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Gianni Milano, ”I libri sono scrigni affascinanti e intriganti. Chi legge è un privilegiato”

L’amore e le emozioni sono fondamentali per poter vivere una vita a mio giudizio sana, equilibrata e serena che faciliti così il confronto con la scienza e il successivo apprendimento. Parola di Gianni Milano...

L’ingegnere, divulgatore scientifico, autore e conduttore televisivo parla del suo primo romanzo “In un Battito d’Ali”, una storia d’amore, un inno alla vita, un viaggio, in un microcosmo diversamente animale. Il libro viene presentato domani a Milano alle 18 presso la Libreria Internazionale Ulrico Hoepli, nel corso di un incontro moderato da Vera Slepoj

MILANO – L’amore e le emozioni sono fondamentali per poter vivere una vita a mio giudizio sana, equilibrata e serena che faciliti così il confronto con la scienza e il successivo apprendimento. Parola di Gianni Milano, ingegnere, divulgatore scientifico, autore e conduttore televisivo. In Rai dal 2004, è stato autore di numerosi documentari sul mare, sulla natura e sul territorio, circa cinquecento puntate tra rubriche, servizi e conduzione di programmi televisivi. Milano è autore di “In un Battito d’Ali”, il suo primo romanzo: una sfida letteraria nella quale convergono i molteplici sforzi sostenuti negli ultimi anni in tutte le sue attività didattiche e di ricerca nel tentativo di fare divulgazione scientifica attraverso l’intrattenimento. Spaziando dalla biologia all’entomologia, dalla fisica all’ingegneria, dalla matematica alla filosofia, l’autore rappresenta con una semplice metafora la forza più potente che Dio ci abbia mai donato: l’amore. Il libro viene presentato domani a Milano alle 18 presso la Libreria Internazionale Ulrico Hoepli, nel corso di un incontro moderato da Vera Slepoj.

Cosa l’ha ispirata per la realizzazione di questo suo romanzo?

Nella prima parte del libro sono descritti gli stimoli e le emozioni che mi hanno spinto e condotto per mano durante tutte le fasi di realizzazione di questo libro. Ho già scritto una guida sulle aree marine protette italiane nel 2008, ma una storia d’amore con dei contenuti scientifici è tutt’altra cosa. Scrivere è sempre un’esperienza estremamente affascinante ma presuppone un’ispirazione che non necessariamente si può trovare ogni giorno o per troppe ore di seguito. In quest’ultimo anno si sono susseguite giornate di totale vuoto a nottate di grande lavoro e di appassionante scrittura. Credo che chi scrive sia un tramite e che i messaggi affidati alle pagine rilegate arrivino dal cielo confusamente per poi trovare, naturalmente, un ordine ben preciso.
Questo progetto editoriale mi ha affascinato dal primo istante in cui l’ho immaginato: era un desiderio che avevo sin dai tempi del liceo e ha trovato spazio pian piano finendo per occupare tutto il mio tempo libero. È un lavoro in cui si celebrano la fede, la speranza e la conoscenza attraverso la forza più potente che Dio ci abbia mai donato: l’amore.

Lei è ingegnere e divulgatore scientifico, eppure come suo primo libro ha scelto non un saggio ma una storia d’amore. Come mai? Quali sono i punti d’incontro, invece, con quella che è la sua esperienza ed attività?

Il filone che inseguo da anni è quello della divulgazione scientifica attraverso l’intrattenimento e “In Un Battito d’Ali” nasce proprio con l’intento di celebrare questo matrimonio tra l’amore e la scienza. D’altra parte l’amore e le emozioni sono fondamentali per poter vivere una vita a mio giudizio sana, equilibrata e serena che faciliti così il confronto con la scienza e il successivo apprendimento.
Il mio libro racconta una storia d’amore che si sviluppa in un microcosmo diversamente animale ed è ambientato in un orto dove, tra bruchi, farfalle, coccinelle e altri simpatici insetti, trovano spazio delle semplici metafore che al di là delle emozioni che può regalare la storia, offrono al lettore l’opportunità di apprendere alcuni concetti scientifici con una semplicità estrema. Sono sufficienti poche pagine perché i personaggi del mio romanzo si umanizzino diventando occasione di identificazione e pretesto d’introspezione.

In una recente intervista si è definito un uomo dalla doppia anima: da un lato pragmatica (quella dell’ingegnere) e dall’altra quella amante dello spettacolo. Questa nuova esperienza da scrittore rientra in una di queste due, oppure segue una sua “terza via”?

Non ci sono né prime, né seconde, tantomeno terze vie. L’unica strada sulla quale desidero camminare da sempre è quella dell’esaltazione delle potenzialità, delle capacità, delle abilità, dei talenti e della necessaria passione. In quest’ottica il mio amore per l’ingegneria e per la scienza in generale è fuori dubbio ed è il motore principale della mia continua ricerca e applicazione. Il mondo dello spettacolo, viceversa, occupa una parte significativa della mia vita considerato che da giovanissimo mi ha aiutato a sostenere le spese per studiare e completare il mio percorso di formazione, e poi via via mi ha offerto sempre più occasioni per esprimere la mia professionalità tentando di divertire, informare e rispettare gli interlocutori. Mi piacerebbe avere più spazio e dedicarlo alle cose che ritengo più interessanti, quelle che secondo me ci aiutano a vivere meglio, a comprendere la fenomenologia della quale siamo parte integrante, abbinando a tutto ciò il divertimento e il sorriso.
Il mio libro vuole essere tutto questo: cultura, scienza, divertimento e soprattutto amore.
La divulgazione scientifica deve essere fatta con modestia, con semplicità e con umiltà, altrimenti non è per tutti e quindi perde significato. Da anni mi impegno a trasformare i contenuti scientifici in divertenti ed esilaranti piece teatrali che ormai hanno assunto un carattere comune divenendo pezzi di un più ampio copione che presto sarà messo in scena in uno spettacolo del tutto innovativo immaginato sulla scorta di questo libro.

Dal 2004 lavora in Rai come conduttore e realizzatore di servizi e documentari. In seguito alla sua esperienza televisiva, pensa che i libri possano avere maggiore spazio in tv rispetto a quello che finora hanno avuto?

Certamente!
I libri dovrebbero avere più spazio ovunque, non solo in televisione! Non sempre ci si rende conto delle meravigliose opportunità che un libro ci offre. Un occhio superficiale e inesperto può ritenerli solo un ordinato insieme di pagine, ma chi ha fatto della lettura un proprio stile di vita sa che sono scrigni affascinanti e intriganti; custodi di storie, trame, tempi, valori, tradizioni e luoghi. Chi legge è un privilegiato: leggere mille libri vuol dire vivere mille vite, sperimentare, conoscere, apprendere e confrontarsi con quella parte di mondo che non conosciamo ancora e che forse non conosceremo diversamente. Da anni promuovo questa forma di trasferimento culturale che riesce a far dialogare un autore con il suo pubblico anche se a distanze notevoli gli uni dagli altri. Per stimolare e sostenere la crescita culturale di un paese ci vogliono più libri, molte persone che li leggano e molte di più che si occupino di rendere invitante la lettura e di educare a questa nobile pratica chi non ne è avvezzo.

28 maggio 2014

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