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Giornata della Memoria, i dieci libri per non dimenticare

Dal “Diario” di Anna Frank a “La stella nel pugno” di Robert Sharenow ecco dieci illustri libri che hanno raccontato la tragedia della Shoah

Durante la Giornata della Memoria è importanza di ricordare quello che è stato, per non ripetere di nuovo gli stessi errori. Per non dimenticare, anche leggere un libro può essere un passo importante. Oltre ad invitarvi a leggere gli aforismi più belli ed emozionanti dedicati alla Giornata della Memoria, vi proponiamo dieci titoli da leggere adatti allo scopo, storie vere e memorie di chi ha vissuto quell’esperienza, ma anche romanzi che raccontano un personaggio, un momento, una fuga.

Diario di Anna Frank” di Anna Frank

diarioQuando Anna inizia il suo diario, nel giugno 1942, ha appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all’immagine della scuola, dei compagni e di amori più o meno immaginari, si sostituisce quella della lunga clandestinità: giornate passate a pelare patate, recitare poesie, leggere, scrivere, litigare, aspettare, temere il peggio. Obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, Anna ha voluto e saputo lasciare testimonianza di sé e dell’esperienza degli altri clandestini. La prima edizione del Diario subì tuttavia non pochi tagli, ritocchi, variazioni. Ora il testo è stato restituito alla sua integrità originale, e ci consegna un’immagine nuova: quella di una ragazza vera e viva, ironica, passionale, irriverente, animata da un’allegra voglia di vivere, già adulta nelle sue riflessioni. Uno dei libri sulla Shoah per eccellenza. Un diario che tutti dovrebbero aver letto.

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Se questo è un uomo di Primo Levi

se questo è un uomoPrimo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò ‘Se questo è un uomo’ nel 1947. Testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager, libro della dignità e dell’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massa, ‘Se questo è un uomo’ è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

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Diario 1941-1943 di Etty Hillesum

diario 2All’inizio di questo Diario, Etty è una giovane di Amsterdam, intensa e passionale. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi, a poco a poco, la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi fra le righe del diario. Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati. Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il ‘destino di massa’ della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel ‘pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato’ la sua capacità di essere un ‘cuore pensante’. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più ‘inospitale’.

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L’amico ritrovato di Fred Hulman

lamico ritrovatoNella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L’uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. ‘L’amico ritrovato’ è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo.

 

 

 

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Il violino di Auschwitz di Maria Angels Anglada

il violinoUn violino costruito nell’inferno del lager, ‘assurdo come una pianta di rose in un porcile’. Un violino per ritrovare la dignità violata e, forse, per sopravvivere. Quando Daniel, liutaio a Cracovia, viene deportato ad Auschwitz, dei gesti e delle sensazioni di quel mestiere così amato gli resta solo il ricordo. Finché un giorno viene convocato dal comandante del campo, il maggiore Sauckel: dovrà riparare il violino del suo amico Bronistaw, celebre musicista ridotto ora a esibirsi davanti ai suoi carnefici. Di fronte all’abilità del liutaio, il sadico e raffinato maggiore decide di commissionargli uno strumento nuovo. Un violino che dovrà essere ‘perfetto come uno Stradivari’: altrimenti sia Daniel che l’amico andranno incontro a una fine peggiore della morte. Solo cinquant’anni dopo, in una Cracovia invernale che celebra il secondo centenario della morte di Mozart, la storia segreta e miracolosa di quel violino verrà finalmente svelata.

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Arno Baehr, la storia di un bambino colpito dalle leggi razziali

Arno Baehr, un bambino che nel 1938 frequentava un’elementare milanese, ci racconta la sua esperienza della Shoah e ci ricorda perché è fondamentale continuare a parlarne

I protocolli di Auschwitz di Rudolf Vrba

i protocolliÈ l’aprile del 1944. Due ebrei slovacchi, Rudolf Vrba e Alfred Wetzler, riescono a fuggire dal lager di Auschwitz-Birkenau e dettano ai capi della comunità ebraica un rapporto dettagliato e preciso sullo sterminio e sul folle progetto della ‘soluzione finale’, nella speranza di arrestare i terribili piani di Adolf Eichmann. La storia seguì un corso diverso e i treni carichi di deportati continuarono a viaggiare, portando centinaia di migliaia di persone verso le camere a gas, con uno strascico di accuse infamanti. Nella loro drammatica semplicità, ‘I protocolli di Auschwitz’ costituiscono la prima testimonianza concreta dell’esistenza dei lager circolata fuori dal Reich. Nel saggio introduttivo lo storico Alberto Melloni ripercorre il cammino dei due fuggiaschi e le infinite vicissitudini di questo documento unico ed eccezionale, che ha attraversato la storia della Shoah fino ai giorni nostri.

Paesaggio con bambina di Aharon Appelfeld

paesaggio con bambinaTsili Kraus vive in un paesino dell’Europa orientale, ultimogenita di una famiglia di bottegai ebrei. Al contrario dei fratelli, a scuola non brilla, e gli eventi quotidiani la lasciano sempre un po’ stranita. Ma questa è la sua fortuna: il candore diventa un’ancora di salvezza quando l’odio per la sua gente allunga i tentacoli fino agli angoli più sperduti del Vecchio Continente. La sua famiglia, in fuga dalle persecuzioni, la lascia a guardia della casa, e lei, fragile nel corpo e nella mente, passa inosservata agli aguzzini. Da quel momento Tsili comincia a errare senza meta, da una capanna a una fattoria, ovunque qualcuno sia disposto, in cambio di due braccia in grado di lavorare, a offrirle un tetto. Nessuno, però, è molto generoso con lei: c’è chi la batte e chi cerca di possederla, chi la caccia e chi la sbeffeggia. Un giorno incontra Marek, che è scappato da un campo di concentramento e ha negli occhi la disperazione di chi ha visto l’inferno. Le loro due esistenze diventano una sola: insieme trovano conforto e forse una nuova ragione di vita.

Il nazista e il barbiere di Edgar Hilsenrath

il nazista e il barbiereEcco a voi Max Schulz: poveraccio ariano, occhi da rospo e naso a becco, figlio di padre ignoto. Il suo migliore amico: Itzig Finkelstein, biondo, occhi azzurri, ebreo, figlio di un ricco barbiere. Nel terzo Reich, Max Schulz fa carriera: SS, brigate nere, specialista sterminatore in Polonia. In Polonia, nel terzo Reich, Itzig Finkelstein e famiglia vengono sterminati. A guerra finita, Max Schulz dribbla magistralmente russi e partigiani e torna a Berlino. Ricercato dal nuovo governo come criminale di guerra, decide di cambiare identità. Si fa tatuare un codice di Auschwitz sul polso, si fa circoncidere. D’ora in avanti, sarà Itzig Finkelstein, barbiere ebreo. Riceverà gli aiuti destinati alle vittime dell’olocausto, si avvicinerà al movimento sionista…

 

Il treno dell’ultima notte di Dacia Maraini

il treno ultima notteEmanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l”odore dell’allegria’. Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l’inseparabile amica d’infanzia, attraversa l’Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell’abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.

La stella nel pugno di Robert Sharenow

la stella nel pugnoKarl Stern, quattordicenne di Berlino, non ha mai pensato a se stesso come a un ebreo. Ma ai nazisti non importa che non abbia mai messo piede in una sinagoga o la sua famiglia non sia praticante. Demoralizzato dalle continue aggressioni subite a causa di un’eredità che non riconosce come sua, il ragazzo cerca di dimostrare ai coetanei quanto vale. E quando ha l’occasione di essere allenato da Max Schmeling, campione mondiale di boxe ed eroe nazionale della Germania nazista, pensa sia l’occasione giusta per il suo riscatto agli occhi dei suoi compagni ariani. Presto però la violenza del regime esplode e il ragazzo si troverà diviso tra il suo sogno di successo nella boxe e il dovere di proteggere la sua famiglia…

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