Grand tour: i viaggi estivi degli intellettuali in Italia tra scandali e passione

16 Luglio 2025

Con "Storie Segrete del viaggio in Italia", Attilio Brilli ci guida verso l'affascinante storia segreta e proibita del viaggio, Grand Tour, compiuto da artisti e scrittori...

Grand tour: i viaggi estivi degli intellettuali in Italia tra scandali e passione

Quando si pensa al Grand Tour, vengono in mente giovani aristocratici inglesi con il taccuino in una mano e il binocolo nell’altra, pronti a immortalare le vestigia dell’antichità e a tornare a casa con un’aura di erudizione e di esperienza.

Ma cosa accadeva davvero dietro le tende dei salotti romani, nelle alcove veneziane o tra le pieghe di certi paesaggi troppo “pittoreschi” per essere solo contemplati? A svelare ciò che le guide turistiche ottocentesche si guardavano bene dal raccontare, ci pensa Attilio Brilli nel suo libro Storie segrete del viaggio in Italia (Il Mulino), un vero e proprio scrigno di aneddoti piccanti, episodi scandalosi e passioni segrete che riscrive la geografia erotica del Grand Tour.

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Lord Byron:  A Venezia collezionava amanti e scriveva versi infuocati. Si vantava di aver avuto più di duecento relazioni amorose nella sola laguna.

Goethe:  Nel suo Viaggio in Italia censura molte cose, ma lettere private lasciano intuire il fascino esercitato su di lui dai giovani uomini napoletani.

Marguerite Blessington:  Nobildonna inglese che si trasferì a Napoli, ospitando nel suo salotto intellettuali, poeti e… l’amante Luigi, molto più giovane.

Henry James: Rimase incantato dall’ambiguità sensuale dell’Italia, in particolare da Roma, che definiva “troppo bella per essere reale”.

John Addington Symonds: Storico dell’arte e pioniere degli studi sull’omosessualità, trovava nell’Italia un rifugio alla repressione morale vittoriana.

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Il fascino del Grand Tour: un viaggio tra arte e passione

 Storie segrete del viaggio in Italia ci ricorda che viaggiare è anche esporsi, mettersi in gioco, lasciarsi cambiare. Brilli restituisce all’Italia il suo ruolo di musa sensuale, di culla di passioni, e ci invita a riconsiderare la storia del turismo non come una sequenza di itinerari, ma come un romanzo collettivo fatto di avventure, trasgressioni, cuori in tumulto. Perché, a ben vedere, anche oggi, tra una guida Michelin e un selfie davanti al Colosseo, cerchiamo in fondo quello che cercavano loro: emozione, stupore, libertà. E magari, se siamo fortunati, anche un pizzico di scandalo.

L’Italia come sogno, desiderio, tentazione

L’Italia non era solo meta di conoscenza: era soprattutto un teatro di liberazione. Per molti giovani rampolli dell’aristocrazia inglese, francese o tedesca, lasciarsi alle spalle le rigidità delle convenzioni borghesi e immergersi nella “decadenza” sensuale del Sud equivaleva a un rito di passaggio, non solo culturale ma anche carnale.

Napoli, Venezia, Roma: le città italiane diventano così non soltanto capitali dell’arte, ma palcoscenici di trasgressione, dove tutto:  sesso, sentimento, spiritualità, si confondeva e si reinventava.

Brilli ci guida con tono da romanziere in un mondo fatto di carrozze notturne, corrispondenze segrete e passioni inconfessabili. La morale protestante del Nord veniva messa a dura prova dalla dolcezza infuocata delle italiane, dalla libertà disinibita delle cortigiane veneziane, ma anche, e questo è uno degli aspetti più sorprendenti, da rapporti omosessuali maschili vissuti spesso in clandestinità, in contesti sociali insospettabili.

Cuori e corpi in viaggio: amori proibiti tra salotti e conventi

Una delle grandi qualità del libro è proprio quella di non limitarsi ai cliché delle “donne fatali”. Brilli racconta di amori impossibili consumati in monasteri, tra viaggiatrici inglesi e suore italiane, di relazioni tra precettori e giovani nobili, di incontri fugaci che lasciavano un’impronta più duratura delle rovine di Pompei.

Il viaggio, in questo senso, diventava occasione per scoprire una nuova versione di sé.

Dietro il pretesto culturale, molti protagonisti del Grand Tour coltivavano, consapevolmente o no, una fuga identitaria, una rivolta contro l’ordine costituito delle aspettative familiari e sociali. Tra le pagine spiccano i racconti di figure reali: scrittori, pittori, dandy, ma anche giovinette in fuga da matrimoni combinati, mogli infelici in cerca di libertà, o aristocratici che trovavano nell’Italia un’eco della Grecia antica, intesa non solo come luogo mitico ma come spazio erotico idealizzato.

Venezia, Roma e Napoli: geografia della tentazione

Ogni città ha il suo ruolo in questa topografia segreta del desiderio. Venezia è la città dei travestimenti e delle maschere, del Carnevale eterno che nasconde e protegge ogni eccesso. Roma è la città della seduzione intellettuale, dove l’archeologia si fonde con l’erotismo. Napoli, infine, è il cuore pulsante del disordine sensuale: quartieri popolari, odori intensi, corpi generosi, una bellezza sfacciata e rumorosa.

Il “viaggio in Italia” diventa così anche un viaggio nella perdizione (termine da intendersi qui in senso assolutamente positivo), una discesa volontaria verso l’istinto, il sentimento, la carne.

Chi tornava a casa, non era mai lo stesso.

Un libro che ribalta la retorica del turismo culturale Ciò che rende Storie segrete del viaggio in Italia così godibile non è solo la materia trattata, scandalosa quanto basta, ma lo stile di Brilli: colto ma non accademico, appassionato ma mai moralista. L’autore restituisce dignità letteraria a una dimensione troppo spesso esclusa dalla narrazione ufficiale del turismo: il desiderio. E lo fa con uno sguardo insieme storico e narrativo, restituendo vita a diari dimenticati, lettere private, confessioni sussurrate. Il lettore ha la sensazione di entrare nei retroscena della storia, come se aprisse una porta nascosta in un museo e trovasse, dietro un affresco, un bacio segreto inciso nella pietra.

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