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Come nasce il termine “giallo”? Curiosità letterarie su uno dei generi più amati

Scopri da dove nasce il termine “giallo” e le curiosità letterarie su uno dei generi più amati della narrativa.

Giallo. Oggi termine usato comunemente per indicare i romanzi polizieschi, ha una storia tutta italiana e affonda le sue radici nell’editoria del Novecento. Ma come si è arrivati a questa denominazione così peculiare? Perché chiamiamo i romanzi del mistero “Gialli”? Quando è nato questo genere che appassiona milioni di lettori?

Partiamo dal fatto che la classificazione dei generi letterari per colore è un’idea tutta italiana. Esistono infatti anche i romanzi rosa e i noir, ma è proprio con il genere thriller che si è cominciato a dividere i generi in base ai colori. Scopriamo qui perché.

Il saggio I meccanismi dell’editoria di Roberto Cicala ci aiuta a esplorare l’origine e l’evoluzione di uno dei generi più popolari della letteratura.

La nascita di un genere

Nel 1841 una rivista di Philadelphia pubblicò il racconto “I delitti della Rue Morgue” dello scrittore Edgar Allan Poe. Possiamo considerare questo l’anno di nascita del genere caratterizzato da omicidi, vittime, killer e misteri irrisolti. Il personaggio di August Dupin e le sue intuizioni particolarmente brillanti ispireranno i più grandi scrittori del mistero.

Durante gli anni Venti, un nuovo tipo di Giallo spopola in America: l’hard boiled, cioè un thriller dove però l’elemento centrale diventò la psicologia dei personaggi. Durante gli anni ’50 invece il giallo prese una sfumatura diversa, la società credeva nella forte corruzione delle istituzioni e ciò si rispecchiò nella narrazione. Dagli anni ’80 invece il giallo si legò sempre di più alle tematiche sociali e all’attualità, esempio che vedremo con i romanzi di Andrea Camilleri.

Come nasce il termine “Giallo”

Se in altre lingue si parla di crime fiction, detective stories o thriller, in Italia il genere è associato a un colore specifico, quello delle prime edizioni della collana “I Libri Gialli” di Lorenzo Montano pubblicata da Mondadori nel 1929, proprio caratterizzati dalla copertina gialla. Questa collana era caratterizzata da libri che contenessero tre elementi chiave: un crimine, la ricerca del colpevole e la soluzione dell’enigma. Durante il regime Fascista la collana fu chiusa. Nel 1943 infatti furono sequestrati tutti i romanzi stampati perché erano visti come istigazione a sovvertire l’ordine imposto.

Dal 1929 a oggi, il termine “giallo” ha attraversato quasi un secolo di storia, mantenendo intatta la sua capacità di catturare il pubblico. Ciò che era nato come un semplice colore di copertina è diventato un’icona culturale, capace di influenzare il linguaggio e la società.

I meccanismi dell’editoria di Roberto Cicala ci mostra come l’editoria non sia solo un’industria culturale, ma anche un laboratorio linguistico capace di lasciare tracce nel nostro modo di parlare e pensare. La storia del “giallo” ne è un perfetto esempio: da brillante intuizione editoriale a termine immortale della nostra lingua.

Giallo: un’idea editoriale che diventa un fenomeno culturale

Cicala, nel suo saggio, analizza come il marketing editoriale possa influenzare il linguaggio e la percezione di un genere letterario. L’uso del colore giallo fu una scelta strategica: un elemento visivo forte che rendeva immediatamente riconoscibile il prodotto sugli scaffali delle librerie. L’operazione di branding fu così efficace che, nel tempo, il termine “giallo” è diventato un sinonimo di romanzo poliziesco, fino a entrare nel linguaggio comune.

I primi titoli della collana e il boom del genere

I primi romanzi pubblicati nella collana “I Libri Gialli” furono:

La strana morte dell’Ingegnere De Vincenzi di Augusto De Angelis, uno dei primi polizieschi italiani.

L’uomo dai due corpi di Edgar Wallace.

Il mistero delle due cugine di Anna Katharine Green, una delle prime scrittrici di crime fiction.

Questi libri segnarono l’inizio di un fenomeno che avrebbe conquistato il pubblico italiano. L’idea di Mondadori fu talmente vincente che altre case editrici iniziarono a pubblicare romanzi polizieschi con lo stesso colore in copertina, contribuendo a consolidare il legame tra il colore e il genere.

Il genere giallo in Italia: tra censure e innovazioni

Negli anni ’30, sotto il regime fascista, i romanzi polizieschi stranieri furono spesso censurati o rielaborati per adattarli alla visione politica dell’epoca. Per questo motivo, nacquero i primi gialli italiani, scritti da autori come Augusto De Angelis, il cui commissario De Vincenzi divenne una delle prime figure investigative della nostra letteratura.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il genere poliziesco si affermò definitivamente in Italia, con la nascita di autori come Leonardo Sciascia, con Il giorno della civetta, e Giorgio Scerbanenco, che con il suo Venere privata contribuì alla nascita del noir italiano.

L’evoluzione del termine “giallo” e il suo uso nel linguaggio comune

Oggi il termine “giallo” non si riferisce solo ai romanzi polizieschi, ma è entrato nell’uso quotidiano per indicare qualsiasi tipo di mistero o caso irrisolto. Basti pensare all’uso che ne fanno i media quando parlano di cronaca nera, definendo “gialli” i casi di omicidio o di persone scomparse.

Cicala sottolinea nel suo saggio come il linguaggio editoriale possa influenzare la cultura e la comunicazione di massa. Quella che nacque come un’intelligente strategia di marketing è oggi una delle parole più usate nel lessico giornalistico e televisivo italiano.

Perché il giallo continua ad affascinare i lettori?

Il giallo è un genere in continua evoluzione, capace di adattarsi ai tempi e ai cambiamenti della società. Se nei primi anni era dominato dalle figure di detective infallibili come Sherlock Holmes o Poirot, oggi è un genere che esplora anche tematiche sociali, psicologiche e politiche.

Tra gli autori contemporanei che hanno innovato il genere troviamo:

Donato Carrisi, che ha portato nel giallo italiano un forte elemento psicologico.

Maurizio De Giovanni, con i suoi romanzi ambientati a Napoli.

Fred Vargas, che ha rinnovato il genere poliziesco francese con il suo stile unico.

Il successo dei gialli dimostra che il mistero è una delle narrazioni più amate dai lettori di ogni epoca. Come spiega Cicala, il giallo è il genere perfetto per chi cerca non solo intrattenimento, ma anche una riflessione sulla giustizia, sulla verità e sulla natura umana.

 

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