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Giuseppe Di Piazza, ”Falcone era un eroe vero, con un forte senso dello Stato”

Falcone ha rappresentato quello che di cui un Paese non dovrebbe avere mai bisogno: un eroe vero. Ha rappresentato questa eroicità di essere contemporaneamente uomo di giustizia, palermitano, uomo con un forte senso dello Stato...

In occasione dell’anniversario della strage di Capaci, ecoo il personale e toccante ricordo da parte del giornalista e scrittore palermitano nei confronti di Giovanni Falcone. In questa intervista Giuseppe Di Piazza ci spiega cosa ha rappresentato per l’Italia una figura come quella del magistrato Falcone

 

MILANO – ‘Un eroe vero, ciò di cui un Paese non dovrebbe avere mai bisogno’. E’ stato questo Giovani Falcone secondo il giornalista e scrittore palermitano Giuseppe Di Piazza. A distanza di 22 anni dalal strage di Capaci, in questa intervista Giuseppe Di Piazza ci spiega cosa ha rappresentato per l’Italia una figura come quella del magistrato Falcone.

Cosa ha rappresentato Giovanni Falcone per l’Italia?

Falcone ha rappresentato quello che di cui un Paese non dovrebbe avere mai bisogno: un eroe vero. Ha rappresentato questa eroicità di essere contemporaneamente uomo di giustizia, palermitano, uomo con un forte senso dello Stato. Giovanni Falcone aveva deciso di servire la libertà, la Repubblica, ed il Sud, in una maniera molto rischiosa.

Cosa rappresenta per le nuove generazioni la figura del magistrato?

Sembra un paradosso, ma proprio il fatto che era vissuto nella sua ordinarietà, Falcone era visto come un magistrato che combatteva contro la mafia, importante, che poi è stato anche ucciso in un percorso tragico che era stato seguito da molti altri servitori dello Stato in quegli anni. Per le nuove generazioni, non più abituate a sentire e vivere tutto questo, Falcone ha sicuramente rappresentato un esempio molto forte, leggendario e allo stesso tempo di uomo di giustizia e del Sud.

Cos’è la corruzione oggi?

La corruzione è un male originario, in quanto insisto in un certo modo di fare cattiva politica, ed allo stesso tempo un effetto riflesso, perché si è corrotti non perché la politica nasce così, ma perché la società è piena di corruzione. Oggi ci troviamo di fronte ad un sistema che era andato in un certo senso sott’acqua dopo il 1992 con Mani Pulite, e che si è risollevato quando le condizioni storico-politiche del nostro Paese lo hanno consentito. Si è un po’ mollato sul tema della vigilanza etica, e quindi il sopravvento è stato facile.

Qual è la situazione politica oggi rispetto a 22 anni fa?

Ci troviamo di fronte ad una condizione simile, e per certi versi peggiore rispetto al 1992, quando c’era un sistema dei partiti corrotti: oggi invece c’è un sistema sociale corrotto, molto più complesso, con forze che spingono sul piano etico in maniera molto decisa. Avremmo dovuto guarire da quella malattia, anche grazie ad esempi di vita come quello di Giovanni Falcone, invece ci siamo ripiombati in maniera ottusa. Ciò che accade oggi non è comunque paragonabile al disfacimento morale che ha portato agli attentati a Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tutti gli altri. Questa non è una stagione di “bombe”  e di omicidi politico mafiosi, ma di sofferenza etica, nel quale occorre riscoprire i valori che figure come Giovanni Falcone hanno portato avanti fino all’ultimo respiro.   

Giuseppe Di Piazza

23 maggio 2013

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