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I dieci protagonisti senza nome più famosi della letteratura

Molti scrittori nel corso della storia hanno deciso di affidare la loro voce a un protagonista anonimo. Quella del personaggio senza nome è infatti una figura emblematica, che si carica caso per caso di forti significati simbolici. Il magazine Flavorwire ha di recente selezionato i dieci ''innominati'' più famosi della letteratura...

Da l’“Uomo invisibile” di Ralph Ellison alla protagonista di “Rebecca, la prima moglie” di Daphne du Maurier, ecco dieci personaggi anonimi che hanno conquistato le scene della letteratura

MILANO – Molti scrittori nel corso della storia hanno deciso di affidare la loro voce a un protagonista anonimo. Quella del personaggio senza nome è infatti una figura emblematica, che si carica caso per caso di forti significati simbolici. Il magazine Flavorwire ha di recente selezionato i dieci “innominati” più famosi della letteratura, dieci libri che fanno un uso esemplare di questo espediente letterario. Ve li riproponiamo qui, aggiungendo alla lista anche un illustre esempio italiano che ben merita di essere citato.

L’“Uomo invisibile” di Ralph Ellison
Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Ralph Ellison, scrittore afroamericano famoso per il suo romanzo esistenzialista “Uomo invisibile” del 1952. Il libro, l’unico pubblicato in vita dall’autore, tocca alcune importanti questioni affrontate dai neri d’America in quel periodo, raccontate attraverso la ricerca d’identità del protagonista, un afroamericano di New York che lo scrittore lascia emblematicamente nell’anonimato, nel corso del 1930. Il titolo ha trascorso 16 settimane nella lista dei best-seller e ha vinto il prestigioso National Book Award per la narrativa nel 1953.

La moglie reclusa de “La carta da parati gialla”, di Charlotte Perkins Gilman
La donna, cui è stato diagnosticato un disturbo nervoso non meglio definito, è tenuta confinata nella sua stanza dal marito medico, che dice di volerla guarire. In realtà, le “amorevoli” cure di lui mascherano un bisogno sessista di controllo, da cui la donna si sente oppressa e che è proprio all’origine della sua depressione. La carta da parati gialla della stanza diventa per lei un’ossessione: dietro questa, si nascondono delle donne partorite dalla sua fantasia, oggetto di visioni sempre più frequenti. L’anonima protagonista è diventata il simbolo dell’oppressione della donna nel 19simo secolo e le sue visioni sono lette da alcuni proprio come un’epifania femminista: la presa di coscienza che non vi è libertà nel matrimonio e il trionfo del mondo interiore della donna.

Il sacerdote perseguitato de “Il potere e la gloria”, di Graham Greene
Il protagonista del libro è un sacerdote che vive nel Messico del 1940. Il governo anticlericale sta conducendo una feroce persecuzione anticattolico e lo cerca per ucciderlo. Prete ubriacone, che in un momento di ebbrezza si è anche abbandonato al piacere della carne, nonostante sia oppresso dal senso di colpa e ritenga che la morte sarebbe una giusta punizione, non può fare a meno di fuggire per cercare a ogni costo di sopravvivere. Il suo anonimato riflette la sua condizione esistenziale: troppo umano per l’eroismo, troppo umile per il martirio.

L’“Everyman” di Philip Roth
Per 182 pagine seguiamo la storia di questo uomo qualsiasi, pubblicitario di successo, con tre matrimoni e tre divorzi alle spalle, un fratello, due figli di primo letto che lo odiano e una terza figlia nata dal secondo matrimonio che lo adora. In questo romanzo Philip Roth racconta, attraverso questo protagonista senza nome e la sua progressiva decadenza, la morte di tutti noi, l’inesorabile disfarsi della nostra identità.

L’assassino de “Il cuore rivelatore” di Edgar Allan Poe
Si tratta di uno dei racconti del terrore di Poe, concepito come la confessione di un anonimo assassino. Il protagonista spiega le ragioni per cui ha ucciso il vecchio di cui si prendeva cura – era ossessionato dal suo occhio chiaro, da avvoltoio, spaventoso e sempre incombente – e cerca di convincere il lettore che non è pazzo. È un uso magistrale del “narratore inaffidabile”, cui il lettore non sa se poter credere, ormai divenuto un classico della letteratura.

La ragazzina-voce narrante di “Maschi e femmine”, racconto di Alice Munro contenuto nella raccolta “La danza delle ombre felici”
Il racconto affronta la questione di genere attraverso gli occhi di una ragazzina, voce narrante della storia, molto più affascinata e incline ai compiti che in famiglia vengono svolti dal padre e assegnati al fratello, piuttosto che a quelli di competenza della madre, che reclama il suo aiuto. Alla fine, però, è costretta inevitabilmente ad accettare il ruolo di “femmina” che le viene imposto. Il nome di suo fratello, “Laird”, viene dalla parola inglese “Lord”, a enfatizzare che il potere e l’identità sono concepiti come prerogativa maschile. A lei non spetta niente di tutto ciò, neppure un nome.

Padre e figlio de “La strada” di Cormac McCarthy
In un mondo post apocalittico in cui non esistono più animali, sterminati da una non precisata catastrofe, seguiamo un padre e un figlio nel loro cammino verso Sud attraverso una desolata America, in cerca di cibo e di altri sopravvissuti. In questo viaggio alla fine dei tempi, i nomi non hanno più alcun significato: i personaggi sono solo archetipi che l’autore utilizza per la costruzione di una grande mitologia.

I protagonisti di “Cecità”, di José Saramago
Gli anonimi abitanti di un’anonima città vengono colpiti da un’inspiegabile epidemia che li rende ciechi e rischia di far collassare la società. L’autore, premio Nobel per la Letteratura, mette in scena attraverso questa allegoria una sua visione dell’umanità al contempo cupa e ottimistica – alcuni non sono in grado di salvare nemmeno se stessi, altri si offrono con totale generosità. Questo romanzo distopico di Saramago rivela, attraverso i suoi personaggi senza nome,  come negli esseri umani siano universalmente presenti queste due opposte tendenze.

Il protagonista di “Fight Club” di Chuck Palahniuk
Il protagonista di “Fight Club” ha un nome nel film, ma non nel libro. “Avevano bisogno di un nome da mettere di fianco alle sue battute nel copione, così ci hanno messo Jack, tanto per”, spiega l’autore. Nel romanzo, è un anonimo esponente della classe media impiegatizia sul cui sfruttamento si poggia la società americana. Dopo aver incontrato Tyler Durden e averlo scelto come suo guru, decide con lui di dar vita a un “Fight Club” in cui tutti questi uomini frustrati possano sfogare la propria violenza. Ma chi è veramente Tyler e chi invece l’anonimo protagonista? Non sempre risulta chiaro e le due figure sembrano sovrapporsi…

La protagonista e voce narrante di “Rebecca, la prima moglie” di Daphne du Maurier
Il nome della protagonista, e voce narrante, del romanzo di Daphne du Maurier, ovvero la seconda moglie del facoltoso vedovo Maxim De Winter, non viene mai svelato. Sulla casa dei De Winter aleggia il fantasma della prima moglie, Rebecca, la cui memoria è mantenuta viva dalla sinistra governante, Mrs. Danvers. La nuova signora De Winter resta simbolicamente nell’anonimato, anche lei “presenza spettrale”, al pari di Rebecca.

L’INNOMINATO DI MANZONI – Come non citare, in questa lista, il famoso personaggio de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, di cui proprio oggi ricorre l’anniversario di nascita? Si tratta di un uomo realmente esistito, di tale malvagità da incutere terrore al solo nominarlo. Ecco perché Manzoni lo battezza, simbolicamente, “l’Innominato”. Personaggio dal carattere estremo, cui Don Rodrigo si rivolge per far rapire Lucia, nel romanzo di Manzoni vive una profonda crisi spirituale, che dopo una notte di disperato tormento lo porta ad abbracciare la via della conversione e del perdono, grazie anche all’aiuto della devota protagonista. Con lui, Manzoni ha scritto pagine indimenticabili, tra le più alte della letteratura.

9 marzo 2014

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