Ci sono personaggi che vivono più vite: una nei libri di storia, un’altra nelle pagine della letteratura e, a volte, una terza nella memoria popolare.
Alexandre Dumas, maestro nel trasformare eventi reali in narrazioni travolgenti, amava pescare a piene mani tra figure storiche dirompenti, dando loro una seconda esistenza, più romanzesca e immortale.
Tra questi, c’è un uomo che sembra uscito da un romanzo di cappa e spada, e che invece è vissuto davvero: Annibale Radicati di Cocconato , conte piemontese, soldato, agente segreto, gentiluomo e, soprattutto, vittima di due “decapitazioni”: la prima, simbolica, nelle pagine di Dumas; la seconda, reale, sul patibolo di Parigi il 30 aprile 1574.
I meravigliosi personaggi storici di Alexandre Dumas: Il cavaliere senza testa che perse la vita due volte
Radicati perse la testa due volte: una nelle pagine di Dumas, dove la fantasia lo rese un eroe; l’altra nella Parigi del 1574, quando la Storia lo condannò alla morte fisica. Oggi, grazie alla ricerca di Massimo Novelli, possiamo restituirgli una terza vita: quella della memoria storica, in cui il confine tra avventura e verità è sottile quanto la lama che lo decapitò. E, in fondo, questo è il miracolo dei meravigliosi personaggi storici di Alexandre Dumas: ci invitano a tornare alle fonti, a leggere tra le righe, a scoprire la persona dietro il mito. Perché tra la realtà e la leggenda, spesso, si nasconde la storia più affascinante di tutte.
Un uomo tra due mondi: la Francia delle guerre di religione
Per capire Radicati bisogna partire dall’epoca in cui visse: la Francia della seconda metà del Cinquecento, dilaniata dalle guerre di religione tra cattolici e ugonotti.
Sul trono sedeva Carlo IX di Valois-Angoulême, ma il vero potere era nelle mani di sua madre, Caterina de’ Medici, abile stratega politica e regina madre di tre sovrani.
La corte francese di quegli anni era un nido di vipere: intrighi, alleanze e tradimenti si susseguivano senza sosta. In questo scenario Radicati, piemontese di nascita e conte di Cocconato, si muoveva come un camaleonte: capitano valoroso , ma anche uomo di fiducia del Duca di Savoia, per il quale svolgeva missioni di spionaggio.
Era il classico “uomo del Rinascimento”: colto, scettico, ironico, disincantato, con un piede nella politica e l’altro nella guerra.
La leggenda nera: dalla Notte di San Bartolomeo al patibolo
Il nome di Radicati è legato a uno degli eventi più sanguinosi della storia francese: la Notte di San Bartolomeo del 24 agosto 1572, quando migliaia di protestanti furono massacrati a Parigi e in altre città francesi.
Gli storici cattolici lo inserirono tra i sicari al servizio dei Guisa, responsabili della carneficina; altri lo descrissero come un uomo crudele e “malvagio, uno dei più malvagi che ci siano stati nel mio regno”, per citare le parole attribuite a Carlo IX. Ma qui la storia si fa ambigua: le accuse contro Radicati sono avvolte da sospetti e contraddizioni.
Alcuni documenti lo indicano come un esecutore zelante; altri, come un uomo caduto in disgrazia per ragioni politiche, usato come capro espiatorio per proteggere figure di alto rango.
Il 30 aprile 1574, a Parigi, Radicati fu decapitato con l’accusa di complottare contro il re. Morì con la fama di traditore e sicario, ma anche con l’aura del gentiluomo ribelle che non piegò mai la testa se non alla lama del boia.
Dumas e “La Regina Margot”: quando la storia diventa romanzo
Più di due secoli dopo, Alexandre Dumas si appropria della figura di Radicati per il suo romanzo storico La Regina Margot. Come spesso accadeva, lo scrittore non si preoccupò troppo della fedeltà ai fatti: modellò il personaggio secondo le esigenze narrative, esaltandone il fascino e il coraggio, intrecciandolo a intrighi amorosi e cospirazioni da feuilleton.
Il Radicati di Dumas è un eroe romanzesco, un comprimario di lusso in una trama dove regine seducenti, cavalieri valorosi e congiure mortali si inseguono in un ritmo travolgente.
È il potere della letteratura: prendere un nome della storia e trasformarlo in un mito popolare, conosciuto da più lettori che studiosi.
Massimo Novelli e il ritorno alla verità storica
Ma chi era davvero Annibale Radicati di Cocconato? Lo scrittore e giornalista Massimo Novelli, nel suo libro dedicato a questa figura, ricostruisce la sua vita con l’aiuto di documenti e testimonianze inedite.
Il risultato è un ritratto sorprendente: non solo un soldato, ma anche un uomo di pensiero, un “avventuriero filosofo” che non credeva né a Dio né al diavolo.
Novelli mostra come la sua condanna fosse parte di un gioco politico più grande, in cui Radicati fu sacrificato per salvare i “Grandi” della corte.
Lungi dall’essere solo un sicario, appare come un uomo colto, capace di ironia e di scetticismo, e forse l’ultima persona che avrebbe abbracciato ciecamente un’ideologia.
Con “Annibale Radicati di Cocconato. Il cavaliere senza testa”, Massimo Novelli firma un’opera che unisce rigore storico e ritmo narrativo da romanzo d’avventura.
L’autore scava nella vita di Annibale Radicati di Cocconato con l’attenzione di uno storico e la curiosità di un narratore, riportando alla luce documenti e testimonianze che ribaltano secoli di versioni parziali e giudizi affrettati.
La scrittura è scorrevole, immersiva, capace di alternare il quadro politico della Francia delle guerre di religione a episodi vividi della vita del conte piemontese: duelli, missioni segrete, amori e tradimenti si intrecciano con le grandi manovre di corte.
Ciò che emerge non è il “mostro” descritto da alcuni cronisti, ma un uomo complesso , anticonformista, forse colpevole di troppa indipendenza in un’epoca che non la tollerava.
Novelli non si limita a riabilitare Radicati, ma ci invita a riflettere sul potere della narrazione storica: come la penna di Dumas lo abbia reso immortale nella letteratura, ma al tempo stesso abbia cristallizzato un’immagine romanzata che ha finito per oscurare la verità.
Il libro si legge con lo stesso piacere di un classico di cappa e spada, ma regala anche il brivido di sapere che ogni scena, ogni nome, ogni luogo affonda le radici nella realtà.
È una lettura ideale per chi ama le storie dove la linea tra storia e leggenda si fa sottile, e dove la verità, una volta scoperta, è persino più affascinante della finzione.
Tra storia e mito: il destino dei personaggi di Dumas
La vicenda di Radicati di Cocconato è un esempio perfetto di come Alexandre Dumas sapesse trasformare personaggi storici in figure immortali.
Nei suoi romanzi, la verità è sempre mescolata alla leggenda, e questo non è un difetto, ma una delle ragioni del suo successo: il lettore si affeziona a personaggi vivi, contraddittori, memorabili, anche se non sempre “corretti” dal punto di vista storico.
Il problema, semmai, è che queste versioni romanzate spesso soppiantano la realtà. E così, per più di due secoli, Radicati è stato ricordato più per le pagine di Dumas o per la condanna alla ghigliottina che per la complessità della sua vita.
Perché parlarne oggi Raccontare Annibale Radicati di Cocconato significa parlare di:
Memoria storica e di come viene costruita, uso politico della giustizia , fascino del personaggio libero e anticonformista che sfida il proprio tempo.
È una storia che unisce avventura, intrigo, dramma e riflessione morale. Perfetta per chi ama il romanzo storico, ma anche per chi è curioso di scoprire quanto la verità possa essere più sorprendente della finzione.