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Giancarlo Mazzuca, ”Bisogna riscoprire l’amore e la voglia di leggere un libro”

''Si legge poco perché gli italiani non sono abituati. Già dalla scuola, occorre che ci sia maggiore attenzione degli insegnati verso i giovani all’importanza della lettura''. Lo afferma il direttore de ''Il Giorno'' Giancarlo Mazzuca...

Il direttore de “Il Giorno” parla della sua rubrica quotidiana e analizza le ultime novità in ambito editoriale

MILANO – “Si legge poco perché gli italiani non sono abituati. Già dalla scuola, occorre che ci sia maggiore attenzione degli insegnati verso i giovani all’importanza della lettura”. Lo afferma il direttore de “Il GiornoGiancarlo Mazzuca. Romagnolo di Forlì, Mazzuca è stato inviato speciale al “Corriere della Sera”, vicedirettore a “fortune” e alla “Voce” di Montanelli, nonché caporedattore al “Giornale”. Il direttore de “Il Giorno” parla della sua rubrica quotidiana e analizza le ultime novità in ambito editoriale

Cosa significa per lei la rubrica “Buongiorno” che tiene sulle pagine della sua testata?
E’ un appuntamento quotidiano con i lettori de “Il Giorno”, una riflessione anche personale sugli avvenimenti del giorno prima, sui fatti che succedono. Un appuntamento tradizionale da quando dall’inizio di febbraio sono diventato direttore de “Il Giorno”. Un appuntamento quotidiano, come bere un caffè. Mi auguro che i lettori de “Il Giorno”, oltre a leggere le notizie, diano un’occhiata anche al mio commento. Ho voluto raccogliere 100 di questi appuntamenti del mattino in un piccolo volume distribuito insieme al quotidiano.

E’ stato da qualche giorno approvato il decreto ”Destinazione Italia”, cosa ne pensa?
Il problema di fondo è che l’editoria in generale sta vivendo un momento di profonda crisi, dovuta da una parte alla recessione economica, che riguarda anche i giornali, dall’altra dovuta all’abitudine, soprattutto dei giovani, di dedicarsi alla lettura su internet piuttosto che sui supporti cartacei tradizionali. Questa forma di incentivi riguardanti giornali e libri era assolutamente necessaria. Spero che possa servire, a pochi giorni dal Natale, a fare aumentare la vendita dei libri in questo periodo dell’anno.

A tal proposito, un consiglio di lettura per questo Natale?
Nei giorni scorsi è uscito un mio libro, scritto insieme al giornalista e storico inglese Nicholas Farrell, dal titolo “Il compagno Mussolini”, opera che racconta la prima parte della vita di Mussolini quando era socialista, fino a quando è stato direttore de “L’Avanti!”. Il libro racconta gli anni giovanili del futuro duce, il suoi primi contatti con il mondo politico, argomentato anche con documenti inediti. Il libro fa luce su un primo Mussolini che il lettore medio non conosce. Mi fa piacere che il libro sia uscito in contemporanea con una mostra sul primo Mussolini, da due mesi in corso a Predappio, sua città natale.

In Italia si legge poco. Secondo lei da cosa dipende?
Si legge poco perché gli italiani non sono abituati. Già dalla scuola, occorre che ci sia maggiore attenzione degli insegnati verso i giovani all’importanza della lettura. Io credevo di leggere poco quando ero ragazzo, invece vedo i ragazzi di oggi che leggono sempre meno. Un tempo si andava molto spesso in biblioteca e si prendeva in prestito qualche libro, oggi questa è un’abitudine che non c’è più. Occorre una maggiore attenzione da parte degli organi preposti come la scuola, ma anche la possibilità di agevolare l’acquisto dei libri, proprio come si sta cercando di fare con il decreto “Destinazione Italia”. Bisogna riscoprire l’amore e la volontà di leggere un libro.

19 dicembre 2013

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