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Gabrielle Zevin, ”Il mio libro è un inno alle librerie, fondamentali per la nostra vita”

'Il libraio è una sorta di curatore: sceglie tra le centinaia di migliaia di titoli che entrano in circolazione ogni anni quelli migliori, quelli secondo lui più adatti ad arrivare nelle nostre mani'. Parola di Gabrielle Zevin...

‘Il libraio è una sorta di curatore: sceglie tra le centinaia di migliaia di titoli che entrano in circolazione ogni anni quelli migliori, quelli secondo lui più adatti ad arrivare nelle nostre mani’. Parola di Gabrielle Zevin, la scrittrice statunitense in questi giorni in Italia, autrice de ‘La misura della felicità’

MILANO – ‘Il libraio è una sorta di curatore: sceglie tra le centinaia di migliaia di titoli che entrano in circolazione ogni anni quelli migliori, quelli secondo lui più adatti ad arrivare nelle nostre mani’. Parola di Gabrielle Zevin, la scrittrice statunitense in questi giorni in Italia, autrice de ‘La misura della felicità‘, libro che vede  protagonista un libraio scontroso disinnamorato del proprio lavoro che, grazie a una bambina abbandonata nella sua libreria, riscopre l’amore per i libri e per la vita. Accanto alla narrazione il protagonista raccoglie pensieri e riflessioni sulla letteratura e i libri, andando a formare una piccola guida fatta di osservazioni e consigli di lettura che offrono spunti interessanti anche ai lettori del libro. I libri vengono visti come uno strumento per affrontare la vita, ci permettono di cambiarla, di aprirci al mondo e alle altre persone, di salvarci.

Come nasce l’idea di questo suo libro?

Prima di iniziare a scrivere un nuovo romanzo – questo e’ il mio ottavo – mi faccio delle domande. In questo caso mi sono chiesta se le librerie sono importanti nella nostra vita – e la risposta ovviamente e’ si, molto. E poi mi sono domandata in che modo le storie che leggiamo ci influenzano e ci definiscono come persone. Il libro e’ nato dal mio desiderio di rispondere a queste due domande e anche dall’idea di presentarne i personaggi in un modo nuovo: non attraverso descrizioni fisiche o caratteriali, ma attraverso i loro gusti (o non gusti) letterari.

Come un libro può essere motivo di rilancio per la vita di una persona?

Ho sempre pensato che la lettura sia un’attività che ci apre al mondo. Leggere storie che parlano di altre persone rispetto a noi e di luoghi che non ci appartengono ci aiuta a vedere le cose in modo nuovo e diverso. Il mio libraio, AJ Fickry, riesce a uscire da un periodo buio della sua vita perchè l’arrivo della piccola Maya gli fa vedere il mondo con il suo sguardo, fresco ed entusiasta.

Qual è il ruolo del libraio oggi, nonostante la crisi ed il diffondersi della grandi catene?

Credo che il libraio sia una sorta di curatore: lui fa una grande selezione e sceglie tra le centinaia di migliaia di titoli che entrano in circolazione ogni anni quelli migliori, quelli secondo lui più adatti ad arrivare nelle nostre mani. E, anche se in modo diverso, questo e’ un lavoro che viene fatto anche per le grandi librerie di catena.

 

C’è stato un libraio particolare che ha segnato la sua vita e magari influito nella sua passione per la lettura?

Fin da piccola frequento assiduamente le librerie, i miei genitori mi ci portavano quasi religiosamente tutti i fine settimana. Nonostante questo non sono mai stata del tutto consapevole di quale fosse il ruolo del libraio fino a quando nn sono diventata io stessa scrittrice. E mi ha molto colpito la straordinaria accoglienza di questo romanzo da parte dei librai. Lo hanno adottato, ne hanno fatto il loro manifesto e mi hanno sostenuta tantissimo. Per questo sono loro davvero molto grata.

3 luglio 2014

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