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Gramellini, Bignardi e Rieff, scrittori a confronto sul tema ”Scrittura pubblica e dolore privato”

DAL NOSTRO INVIATO A FERRARA - Dove puรฒ portare il dolore della scomparsa di un genitore e come superarlo. Di questo hanno discusso al Festival di Internazionale, nel corso dell'incontro ''Tutto su mia madre - Scrittura pubblica e dolore privato'' David Rieff, intellettuale e scrittore americano, Massimo Gramellini, scrittore e vicedirettore de La Stampa e Daria Bignardi, scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva...

Al Festival di Internazionale, i tre autori si sono confrontati sul come è possibile vivere il dolore dovuto alla perdita di un genitore attraverso la scrittura

 

FERRARA – Dove può portare il dolore della scomparsa di un genitore e come superarlo. Di questo hanno discusso al Festival di Internazionale, nel corso dell’incontro “Tutto su mia madre – Scrittura pubblica e dolore privato” David Rieff, intellettuale e scrittore americano, autore di “Senza consolazione”, Massimo Gramellini, vicedirettore de La Stampa e autore di “Fai bei sogni” e Daria Bignardi, giornalista e conduttrice televisiva La7, autrice di “Non vi lascerò orfani”.

 

SCRITTURA TERAPEUTICA – “Soltanto il dolore ti fa crescere – afferma Massimo Gramellini – Raccontare la storia di quello che è accaduto è come affrontare una seduta terapeutica, ti aiuta a liberarti di un peso”. Un parere non condiviso da  David Riff, il quale afferma di essere sicuro di conoscere dove un dolore può portare. "Non è possibile dire se un dolore abbia dei risvolti negativi o positivi. Tutto dipende dalla propria personalità, dal temperamento, dal carattere”. Anche Daria Bignardi interviene su questo tema, affermando che ogni madre è una figura di riferimento, rappresenta una figura letteraria, ed è proprio per questo ha voluto scrivere un libro su di lei.

 

LE DIFFICOLTA’ – Il vicedirettore de La Stampa ritiene che la maggior parte delle difficoltà siano dovute alle barriere culturali della società attuale. “Oggi viviamo in una società cinica, dove è più facile raccontare l’orrore che riuscire a trasmettere i propri sentimenti. Per questo parlare di morte viene cosi difficile, tanto da essere considerato ancora un tabù, un esibizionismo”. Un punto di vista diverso rispetto a quello fornito da David Rieff. “Più che di esibizionismo, oggi si dovrebbe parlare di voyeurismo. Io non sono d’accordo sul fatto di rivelare le proprie intimità; preferisco piuttosto esternare ciò che penso”. Il dibattito prosegue sulla necessita o meno di raccontate la verità alla persona cara che sta per lasciarci. Su questo tema Rieff propone la sua visione. "Credo sia giusto dire ad una persona quello che si vuole sentir dire. E’ giusto dire ciò che è accettabile, non il contrario. Una volta in America i dottori mentivano agli anziani sul loro stato di salute, e dicevano soltanto alla famiglia la verità. Per fortuna oggi le cose stanno cambiando”.

 

L’AIUTO DELLA RELIGIONE – I partecipanti al dibattito si domandano se in un qualche caso la religione o la spiritualità possa aiutare a superare il momento che si sta vivendo. Anche su questo tema i pareri sono discordanti. David Rieff riprende una massima Buddhista “Bisogna aprire la mano, lasciare andare”. Un’ultima interessante chiave di lettura la fornisce Daria Bignardi, la quale ritiene che si possa essere orfani anche con i genitori ancora in vita. “Gli orfani sono capaci di amare con tutto se stessi, danno amore senza chiederne in cambio, come nel caso dell’amore platonico”.

 

Marco Ruscetta

8 ottobre 2012

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