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I libri chiedono di eliminare nome e foto dell’assassino della strage della scuola nel Connecticut

I libri ci insegnano che chi uccide i bambini, chi fa strage all’interno di una Scuola, commette il crimine più grande che possa esistere: uccidere il futuro!

Un ragazzo di 20 anni che, non si comprende come possa accadere in un paese civile, si è trasformato in un “Rambo”,  e ha scatenato la propria folle rabbia omicida nei riguardi di innocenti, piccoli angeli che non avranno mai la fortuna di poter vivere una vita: bella o brutta che sia.

I libri si indignano nel vedere poi le foto del pazzo assassino pubblicate su tutti i media internazionali: era quello che voleva, se non fosse ancora chiaro.

Allora è arrivato il momento di non dare mai più nome e volto a chi si macchia di una simile barbarie. Un modo civile di abbattere per sempre dalla Storia, i criminali che non meritano neppure di essere ricordati.
I libri non amano la vendetta, non amano la pena di morte, ma amano il rispetto del prossimo, la tutela degli innocenti, dei deboli. I libri non possono accettare che possa accadere quanto avvenuto alla Sandy Hook Elementary School, una scuola materna ed elementare di Newtown, nel Connecticut, a poco più di 100 chilometri da New York. Ma, i libri sono convinti che se si da esibizione ai protagonisti, altri possono emularne le gesta.

Questo potrebbe essere anche un piccolo semplice contributo ad evitare che possa accadere ancora. Potrebbe essere da monito a tutti i folli esibizionisti (e ce ne sono sempre di più) che pur di rimanere immortali sono pronti a vestire i panni della “Bestia”.

Lo abbiamo già visto con la strage norvegese di luglio dello scorso anno, in cui un altro folle assassino  uccise ben 90 persone, moltissimi ragazzi, pur di raggiungere l’obiettivo di far passare il proprio nome e il proprio messaggio su tutti gli organi di informazione mondiali.

I libri non comprendono come in un qualsiasi Paese che crede nella civiltà, si possa poi dare l’opportunità ad un individuo di potersi armare fino ai denti e colpire chiunque gli si presenti davanti. Non è normale, non è plausibile, non è accettabile. Le armi sono uno strumento di morte, soprattutto se nelle mani di folli, di instabili. I fatti ormai ci confermano che ciò che è accaduto ieri non è un fenomeno isolato, ma che si ripete. Ecco perché forse è il momento di intervenire. Non bastano le lacrime, ci vogliono fatti: mai più ad un uso di massa delle armi e alla vendita on-line delle stesse.

Tornando all’eliminazione mediatica di tutti coloro che si macchiano di gesti simili, i libri non dicono che non bisogna seguirne la cronaca, ma che occorre non dare più visibilità ai protagonisti di questi atti, che poco hanno a che fare con la civiltà. Siamo consapevoli che forse neppure questo servirà, ma potrebbe contribuire ad evitare lo spirito emulativo-esibizionista, e soprattutto potrebbe aiutare i sopravvissuti, i genitori e i parenti delle vittime a mitigare la sofferenza e la rabbia.

Quella foto dello stragista del Connecticut che sta imperversando su tutti i media, non fa certo bene all’informazione, alle memoria delle vittime e allo stesso sventurato, un ragazzo di 20 anni che per arrivare a fare ciò che ha fatto, sicuramente non era un ragazzo a posto con la testa, felice della sua esistenza.

Noi volutamente non abbiamo mai pronunciato e mai pronunceremo il suo nome. Mai faremo ricorso alla sua foto. Preferiamo pubblicare nessuna foto. Per noi esiste solo il rispetto per quelle piccole creature innocenti, che potevano essere i nostri figli, i nostri nipoti, i nostri parenti, i nostri conoscenti. Piccole anime che meritano assoluto rispetto!

 

La redazione 

 

15 dicembre 2012

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