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Giancarlo De Cataldo, ”Il borghese di oggi si atteggia e posa a bandito”

La situazione italiana oggi? Mi sento male… E’ la personale sensazione del giudice scrittore Giancarlo De Cataldo dovuta all’incapacità di valorizzare sul mercato le grandi risorse e capacità italiane da parte dei nostri imprenditori e privati. Dall’attualità ai libri, De Cataldo è protagonista insieme a Carlo Bonini di “Suburra”...

Il giudice scrittore Giancarlo De Cataldo parla d’attualità e presenta il suo ultimo libro “Suburra” scritto con Carlo Bonini

MILANO – La situazione italiana oggi? Mi sento male… E’ la personale sensazione del giudice scrittore Giancarlo De Cataldo dovuta all’incapacità di valorizzare sul mercato le grandi risorse e capacità italiane da parte dei nostri imprenditori e privati. Dall’attualità ai libri, De Cataldo è protagonista insieme a Carlo Bonini di “Suburra”, un romanzo definito dallo stesso De Cataldo trans-genere, con commedia di costume, parti comiche, parti politiche, sentimento, sesso e naturalmente violenza.

Da cosa è nata l’idea di realizzare questo ideale sequel di “Romanzo Criminale”?
Non lo consideriamo del tutto un sequel di Romanzo Criminale. Piuttosto uno sguardo sulla Roma, non solo criminale, di oggi. Il libro è nato dall’incontro felice con Carlo Bonini, dalla constatazione che entrambi stavamo studiando il presente e ne stavamo traendo conclusioni analoghe. Da qui a mettersi insieme il passo è stato breve.


Quali sono le linee di continuità e quali le differenze rispetto al libro uscito 10 anni fa?

E’ tutto cambiato. Ai tempi della Magliana esistevano ideologie e progettualità in conflitto fra loro. La Banda faceva gola perché poteva essere usata per fare qualche lavoretto “sporco” e inconfessabile, lo scenario era quello della Guerra Fredda, in Italia c’era il terrorismo, in Sicilia si affermavano i Corleonesi, Roma era terreno di scontro fra rossi e neri. Per dirla in una frase che amiamo ripetere, il bandito sognava di diventare borghese, oggi il borghese si atteggia e posa a bandito, ne mutua stili e comportamenti, è come se aspirasse a farsi bandito. Forse perché ha intuito che potrebbe arricchirsi più facilmente. Per giunta, oggi anche l’ambiente malavitoso è dominato da un soggettivismo esasperato: molti muscoli, un grande narcisismo, ignoranza a profusione, pallottole facili e nessun progetto. Non a caso, nel nostro romanzo, gli unici ad avere le idee chiare sono i vecchi. Il mondo di Suburra è molto diverso da quello di RC. Rintracciarvi un’epica è problematico. Se non altro, non diranno che abbiamo trasformato in eroi dei gangster.


Qual è lo stato del genere noir in Italia?

Suburra non è un noir. E’ un romanzo trans-genere, con commedia di costume, parti comiche, parti politiche, sentimento, sesso e naturalmente violenza. Il noir italiano è vivo e vegeto quanto più si allontana dal cliché e invade altri territori. Altrimenti, diventa noioso, oppure è semplicemente giallo. Lettura piacevole, ma un’altra cosa.

Dal noir all’attualità. Cosa ne pensa dell’attuale situazione italiana?
Mi scusi, ma la domanda è un po’ generica. Risponderò con una sensazione personale: oggi mi sento male. Stiamo svendendo Telecom. Domani svenderemo Alitalia. Ma non avevamo dato tutto in mano ai privati perché il pubblico era un carrozzone ingestibile e i nostri brillanti imprenditori avrebbero valorizzato sul mercato le grandi risorse e capacità italiane? C’è qualcuno che si senta in dovere di fare un minimo di autocritica?

I suoi libri sono spesso ambientati a Roma. Pensa in futuro di realizzare una storia, magari ambientata a Taranto, sua terra d’origine?
Francamente non lo so. Niente è impossibile, a questo mondo.

28 settembre 2013

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