza per Einaudi è sempre stata un valore, un motto di vita che campeggia nel suo logo, “Spiritus durissima coquit”, ovvero “lo spirito digerisce le cose più dure”. Come sottolineato da Gnoli, di prove difficili Einaudi ne ha affrontate e superate tante: il fascismo, la guerra, la lenta ricostruzione del dopoguerra. E tutto grazie alle personalità straordinarie che ne hanno fatto la gloria: l’editore Giulio Einaudi, Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Elio Vittorini, Italo Calvino, Giulio Bollati, Roberto Cerati. Molti di loro, compreso il fondatore, se ne andarono in seguito allo scossone della crisi finanziaria degli anni Ottanta, che fece saltare i conti dell’azienda e portò all’acquisizione della casa editrice da parte della famiglia Berlusconi all’inizio degli anni Novanta. Un’altra crisi cui comunque Einaudi è sopravvissuta. “Nella seconda metà degli anni Novanta, la casa editrice ha trovato le forze per ricompattarsi. La nascita di ‘Stile Libero’ nel 1995 aggiunse nuova linfa”, scrive Gnoli. Oggi Einaudi è diretta da personalità forti. “Ce ne è bisogno”, commenta il giornalista. “Perché mai come in questo momento il libro sta vivendo una trasformazione epocale”.

15 novembre 2013

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