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Giuseppe Tomasi di Lampedusa: vita, opere, e curiosità sull’autore de “Il Gattopardo”

Scopri la vita, le opere e alcune curiosità su Giuseppe Tomasi di Lampedusa, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa è una figura affascinante della letteratura italiana, un uomo aristocratico e schivo che ha lasciato un segno indelebile con una sola opera: Il Gattopardo. Il suo romanzo, pubblicato postumo, è diventato un classico immortale, un ritratto struggente della decadenza della nobiltà siciliana di fronte ai cambiamenti della Storia. Ma chi era davvero il principe di Lampedusa? Quali eventi hanno segnato la sua vita? E quali curiosità si nascondono dietro il suo capolavoro?

Giuseppe Tomasi di Lampedusa è stato un autore tardivo, un nobile solitario che ha scritto un solo romanzo, ma quel romanzo è bastato a renderlo immortale. Il Gattopardo continua a incantare lettori di ogni generazione con il suo lirismo, la sua malinconia e la sua profonda analisi della Storia.

Il principe che osservava il mondo dalle stanze della sua dimora siciliana ha lasciato una testimonianza unica, capace di raccontare non solo il passato, ma anche le dinamiche universali del potere e del cambiamento. Ancora oggi, le parole di Tancredi risuonano con una modernità sconcertante: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Un monito che continua a riecheggiare nei secoli, rendendo l’opera di Tomasi di Lampedusa più attuale che mai.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa: il principe che raccontò la fine di un’epoca

Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce il 23 dicembre 1896 a Palermo, in una famiglia aristocratica di origini antiche.

Cresce tra i fasti del palazzo di famiglia e la rigida educazione imposta da sua madre, Beatrice Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, una donna di grande cultura e personalità dominante. La figura materna avrà un impatto profondo su di lui, tanto da ispirare il personaggio di Concetta nel Gattopardo.

Il giovane Giuseppe Tomasi di Lampedusa  studia privatamente fino all’adolescenza, sviluppando una passione precoce per la letteratura. Parla fluentemente più lingue e legge instancabilmente i classici europei. Tuttavia, la sua vita subisce un brusco cambiamento con la Prima Guerra Mondiale: chiamato alle armi, viene catturato dagli austriaci e trascorre un periodo di prigionia in Ungheria. Quest’esperienza lo segna profondamente, rendendolo ancora più introspettivo e riservato.

Dopo la guerra, il principe viaggia molto, visitando diverse capitali europee. È un uomo che ama la solitudine e la riflessione, eppure ha un’eccezionale capacità di osservazione che trasformerà, anni dopo, in scrittura.

Un letterato fuori dal tempo

Nonostante la sua passione per la letteratura, Giuseppe Tomasi di Lampedusa non si dedica subito alla scrittura. Il suo carattere riservato lo porta a vivere in un mondo interiore fatto di letture e riflessioni. La sua casa, tra le rovine della nobiltà siciliana, diventa il rifugio di un uomo che osserva il proprio tempo con disincanto.

Nel 1932 sposa Alexandra Wolff-Stomersee, una psicanalista lettone. Il loro è un matrimonio insolito: lei vive principalmente a Riga per seguire la sua carriera, mentre lui resta in Sicilia, immerso nei suoi studi e nelle sue letture. Questo rapporto a distanza, basato sulla stima reciproca e sulla comune passione per la cultura, è uno degli aspetti più peculiari della sua vita privata.

Negli anni ’50, Giuseppe Tomasi di Lampedusa inizia a frequentare alcuni giovani intellettuali siciliani, tra cui Francesco Orlando, a cui trasmette il suo sapere con lunghe conversazioni letterarie. Ma è solo negli ultimi anni della sua vita che decide finalmente di scrivere Il Gattopardo, il romanzo che lo renderà immortale.

Il Gattopardo: il capolavoro postumo

Il Gattopardo è il testamento letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il romanzo, scritto tra il 1954 e il 1957, racconta il declino della nobiltà siciliana attraverso la storia del principe Fabrizio Salina, alter ego dell’autore. La Sicilia del Risorgimento fa da sfondo a una riflessione più ampia sulla trasformazione sociale e sull’inevitabile scomparsa di un mondo ormai superato.

Curiosamente, il manoscritto viene rifiutato da due grandi editori dell’epoca, Mondadori ed Einaudi, perché ritenuto troppo malinconico e distante dai gusti letterari del momento. Tomasi di Lampedusa non vedrà mai il suo libro pubblicato: muore di cancro ai polmoni il 23 luglio 1957, pochi mesi dopo aver completato la stesura.

Sarà l’editore Feltrinelli a riconoscere il valore del romanzo e a pubblicarlo nel 1958. Il successo è immediato: il libro vince il Premio Strega e diventa un bestseller. Oggi è considerato uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana, tradotto in tutto il mondo.

Curiosità su Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Un autore riluttante – Nonostante la sua immensa cultura, Giuseppe Tomasi di Lampedusa  non si considerava uno scrittore. Iniziò a scrivere Il Gattopardo solo dopo aver realizzato che la sua dinastia si sarebbe estinta con lui, come un ultimo gesto per lasciare un’eredità.

Il rifiuto degli editori – Il doppio rifiuto da parte di Mondadori ed Einaudi è uno degli episodi più incredibili della storia editoriale italiana. Entrambe le case editrici si pentiranno amaramente della loro decisione, visto il trionfo del romanzo.

La figura di Tancredi – Il personaggio di Tancredi, il nipote ambizioso che dice la celebre frase “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, è ispirato in parte a un lontano cugino dell’autore, un aristocratico che aveva saputo adattarsi ai mutamenti della società meglio di lui.

Il film di Visconti – Nel 1963, Luchino Visconti adatta Il Gattopardo al cinema con un cast stellare: Burt Lancaster è il principe Salina, Alain Delon è Tancredi e Claudia Cardinale interpreta Angelica. Il film vince la Palma d’Oro a Cannes e consacra definitivamente il romanzo come un classico.

Le altre opere – Oltre a Il Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha lasciato alcuni scritti minori, tra cui I racconti, che comprendono La gioia e la legge e La sirena, e un saggio su Stendhal.

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