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Giuseppe Munforte, ”Il mio libro candidato allo Strega ha riscosso un successo inatteso”

''L'emozione viene non tanto dalla competizione, quanto dai bellissimi giudizi di lettura che il mio romanzo ha ricevuto'', così Giuseppe Munforte commenta la sua candidatura al Premio Strega 2014 con ''Nella casa di vetro''...

L’autore di ”Nella casa di vetro”, entrato nella dozzina dei candidato al Premio Strega 2014, ci presenta il suo romanzo

MILANO – ”L’emozione viene non tanto dalla competizione, quanto dai bellissimi giudizi di lettura che il mio romanzo ha ricevuto”, così Giuseppe Munforte commenta la sua candidatura al Premio Strega 2014 con ”Nella casa di vetro” (Gaffi editore). La voce narrante del libro è Davide, padre di Andreas e marito di Elena (con la quale cresce anche una figlia concepita con un altro uomo, Sara). Davide osserva la vita dei suoi cari con discrezione. La casa nella quale condividono il quotidiano sembra protetta da una bolla di vetro mentre appena fuori dalla finestra, sulla tangenziale milanese, le macchine sfrecciano in un frastuono. Ma quella bolla è la voce stessa del narratore a crearla, quasi volesse posare sulla casa un’aura che la difenda dagli urti col mondo. Davide si nasconde, forse non c’è, vede soltanto, e si domanda se questa esistenza che un giorno lasceremo, tutto ciò che abbiamo costruito, le persone che abbiamo amato, continuerà anche senza di noi.

Cosa rappresenta per lei essere entrato nella dozzina dello Strega, uno dei più prestigiosi riconoscimenti letterari italiani?
È stata una grandissima soddisfazione: la candidatura è stata avanzata per far conoscere il libro, ma non mi aspettavo il riscontro che c’è stato, la bellissima scheda di lettura di Arnaldo Colasanti [uno dei due Amici della domenica, insieme a Massimo Raffaeli, che hanno presentato il libro – N.d.R.], tutti questi giudizi positivi.
L’emozione viene non tanto dalla competizione, quanto appunto da questo riconoscimento.

Quali sono le sue aspettative rispetto a questa esperienza?
Spero di continuare ad avere letture altrettanto positive e inaspettate quanto quelle che ho ricevuto finora. Vorrei che ci continuasse a essere una condivisione del progetto da parte di chi lo legge.

Come le è venuta l’idea di questo libro?
Nessun libro tra quelli che ho scritto finora è nato da un progetto. Vengono tutti da una pressione emotiva esercitata su di me da temi e personaggi che a un certo punto “prendono vita” e iniziano a muoversi da soli.
In questo caso, il romanzo nasce dalla volontà di scrivere un libro in chiave positiva sui sentimenti e le relazioni tra persone che vivono in una condizione limite, quale può essere quella di un palazzo a ridosso di una zona industriale, affacciato su svincoli autostradali. L’idea era quella di rappresentare la condizione umana di una famiglia che si trova in una situazione abitativa e sociale non facile. Per cogliere questa situazione, ho scelto il punto di vista di un’assenza. La voce narrante, a partire da questa posizione, ha la capacità di cogliere con grandissima sensibilità la vita della moglie e dei figli, il loro destino.

Quali sono gli urti del mondo da cui il narratore cerca di proteggere sé e la sua famiglia, che poi sono anche gli urti da cui i lettori sentono minacciata la propria felicità?
Sono innanzi tutto urti esteriori: la condizione sociale, la condizione ambientale, gli obblighi della vita quotidiana da cui sono pressati tutti i personaggi.
Ma gli urti più forti sono quelli provocati dall’abbandono: l’abbandono personale che il narratore vive, la rottura delle relazioni causate dalla dispersione e dalla distrazione prodotte dalla vita.

Sono parecchi i libri usciti ultimamente incentrati sul tema della famiglia e in particolare sulla figura del padre. Perché secondo lei?
Come dicevo, io non ho scelto il tema, è il tema che ha scelto me, quindi non so rispondere con certezza. Questo è però uno dei nodi fondamentali dell’esistenza: la relazione con l’altro assume delle colorazioni, una potenza assoluta nel rapporto con i figli. I figli sono il miracolo che avviene nella vita di qualcuno, sono l’assolutamente vicino e al tempo stesso l’assolutamente lontano.
Così come uno dei nodi fondamentali dell’esistenza è l’amore, nel suo senso più profondo – all’interno del libro, l’amore del protagonista per quella che diventerà la sua compagna è un altro dei temi della storia.
Non è che si possa scegliere un argomento del genere, semplicemente si vive all’interno della necessità di dire questi sentimenti. Il fatto che stiano uscendo tanti libri incentrati su tali temi penso che nasca proprio da questa pulsione.

14 maggio 2014

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